e - Associazione Luca Coscioni
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14<br />
IL MILITANTE<br />
E IL TEOLOGO<br />
ALLA SCUOLA<br />
ESTIVA<br />
LUCA COSCIONI<br />
Mancuso,<br />
un teologo<br />
laicista<br />
Sostiene Vito Mancuso (“La Repubblica”,<br />
15 settembre’09) che la scuola non<br />
può “prescindere” dall’insegnare la religione;<br />
e per confortare la sua opinione<br />
adduce alcune articolate motivazioni. Per<br />
nulla convincenti, a nostro modesto avviso,<br />
e cercheremo di spiegare perché.<br />
Secondo l’autorevole teologo, infatti,<br />
la religione è oggi tornata ad essere “un<br />
fattore geopolitico di importanza essenziale”,<br />
perché “il nostro presente e il nostro<br />
futuro dipendono non poco (nel bene<br />
e nel male) da quella serie di riti, istituzioni<br />
che vanno sotto il nome di religione”.<br />
La connotazione che il teologo (peraltro<br />
confortato dall’autorevole parere di<br />
Tony Blair) dà del fenomeno religioso è,<br />
ai nostri laici occhi, raccapricciante, degna<br />
del più accanito miscredente laicista<br />
ottocentesco. Ma andiamo oltre. Vito<br />
Mancuso si chiede a questo punto quale<br />
sia la religione che la nostra scuola deve o<br />
dovrebbe insegnare. La riposta è lapalissiana:<br />
“siccome il poco tempo a disposizione<br />
impone una scelta, per la stessa ragione<br />
per cui si insegna la letteratura italiana…allo<br />
stesso modo la scuola italiana<br />
deve privilegiare la ‘religione italiana’”,<br />
quella cui aderisce “la gran parte degli italiani”.<br />
L’insegnamento non potrebbe però<br />
prescindere da “onesti, ampi e documentati<br />
riferimenti” alle altre confessioni”<br />
cristiane”, nonché, per buona misura,<br />
all’ebraismo e all’islam. Ci mancherebbe<br />
altro: siamo o no in regime di par condicioPersonalmente,<br />
ci spiace la dimenticanza<br />
del buddismo, ma non si può pretendere<br />
troppo.<br />
Fatte queste concessioni alla mondanità<br />
laica, Mancuso però avverte che bisogna<br />
avere sempre avere un occhio di riguardo<br />
per la propria “identità”, che va<br />
“innanzitutto” compresa. E dunque “il<br />
cattolicesimo …deve continuare a costituire<br />
l’ossatura principale dei programmi<br />
scolastici”. Avete ben capito anche voi Il<br />
cattolicesimo deve costituire “l’ossatura<br />
principale dei programmi scolastici”.<br />
Nemmeno la pedagogia nazionalista di<br />
Giovanni Gentile era così assolutista, e<br />
oggi nemmeno la CEI o il Vaticano hanno<br />
osato chiedere tanto. Dove è che si deve,<br />
invece, cambiare profondamente<br />
Con lucida coerenza con quanto ha fin<br />
qui esposto, Mancuso la spara così: ”Se la<br />
religione è essenziale per conoscere il<br />
mondo, essa deve essere trattata dalla<br />
scuola pubblica come la altre materie…Una<br />
gestione laica dell’insegnamento<br />
religioso è … necessaria per evitare<br />
il minimo sospetto di proselitismo”. A<br />
noi è piaciuto quel netto, intransigente rifiuto<br />
a che nella scuola possa un domani<br />
infiltrarsi il “minimo sospetto” di un proselitismo<br />
forzato delle coscienze giovanili,<br />
oggi così ben salvaguardate dalla riforma<br />
del Ministro Gelmini, quella che impone<br />
che l’insegnante di religione abbia<br />
voce e peso durante gli scrutini.<br />
Noi pensavamo che Vito Mancuso<br />
fosse un teologo: lui si definisce tale. Invece<br />
ci sbagliavamo. Mancuso è un professore<br />
di antropologia culturale di scuola<br />
tra comtiana e feuerbacchiana. Ma che<br />
titoli abbiamo noi per giudicarlo<br />
Abba<br />
il Parlamento è legittimato a dire la sua, o è un tema<br />
che non tocca principalmente lo Stato, ma la<br />
comunità L’argomento testamento biologico,<br />
ed è polemica di questi mesi, riguarda la sfera comunitaria,<br />
o gli organi esecutivi non possono<br />
chiamarsi fuori<br />
Mancuso. Io dico la mia: cosa deve fare la politica<br />
Ci vorrebbe un politico. Io dico da semplice<br />
cittadino che alcune parti politiche prima dicevano<br />
che del testamento biologico non si dovesse<br />
parlare, che non si dovesse fare una legge,<br />
visto che erano questioni di coscienza, mentre<br />
adesso le stesse parti politiche viceversa si mettono<br />
in mezzo - vedi il caso Englaro - adesso la legge<br />
la vogliono. Mentre chi spingeva per la legge,<br />
adesso dice che è meglio non fare la legge. Insomma<br />
l’homo politicus è quello che sa barcamenarsi<br />
meglio a seconda delle condizioni. Se<br />
posso dire la mia per quanto concerne il testamento<br />
biologico, credo che una società laica deve<br />
mettere il cittadino in condizione di vivere la<br />
sua vita, in tutti i momenti, secondo le visioni e<br />
gli ideali che ciascuno ha. Venendo il momento<br />
della morte, la società dovrebbe mettere il cittadino<br />
in condizioni di decidere, in coerenza con<br />
i principi in base ai quali ha vissuto la propria vita.<br />
Tutto qui. Questa è la giustizia: dare a ciascuno<br />
il suo. Sta scritto anche sull’Osservatore Romano:<br />
uniquique sum. Vivere la morte tra l’altro,<br />
per le filosofie è uno dei momenti più alti.<br />
Secondo Platone tutta la filosofia è imparare a<br />
morire, lo diceva anche Montaigne, la stessa cosa<br />
sta scritta nelle Upanishad. Assumere fin da<br />
ora, quando siamo in salute, con coerenza e responsabilità<br />
il momento ultimo della morte è<br />
dove si gioca fino in fondo e si misura lo spessore<br />
umano: il chi sei tu, che cosa vuoi tu. E quindi<br />
cosa deve fare una società laica Deve fare in<br />
modo che ognuno si determini secondo le proprie<br />
convinzioni sulla propria vita, e non sulla<br />
vita altrui. Questo dovrebbe essere il testamento<br />
biologico.<br />
Di Leo. Mancuso si è rifatto al principio della<br />
giustizia distributiva, che piaceva molto a San<br />
Tommaso, ma tu Marco, da politico che si interessa<br />
di temi spirituali, cosa dici sul tema del testamento<br />
biologico<br />
Pannella. Due cose innanzitutto: capisco il<br />
parlare delle cose di stretta attualità, anche perché<br />
conosciamo le posizioni di un cattolico credente,<br />
teologo, come Vito Mancuso, ed è doveroso<br />
conoscere le sue posizioni, che credo si possano<br />
condividere molto spesso. Però c’è da fare<br />
un inciso, riferendomi a quando parlavi della vita<br />
intrauterina, cui bisognerebbe riconoscere la<br />
dignità di persona. Prima dici che è vita umana<br />
e che nessuno lo discute, dopodiché dici che nessuno<br />
afferma che sia persona ma che gli si deve<br />
riconoscere dignità di persona. Dobbiamo approfondire:<br />
credo che sia bene dare dignità a tutto<br />
l’esistente, ma trovo ai limiti del blasfemo dire<br />
che la vostra religione vietava qualsiasi forma<br />
di sacramento, il battesimo o la cresima, agli<br />
aborti spontanei o ai malformati, in quanto non<br />
li riconosceva come persone; altrimenti poi è facile<br />
dire che noi neghiamo dignità alla persona,<br />
se pensiamo alla Shoah, o se prendiamo in considerazione<br />
altri casi, quando ci masturbiamo ad<br />
esempio (disperdendo quindi il seme). Su questo<br />
devo dire che non sono d’accordo, siccome<br />
da anni sentiamo che vi sono da una parte i custodi<br />
della vita, e dall’altra gli illuministi e liberali<br />
che compiono scelte di morte, dico che riconoscere<br />
la dignità di qualcosa che ha visto la luce<br />
perché è stato procreato (insisto: una cosa è<br />
concepire, volere, ed una è procreare, e non intendo<br />
mollare su questo punto; e sostengo sempre<br />
che vi sia una speranza umana, di giungere a<br />
concepire la vita invece che procrearla come<br />
qualsiasi altra specie crediamo che faccia, e su<br />
questo sono sicuro che tutte le religiosità siano<br />
concordi); allora dobbiamo riconoscere dignità<br />
di persona alla persona, dignità di zigote allo zigote,<br />
dignità di embrione all’embrione e via dicendo.<br />
Credo che anche nella religione si facesse<br />
non casualmente un dibattito sul momento<br />
dell’animazione, un dibattito che ha forse più di<br />
un millennio di vita. Io credo che la dignità dell’embrione<br />
o dello zigote non sia un concetto<br />
giusto: il rispetto lo è, ma è infatti altra cosa. C’è<br />
poi anche il problema di non trattare tutto come<br />
soggetto-oggetto, ritengo che sia sostanzialmente<br />
blasfemo attribuire diritti che sono invece doveri<br />
dei viventi. Dire che c’è il diritto alla dignità<br />
dello zigote, o il diritto alla dignità del feto è<br />
impreciso, la natura, se sussistono determinate<br />
condizioni porta alla nascita, altrimenti no. La<br />
natura segue una sua economia, che non è l’economia<br />
umana. Tu dicevi che lo Stato dovrebbe<br />
occuparsi di queste cose, ma io da liberale, quando<br />
si parla di Stato, sono sempre molto cauto.<br />
Parlando prima con gli amici, ricordavo che lo<br />
stato cinese per controllare le nascite ha agito per<br />
legge molto profondamente, con violenza contro<br />
i feti femminili, mentre io parlando di questo<br />
argomento (la sovrappopolazione) ho sempre<br />
detto che vorrei la libertà di un “rientro dolce”,<br />
un controllo della natalità consapevole, dato che<br />
sappiamo che in questo momento, antropologicamente,<br />
dove crescono cultura e possibilità di<br />
vita migliori, in questo momento il riflesso antropologico<br />
è quello di concepire un figlio piuttosto<br />
che farne tanti, si passa dal dare molte braccia<br />
per lavoro alla tribù o alla famiglia, verso un<br />
lascito antropologico, più umano.<br />
Di Leo. Molto chiaro, desidera replicare Vito<br />
Mancuso<br />
Mancuso. La storia in duemila anni di cristianesimo<br />
ha visto di tutto: ha visto la negazione dei<br />
sacramenti, ma ha visto anche il battesimo dei<br />
feti, vi sono i manuali settecenteschi che insegnano<br />
come battezzare i feti, come estrarli dalla<br />
madre per procedere, insomma, la storia è un<br />
calderone che ha visto di tutto, e dalla quale<br />
ognuno può trarre ciò che meglio crede per difendere<br />
le proprie tesi.<br />
Pannella. Ma la storia è anche scelta, sono<br />
d’accordo con te: non a caso.<br />
Mancuso. Sì, il discorso è di questo tipo: possiamo<br />
discutere se deve essere dignità o rispetto,<br />
ma faccio un esempio, visto che l’argomento è<br />
delicato, e mi riferisco alle persone handicappate.<br />
Il nostro secolo, il Novecento, che ha visto cose<br />
sanguinose, ha portato anche molte cose positive;<br />
una di queste è il riconoscimento, a quanto<br />
ne so io, per la prima volta nella storia dell’umanità,<br />
di parità ontologica e giuridica di tut-