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e - Associazione Luca Coscioni

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12<br />

IL MILITANTE<br />

E IL TEOLOGO<br />

ALLA SCUOLA<br />

ESTIVA<br />

LUCA COSCIONI<br />

IL MILITANTE E IL TEOLOGO<br />

Marco Pannella e Vito Mancuso,<br />

dialogo sulla fede e sulla politica<br />

Dal “primo teologo” Platone, all’“imperativo laico” dell’insegnamento delle religioni,<br />

passando per lo statuto dell’embrione. L’evolversi della Chiesa come istituzione, il<br />

rapporto tra dogma e sensus fidelium.<br />

Di Leo. Com’è stato per un teologo il<br />

passaggio dai libri ai giornali E’ un modo<br />

di vivere la fede in maniera diversa<br />

nella sostanza, oppure sono due forme<br />

diverse di una sostanza identica<br />

Mancuso. Innanzitutto grazie per<br />

l’invito, e grazie per l’opportunità e per<br />

l’attenzione che in questo momento mi<br />

date. Per quanto concerne la domanda<br />

specifica, io in un certo senso non vedo<br />

grande differenza tra l’impegnarsi nello<br />

scrivere un libro e l’impegnarsi per fare<br />

un articolo. Ovviamente le differenze<br />

sono note a tutti: un conto è produrre<br />

un libro di settemila pagine, ed un conto<br />

è scrivere un articolo di settemila battute<br />

al massimo. Per quanto mi riguarda,<br />

l’impegno per pensare la pubblicazione<br />

è identico, perché io ritengo che la<br />

scrittura abbia rilevanza pubblica, e che<br />

debba esserci necessariamente nello<br />

scrittore una ricerca della chiarezza,<br />

un’attenzione al lettore; e la chiarezza<br />

può venire solo se si esercita fino in fondo<br />

l’onestà intellettuale: solo se si sa cosa<br />

dire, e se si è onesti con se stessi, perché<br />

a volte la propria posizione può avere<br />

delle aporie, qualcosa che non si chiude;<br />

se si sa cosa dire e se si è onesti verso<br />

il lettore si può raggiungere la chiarezza,<br />

e questo è quello che tento di fare,<br />

nei libri e negli articoli.<br />

Di Leo. La teologia aiuta a credere,<br />

aiuta ad essere dei credenti più maturi,<br />

oppure permette di carezzare delle visioni<br />

più narcisistiche A cosa serve la<br />

teologia<br />

Pannella. Ma i teologi sono tutti<br />

uguali Se chiesto a Mancuso è una cosa,<br />

altrimenti…<br />

Mancuso. Questa è la prima cosa<br />

che avrei detto: ci sono teologie e teologie,<br />

ma la domanda è pertinente, perché<br />

una certa parte del mondo ecclesiastico<br />

guarda alla teologia come a qualcosa<br />

di inutile, supponente e borioso,<br />

che può generare qualcosa chiamato “la<br />

scienza gonfia”. Per rispondere alla domanda<br />

io mi rifaccio al padre della teologia,<br />

a colui che ha inventato il nome<br />

teologia, che non è di formazione cristiana<br />

ed è entrato nel cristianesimo trequattro<br />

mesi dopo che il cristianesimo<br />

ha iniziato ad esistere. I primi secoli cristiani<br />

non conoscevano la teologia in<br />

senso tecnico. E chi ha inventato il termine<br />

teologia E’ stato Platone, nel libro<br />

secondo della Repubblica, e l’ha inventato<br />

in un contesto critico nei confronti<br />

della religione. In quel contesto<br />

Platone discute di quali libri possano o<br />

meno entrare a far parte della città ideale.<br />

Nella città ideali per Platone non devono<br />

entrare Omero ed Esiodo, perché<br />

hanno attribuito alla divinità il male, le<br />

passioni. E noi sappiamo che dio non<br />

può che volere il bene e non può coltivare<br />

le passioni, e per questo motivo la<br />

religione non deve entrare nella città<br />

ideale. Nell’atto costitutivo della teologia<br />

noi abbiamo un rapporto essenziale<br />

con la religione ma anche un rapporto<br />

critico. Senza religione un teologo non<br />

potrebbe esistere; un teologo ateo non<br />

può esistere: sarebbe come pensare ad<br />

un sasso di ferro, un fuoco freddo; il<br />

teologo necessariamente deve essere all’interno<br />

dell’esperienza religiosa, ma al<br />

contempo deve essere capace di uscire<br />

criticamente dall’esperienza religiosa e<br />

guardare ciò che tutti noi riconosciamo<br />

della religione, cioè che essa è un’esperienza<br />

ambigua: può portare gli uomini<br />

verso la vita, ma può anche portare gli<br />

uomini a togliere la vita. In sintesi il rapporto<br />

della teologia con la religione è un<br />

rapporto critico.<br />

Di Leo. Io colgo al volo la sollecitazione<br />

di Mancuso, che ha richiamato Platone<br />

e il ruolo ambiguo della religione e<br />

della teologia, perché, Marco, ad agosto<br />

c’è stata la sentenza del Tar sul ruolo degli<br />

insegnanti di religione. Cosa ne pensi<br />

di questa sentenza nella chiave data da<br />

Mancuso<br />

Pannella. Mi pare di ricordare che da<br />

Lo scorso 4 settembre, nel corso della seconda edizione<br />

della Scuola estiva dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, il leader<br />

radicale Marco Pannella e il teologo Vito Mancuso<br />

hanno dato vita a un dialogo appassionante ed appassionato,<br />

moderato da Giuseppe Di Leo, vaticanista di Radio<br />

Radicale. Quello che vi proponiamo in queste pagine è<br />

una sorta di resoconto stenografico di quelle due ore.<br />

qualche parte, Vito Mancuso mettesse<br />

giustamente l’accento sulla differenza<br />

tra religione e storia delle religioni. Rispetto<br />

alla questione del Tar la mia posizione<br />

è quella classica dei laici liberali:<br />

noi abbiamo storia della filosofia, storia<br />

della scienza e delle idee, e onestamente<br />

ritengo che la religiosità sia la costante<br />

dell’antropologia umana. Di conseguenza<br />

trovo assolutamente inaccettabile<br />

che non vi sia storia delle religioni<br />

tra gli insegnamenti, e credo che storia<br />

delle religione sia un elemento essenziale,<br />

soprattutto per dei darwinisti come<br />

noi. Credo che dobbiamo inseguire i<br />

sintomi dell’evoluzione delle specie.<br />

Di Leo. E che ne pensi di inserire l’insegnamento<br />

della teologia nelle università<br />

statali<br />

Pannella. Che cosa intendiamo<br />

“La” teologia esiste La teologia Per<br />

esempio esistono religioni molto importanti<br />

che non direi sono teiste in<br />

senso proprio. Hanno una loro teologia,<br />

nel mondo buddhista alcuni ritengono<br />

di sì; quindi il vero problema è che<br />

possono esistere in circostanze speciali<br />

in cui l’una o l’altra università possono,<br />

ad una condizione: che non sia un insegnamento<br />

di una propaganda di una<br />

particolare confessione religiosa. Dopodiché<br />

ci sono e ci possono essere università<br />

vaticane, lateranensi. E quindi credo<br />

sia sbagliato - in termini didattici -<br />

togliere l’elemento della storia delle religioni<br />

che ritengo un connotato della<br />

specie umana. Penso che, seppure abbiamo<br />

teso ad escluderlo, anche le specie<br />

animali possano avere un loro dio.<br />

Laicamente è un imperativo che vi sia<br />

la disciplina di storia delle religioni.

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