e - Associazione Luca Coscioni
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IL MILITANTE<br />
E IL TEOLOGO<br />
ALLA SCUOLA<br />
ESTIVA<br />
LUCA COSCIONI<br />
IL MILITANTE E IL TEOLOGO<br />
Marco Pannella e Vito Mancuso,<br />
dialogo sulla fede e sulla politica<br />
Dal “primo teologo” Platone, all’“imperativo laico” dell’insegnamento delle religioni,<br />
passando per lo statuto dell’embrione. L’evolversi della Chiesa come istituzione, il<br />
rapporto tra dogma e sensus fidelium.<br />
Di Leo. Com’è stato per un teologo il<br />
passaggio dai libri ai giornali E’ un modo<br />
di vivere la fede in maniera diversa<br />
nella sostanza, oppure sono due forme<br />
diverse di una sostanza identica<br />
Mancuso. Innanzitutto grazie per<br />
l’invito, e grazie per l’opportunità e per<br />
l’attenzione che in questo momento mi<br />
date. Per quanto concerne la domanda<br />
specifica, io in un certo senso non vedo<br />
grande differenza tra l’impegnarsi nello<br />
scrivere un libro e l’impegnarsi per fare<br />
un articolo. Ovviamente le differenze<br />
sono note a tutti: un conto è produrre<br />
un libro di settemila pagine, ed un conto<br />
è scrivere un articolo di settemila battute<br />
al massimo. Per quanto mi riguarda,<br />
l’impegno per pensare la pubblicazione<br />
è identico, perché io ritengo che la<br />
scrittura abbia rilevanza pubblica, e che<br />
debba esserci necessariamente nello<br />
scrittore una ricerca della chiarezza,<br />
un’attenzione al lettore; e la chiarezza<br />
può venire solo se si esercita fino in fondo<br />
l’onestà intellettuale: solo se si sa cosa<br />
dire, e se si è onesti con se stessi, perché<br />
a volte la propria posizione può avere<br />
delle aporie, qualcosa che non si chiude;<br />
se si sa cosa dire e se si è onesti verso<br />
il lettore si può raggiungere la chiarezza,<br />
e questo è quello che tento di fare,<br />
nei libri e negli articoli.<br />
Di Leo. La teologia aiuta a credere,<br />
aiuta ad essere dei credenti più maturi,<br />
oppure permette di carezzare delle visioni<br />
più narcisistiche A cosa serve la<br />
teologia<br />
Pannella. Ma i teologi sono tutti<br />
uguali Se chiesto a Mancuso è una cosa,<br />
altrimenti…<br />
Mancuso. Questa è la prima cosa<br />
che avrei detto: ci sono teologie e teologie,<br />
ma la domanda è pertinente, perché<br />
una certa parte del mondo ecclesiastico<br />
guarda alla teologia come a qualcosa<br />
di inutile, supponente e borioso,<br />
che può generare qualcosa chiamato “la<br />
scienza gonfia”. Per rispondere alla domanda<br />
io mi rifaccio al padre della teologia,<br />
a colui che ha inventato il nome<br />
teologia, che non è di formazione cristiana<br />
ed è entrato nel cristianesimo trequattro<br />
mesi dopo che il cristianesimo<br />
ha iniziato ad esistere. I primi secoli cristiani<br />
non conoscevano la teologia in<br />
senso tecnico. E chi ha inventato il termine<br />
teologia E’ stato Platone, nel libro<br />
secondo della Repubblica, e l’ha inventato<br />
in un contesto critico nei confronti<br />
della religione. In quel contesto<br />
Platone discute di quali libri possano o<br />
meno entrare a far parte della città ideale.<br />
Nella città ideali per Platone non devono<br />
entrare Omero ed Esiodo, perché<br />
hanno attribuito alla divinità il male, le<br />
passioni. E noi sappiamo che dio non<br />
può che volere il bene e non può coltivare<br />
le passioni, e per questo motivo la<br />
religione non deve entrare nella città<br />
ideale. Nell’atto costitutivo della teologia<br />
noi abbiamo un rapporto essenziale<br />
con la religione ma anche un rapporto<br />
critico. Senza religione un teologo non<br />
potrebbe esistere; un teologo ateo non<br />
può esistere: sarebbe come pensare ad<br />
un sasso di ferro, un fuoco freddo; il<br />
teologo necessariamente deve essere all’interno<br />
dell’esperienza religiosa, ma al<br />
contempo deve essere capace di uscire<br />
criticamente dall’esperienza religiosa e<br />
guardare ciò che tutti noi riconosciamo<br />
della religione, cioè che essa è un’esperienza<br />
ambigua: può portare gli uomini<br />
verso la vita, ma può anche portare gli<br />
uomini a togliere la vita. In sintesi il rapporto<br />
della teologia con la religione è un<br />
rapporto critico.<br />
Di Leo. Io colgo al volo la sollecitazione<br />
di Mancuso, che ha richiamato Platone<br />
e il ruolo ambiguo della religione e<br />
della teologia, perché, Marco, ad agosto<br />
c’è stata la sentenza del Tar sul ruolo degli<br />
insegnanti di religione. Cosa ne pensi<br />
di questa sentenza nella chiave data da<br />
Mancuso<br />
Pannella. Mi pare di ricordare che da<br />
Lo scorso 4 settembre, nel corso della seconda edizione<br />
della Scuola estiva dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, il leader<br />
radicale Marco Pannella e il teologo Vito Mancuso<br />
hanno dato vita a un dialogo appassionante ed appassionato,<br />
moderato da Giuseppe Di Leo, vaticanista di Radio<br />
Radicale. Quello che vi proponiamo in queste pagine è<br />
una sorta di resoconto stenografico di quelle due ore.<br />
qualche parte, Vito Mancuso mettesse<br />
giustamente l’accento sulla differenza<br />
tra religione e storia delle religioni. Rispetto<br />
alla questione del Tar la mia posizione<br />
è quella classica dei laici liberali:<br />
noi abbiamo storia della filosofia, storia<br />
della scienza e delle idee, e onestamente<br />
ritengo che la religiosità sia la costante<br />
dell’antropologia umana. Di conseguenza<br />
trovo assolutamente inaccettabile<br />
che non vi sia storia delle religioni<br />
tra gli insegnamenti, e credo che storia<br />
delle religione sia un elemento essenziale,<br />
soprattutto per dei darwinisti come<br />
noi. Credo che dobbiamo inseguire i<br />
sintomi dell’evoluzione delle specie.<br />
Di Leo. E che ne pensi di inserire l’insegnamento<br />
della teologia nelle università<br />
statali<br />
Pannella. Che cosa intendiamo<br />
“La” teologia esiste La teologia Per<br />
esempio esistono religioni molto importanti<br />
che non direi sono teiste in<br />
senso proprio. Hanno una loro teologia,<br />
nel mondo buddhista alcuni ritengono<br />
di sì; quindi il vero problema è che<br />
possono esistere in circostanze speciali<br />
in cui l’una o l’altra università possono,<br />
ad una condizione: che non sia un insegnamento<br />
di una propaganda di una<br />
particolare confessione religiosa. Dopodiché<br />
ci sono e ci possono essere università<br />
vaticane, lateranensi. E quindi credo<br />
sia sbagliato - in termini didattici -<br />
togliere l’elemento della storia delle religioni<br />
che ritengo un connotato della<br />
specie umana. Penso che, seppure abbiamo<br />
teso ad escluderlo, anche le specie<br />
animali possano avere un loro dio.<br />
Laicamente è un imperativo che vi sia<br />
la disciplina di storia delle religioni.