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e - Associazione Luca Coscioni

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24<br />

LETTURE<br />

LE NOSTRE<br />

SEGNALAZIONI<br />

a cura di Maria Pamini<br />

Claudia Mancina, La laicità al tempo della<br />

bioetica, Il Mulino, 2009, pp. 156, euro 14,00<br />

Il nuovo lavoro di Claudia Mancina<br />

(docente di Etica alla Sapienza, ex parlamentare<br />

pidiessina e membro del Comitato<br />

nazionale di bioetica) è un'ulteriore<br />

La “ragione pubblica”<br />

non ammette zona grigia<br />

riflessione sulla laicità che, malgrado il livello<br />

alto di riferimenti filosofici, si pone<br />

un obiettivo concreto: individuare una via<br />

d'uscita in una situazione, quella italiana,<br />

che si trova, sul piano politico e legislativo,<br />

in balìa di posizioni di stampo etico-religioso.<br />

La laicità è qui intesa come neutralità<br />

dello Stato, che dev'essere inclusivo e tollerante<br />

nei confronti delle diverse espressioni<br />

religiose purché esse abbandonino<br />

“la loro pretesa di servire da base della decisione<br />

politica, che concerne e obbliga<br />

tutti i cittadini”, evitando così il modello di<br />

“laicità militante” alla francese, non adatta<br />

alle odierne società pluraliste.<br />

Nel libro si fa riferimento ampiamente<br />

alle considerazioni esposte da John Rawls<br />

in Liberalismo politico. Seguendo Rawls,<br />

dunque, Mancina non si serve della dicotomia<br />

laico/religioso bensì di quella più<br />

feconda pubblico/non pubblico, dove ciò<br />

che non è pubblico non ricade nella sfera<br />

del privato bensì del sociale. Sulla definizione<br />

di tali concetti, che non sono dati<br />

una volta per sempre, l'autrice si sofferma<br />

a lungo ed è interessante la sua ricostruzione<br />

dei cambiamenti fondamentali avvenuti<br />

negli anni sessanta, soprattutto a<br />

partire dai diritti acquisiti dalle donne. Liberando<br />

la donna dal dominio della famiglia<br />

e quindi superando la coincidenza tra<br />

privato e famiglia (patriarcale) si viene così<br />

sempre più a porre in primo piano la garanzia<br />

dell'autonomia decisionale dell'individuo.<br />

Seguendo questo ragionamento, anche<br />

quelle problematiche che secondo alcuni<br />

dovrebbero rimanere in una cosiddetta<br />

“zona grigia” non regolamentata<br />

dalla legge, per Mancina non possono essere<br />

sottratte a decisioni pubbliche, come<br />

del resto tutte le democrazie occidentali<br />

stanno cercando di fare sulle questioni di<br />

bioetica. “La medicina, l'attività di riabilitazione,<br />

l'assistenza data ai malati e agli<br />

infortunati, ha ormai una componente<br />

tecnica di dimensioni tali da non poter essere<br />

più considerata come una protesi<br />

neutra dei processi naturali”.<br />

Convenendo, dunque, che sugli argomenti<br />

di bioetica lo Stato debba legiferare,<br />

come farlo al meglio Dopo aver analizzato<br />

il caso esemplare della procreazione<br />

assistita, Mancina conclude che bisogna<br />

“fare riferimento a quelli che sono i<br />

valori fondamentali della democrazia liberale,<br />

che sono la libertà, l'eguaglianza, il<br />

rispetto. La visione religiosa della sacralità<br />

della vita non è condivisa da tutti, e non<br />

può quindi essere il valore principale da<br />

difendere: non con la forza della legge, che<br />

si esercita su tutti i cittadini”.<br />

Rifacendosi nuovamente al pensiero<br />

di Rawls, Mancina si appella ad una ragione<br />

pubblica che “non pretende di fissare i<br />

rapporti politici in uno schema istituzionale<br />

definito una volta per tutte, ma lascia<br />

decidere ai cittadini e al dibattito pubblico<br />

di volta in volta i mutevoli confini”. E conclude<br />

che “senza dubbio, praticare la ragione<br />

pubblica, non è mai facile, neppure<br />

nella migliore delle democrazie; tanto più<br />

è difficile in circostanze storiche in cui il<br />

legame di cittadinanza si indebolisce. Ma<br />

non c'è una strada più facile o migliore”.<br />

Sarebbe opportuno che anche i membri<br />

di fede cattolica del Pd, a cui Mancina,<br />

insieme ad altri filosofi ed intellettuali,<br />

aveva già rivolto un appello simile (il “Manifesto<br />

per la bioetica”) nel 2007, nell'anno<br />

della sua nascita, facessero tesoro di questi<br />

suggerimenti.<br />

segnalazioni - www.lucacoscioni.it/tag/in_libreria<br />

Ignazio Marino, Nelle tue<br />

mani. Medicina, fede, etica<br />

e diritti, Einaudi, pp. VI-<br />

226, euro 18,00<br />

Quante volte un medico si<br />

sente dire: "Dottore, mi<br />

metto nelle sue mani". Di<br />

fronte a questa totale fiducia<br />

deve mettere in campo<br />

le proprie competenze professionali<br />

e umane, rivolgendo<br />

l'attenzione al recupero<br />

della salute del paziente<br />

come al suo equilibrio<br />

psicofisico. Ignazio<br />

Marino attinge alla sua<br />

esperienza per sviluppare<br />

una riflessione che va dalla<br />

ricerca alla sperimentazione,<br />

dalla vita ospedaliera alla<br />

malasanità, fino alle nuove<br />

frontiere della scienza,<br />

poiché oggi il potere di vita<br />

e di morte dei medici è cresciuto<br />

in maniera esponenziale.<br />

Temi che toccano tutti<br />

in prima persona, chiamati<br />

a comprendere l'intreccio<br />

complesso tra la<br />

medicina, la bioetica e la<br />

politica, ma anche quello<br />

tra il corpo e l'anima, la libertà<br />

e la coscienza, i diritti<br />

dei singoli e il bene comune.<br />

Giancarlo Bosetti, Il fallimento<br />

dei laici furiosi. Come stanno<br />

perdendo la scommessa<br />

contro Dio, Bompiani, pp.<br />

197, euro 13,00<br />

Per Bosetti, nel cosiddetto<br />

post-secolarismo italiano, i<br />

laici che rifiutano di prendere<br />

atto del ritorno identitario<br />

delle religioni finiscono con<br />

il perdere consensi nella società,<br />

anche quando portano<br />

avanti giuste battaglie.<br />

Mentre la Chiesa, arroccata<br />

in una difesa disperata e a<br />

volte prepotente, ignora una<br />

richiesta di spiritualità che<br />

rischia di essere soddisfatta<br />

altrove. Secondo l’autore, la<br />

soluzione è cambiare rotta<br />

in nome dell'apertura reciproca<br />

e la sfida è quella di<br />

forgiare una nuova cultura<br />

laica contro ogni integralismo,<br />

che sappia accettare il<br />

ruolo delle religioni come<br />

rafforzamento e complemento<br />

dello Stato liberale.<br />

Insomma, un concetto di reciprocità<br />

indubbiamente<br />

sui generis: ai laici tutto<br />

l’onere, reprimenda compresa!<br />

Jean-Louis Fournier, Dove<br />

andiamo papà. Vivere, piangere,<br />

ridere con due figli diversi<br />

dagli altri, Rizzoli, 2009, pp.<br />

149, euro 15,00<br />

Jean-Louis Fournier, umorista<br />

di professione, ha avuto<br />

due figli "venuti male",<br />

Mathieu e Thomas, presto<br />

rivelatisi incapaci di crescere,<br />

muoversi, comunicare<br />

come gli altri. Di fronte a<br />

questo dramma, Fournier<br />

reagisce nell'unico modo<br />

che sa: con l'ironia, dimostrando<br />

che ridere è quasi<br />

un dovere nei confronti di<br />

chi è condannato a subire<br />

l'ipocrisia del politicamente<br />

corretto, dei silenzi imbarazzati,<br />

degli sguardi obliqui<br />

e fugaci. Con questo<br />

piccolo libro, l'autore si rivolge<br />

a Mathieu e Thomas<br />

per mostrare l'amore, le frustrazioni,<br />

le speranze e le<br />

paure che qualsiasi padre<br />

prova nel veder crescere i<br />

propri bambini. E si sbarazza<br />

di tabù e pregiudizi, per<br />

restituire ai suoi figli, amatissime<br />

e misteriose creature<br />

"dalla testa piena di paglia",<br />

umanità e dignità.

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