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20 febbraio - Associazione Luca Coscioni

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<strong>20</strong>PACS&PARLAMENTOLE ACROBAZIE VERBALIDELLA POLITICA ITALIANAEutanasia, PACS: chiamiamo le cosecon il loro vero nome.MICHELE AINISla Stampa, 29 gennaio <strong>20</strong>07Domanda alla politica e ai politici:per una volta potremmochiamare le cose con il loro veronome? Giacché nell’infinita baruffatra i partiti sull’eutanasia esui Pacs c’è a quanto pare un solopunto che li mette d’accordo.Guai a pronunziare queste dueparole nelle future leggi che regoleranno(si fa per dire) la questione.Da qui le acrobazie verbalidel programma dell’Unionea proposito delle famiglie di fatto,sette righe che parrebberodettate dalla Sibilla cumana. Daqui i sofismi sulla «buona morte»,dove un demone classificatoredistingue fra eutanasia attivae passiva, accanimento terapeutico,consenso informato, rifiutodi cure, testamento biologico,suicidio assistito. Da qui,infine, la vertigine che prendealla gola gli italiani: secondol’Eurispes 6 su 10 non capisconodove stia la differenza fra eutanasiae rifiuto dell’accanimentoterapeutico. Non ci hocapito granché nemmeno io,per quanto mi ci sia sforzato.Dopotutto se l’eutanasia è unamorte provocata su richiesta delmalato, conta assai poco il modocon cui questo dolente appellovenga in concreto soddisfatto.E infatti quando la domandaè chiara lo è altrettantola risposta: sempre l’Eurispes attestache il 68 per cento degli italianiè favorevole all’eutanasia,Io non cerco carità e nemmenopietismo: cerco risorse econsensi su un obiettivo erivendico di farlo utilizzando ilmio corpomentre i contrari sono soltanto2 su 10. Conta qualcosa la volontàdegli elettori? E quantoconta il fatto che in Italia le donneconiugate nel <strong>20</strong>05 fosseroappena 334.690 in più delle nonconiugate? Quanto conta che leconvivenze stiano ormai per sopravanzarei matrimoni, e chequesto fenomeno si consumituttavia in un deserto di diritti?C’è insomma un problema, anziun doppio problema, che lasocietà civile rivolge alla politica.Ma la politica parrebbe incapacedi risposte, paralizzata daiveti incrociati fra i partiti che vivonolassù nel Palazzo. E alloraprova a neutralizzare i conflittiponendo un tabù sulle paroleche designano i conflitti, vittimadi quel «terrore semantico» dicui parlò Calvino, come se lavita e il mondo fossero indecenti,e dunque andassero perquanto possibile oscurati. Masoprattutto finge di trovare soluzioni,scrivendo leggi amletiche,assumendo decisioni che infinenon decidono. Succede innanzituttosulle questioni di fine vita.Un disegno di legge che haquali primi firmatari Villone eMarino disciplina il rifiuto ditrattamento sanitario, pur ammettendoche questo diritto ègià sancito dalla Costituzione, eche perciò la legge non sarebbenecessaria. E allora perché maiapprovarla? Un’altra propostaregola il testamento biologico,benché – come ha ricordatoUmberto Veronesi – sette milionidi tedeschi già lo pratichinopur in assenzad’ogni prescrizionenormativa. Masuccede altresìsui Pacs, dovela questionepiù spinosa – ildiritto alla pensionedi reversibilità –parrebbe rinviata alle calendegreche. Sul resto viceversa c’è unaccordo, o forse un cruciverba.Non riconoscimento ma «accertamento»delle unioni di fatto.Non un registro ma un certificato.Diritti agli individui, nongià alla coppia. Ma una coppianon è formata da due individui?Insomma c’è da riesumare conurgenza la virtù della chiarezza,tirandola fuori dalla tomba incui l’ha ormai sepoltala politica italiana. Anche perchéaltrimenti qualsiasi leggesui temi etici rischia di diventarecome quel libertino di mezzaetà di cui parlò Calamandrei suibanchi dell’Assemblea costituente:un’amante giovane gliaveva strappato via tutti i capellibianchi per ringiovanirlo,mentre l’anziana moglie gli avevatoltoquellineri per renderlopiù vecchio.Col risultato che il libertino rimaseinfine con la testa completamentecalva. Sicché se il legislatoreè un po’ il nostro barbiere,c’è almeno una preghiera darivolgergli: per carità, non ci rasatea zero.Ascolta “Il Maratoneta”, latrasmissione dell’associazione <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> in diretta su Radio Radicaleogni sabato dalle 14:30 alle 15:30.La trasmissione, curata da MirellaParachini e Luigi Montevecchi, oltrea trattare ed approfondire i temidell’attualità politica sui temi dellabioetica e della ricerca, informasulle attività dell’associazionestessa.“Il Maratoneta” è oggi scaricabileanche in podcasting o riascoltabilein streaming. Tutte le informazionisu www.radioradicale.it ewww.lucacoscioni.it.INVIA UN CONTRIBUTO E RICEVERAI IL NOSTRO GIORNALE NOTIZIE RADICALI

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