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20 febbraio - Associazione Luca Coscioni

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ABORTO&DICELLULEALTERNATIVA25NOI RISVEGLIATI DAL TORPOREEmilia Simonetti: “raccogliamo la sfida dei clericali”.MARCO VALERIO LO PRETELa discussione che si è aperta sulla convenzionetra il Centro di Aiuto alla Vitae l’Azienda Sanitaria S. Carlo ha fattoesplodere la questione laicità inBasilicata. Occasione per una riflessioneche riguardi tutto il paese?Certo, ed è per questo che occorre unapremessa generale: sia il movimento delledonne, che alcuni partiti della sinistra,che i sindacati, negli ultimi anni non sisono più occupati della questione relativaalla interruzione di gravidanza ed ingenerale delle questioni più generali cheriguardano non solo le donne, ma - inmaniera più ampia - relative al rispettodella persona e della tolleranza.Dal macro al micro dunque…Si, anche nella nostra regione è venutameno l’attività, la tensione, rivolte a certiargomenti. Basti pensare che esiste solouna associazione Telefono Donna intutta la regione. Tutt’intorno non è rimastopiù nulla del pensiero laico. QuandoMaurizio (Bolognetti, n.d.R.) ha sollevatola questione in un primo momento nonho risposto, anche perché allora mi cimentavocon un’attività per me nuova.Poi l’ho conosciuto per la questione eutanasiaed ho capito che potevamo farequalcosa insieme.A partire da quel momento il fronte comunecon la cellula <strong>Coscioni</strong> lucana persventare un nuovo accordo privilegiatotra strutture pubbliche e Centro diAiuto alla Vita…Ho risposto con convinzione, sostenendoquanto lui andava dicendo: negli anniscorsi forse avevamo avuto pure notiziadi questo accordo, ma avevamo in qualchemodo rimosso il tutto. Una non conoscenzaed un silenzio comunque gravi.Maurizio con questa forte iniziativa ciha risvegliato dal torpore. Abbiamo avutouna responsabilità nel lasciare spazicosì ampi al CAV. La presenza di questaassociazione costituisce un attentato all’equilibriodella donna e al suo diritto discelta, una negazione del fatto che unadonna possa liberamente scegliere da soladella sua vita.Di poche ore la notizia secondo cuil’ospedale San Carlo non rinnoverà laconvenzione con il CAV. Il fronte laicopuò cantare vittoria?Una vittoria parziale, quantomeno perchéil CAV ed i clericali sono stati costrettia fare marcia indietro. Subito dopo ilcomunicato di Maurizio c’è stata la presadi posizione del sindaco di Potenza, delConsigliere regionale della Margherita,insomma una levata di scudi; dall’altraparte si è avviata una discussione con ilsenatore DS Di Siena e gruppi di donnedi Rifondazione. Si è affermato il principiosecondo cui la convenzione non varinnovata. Daranno una stanza ai volontaricattolici, lontano dai locali in cui ledonne stazionano, e chi vorrà potrà rivolgersiliberamente a loro.Il principio della laicità esce sicuramenterafforzato dalla battaglia…Certo, laicità intesa non come indifferenzaalla questione umana, ma come principiosecondo cui sono i principi legislativi aregolare la realtà e non i principi di fede.Rafforzato ne esce anche il diritto all’autodeterminazionedella donna. La vita, occorrericordarlo, si difende garantendo dignitàa tutti. La vita si difende permettendoalle persone di vivere dignitosamente, apartire dalla garanzia dei diritti sociali. Suquesti temi noi laici possiamo mettere iclericali alle corde. Ringraziarli pure per lecavolate che hanno fatto, come il rifiuto diconcedere dei funerali religiosi a Welby.Raccogliamo la sfida con equilibrio, attivandonella società un dibattito. E’ perquesto che mi sono iscrittaall’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.Emilia Simonetti è Presidente del grupporegionale di Rifondazione comunista inBasilicataL’INDIFFERENZA E IL FANATISMOPersa la vocazione sturziana e laica della tradizione della Dc lucanaPIERO DI SIENASenatore dei Democratici di SinistraLa vicenda, sollevata dal segretariodei Radicali <strong>Luca</strong>ni, MaurizioBolognetti, è di quelle che suscitanosconcerto. Viene da chiedersicome sia stato possibile che percirca un decennio - in violazionedella legge 194- un'organizzazionecon un chiaro indirizzo ideologicoe religioso abbia potutosvolgere all'interno dell'Ospedaleregionale di Potenza un'azione disostanziale pressione e condizionamentosu scelte che la legge affidain ultima istanza alla libertàdelle donne. Infatti, la legge 194prevede la possibilità di stipulareconvenzioni tra il pubblico e organizzazioniprivate ma a livellodi consultori, dove dovrebbe esserepraticata l'opera di prevenzione,e non negli ospedali.Che questa situazione fosse ignoratadai principali esponenti delleistituzioni e dalle stesse organizzazionifemminili, che nessunonel corso di questi dieci anniabbia mai sollevato un problema- e sia toccato di farlo al solo segretarioregionale radicale - appareinvero stupefacente. E inducea interrogarsi su una sorta diimpermeabilità delle classi dirigentilucane, nonostante la regionesia stata protagonista di unpositiva e prolungata esperienzadi governo di centrosinistra, e delcomplesso della sua opinionepubblica a questioni eticamentesensibili. Di tale impermeabilità,o sordità che dirsi si voglia, si eranoavuti segnali nel corso dellacampagna referendaria sulla fecondazioneassistita. Ma anchel'indifferenza con cui l'opinionepubblica ha accolto di volta involta le clamorose vicende giudiziariesollevate dalla Procuradi Potenza, indipendentementedal loro esito, non costituisceun buon segnale sul radicamentodi un forte senso civico.Che questo non sia un segnalepositivo in un momento in cuila politica è chiamata a misurarsicon temi eticamente sensibiliquali i caratteri della convivenzatra le persone e il rapportotra la vita e la morte è deltutto evidente. Dietro lo smarrimentodi una concezione laicadei rapporti tra valori e politicacredo che vi sia soprattuttoquesta indifferenza. E il fanatismo,che spesso per reazione siproduce, è solo l'altra faccia diquesto stato delle cose.A testimoniare la fondatezza diqueste mie osservazioni vi è laArrivare a preferire che i 30mila embrioni soprannumerariesistenti in Italia rimanganomateriale congelato, fino amarcire, piuttosto che essereutilizzati per la ricerca, èun'aberrazione estranea aqualsiasi religiositàIL NUMERO DUE DI “AGENDA COSCIONI”È STATO CHIUSO GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO <strong>20</strong>07DIRETTORE:Marco CappatoHANNO COLLABORATO:Angiolo Bandinelli, RoccoBerardo, Alessandro Capriccioli,Josè De Falco, Maria AntoniettaFarina <strong>Coscioni</strong>, Giulia Innocenzi,Chiara Lalli, Stefania Langiu,Marco Valerio Lo Prete, SimonaNazzaro, Maria Pamini, MirellaParachini, Marco Perduca,Carmen Sorrentino, GianfrancoSpadaccia.GRAFICA:Mihai RomanciucILLUSTRAZIONI:Paolo Cardoniclamorosa regressione degliorientamenti dei cattolici impegnatiin politica in Basilicata. Ladiscesa in campo a difesa del ruolodel Cav nell'ospedale S. Carloda parte di autorevoli esponentidella Margherita può sembrareovvia solo a chi non conosce laparticolare vocazione sturzianadella tradizione della Dc lucanache ha sempre tenuto a distinguerel'impegno dei cattolici inpolitica e l'affermazione dei valoricristiani.E stupisce anche che i dirigentidella maggioranza dei Ds nonsiano riusciti in questo caso aprofferire una parola chiara, cioènon siano riusciti a dire che il rapportotra Cav e S. Carlo debba essereinterrotto, limitandosi ad affermareche (bontà loro!) la legge194 deve essere applicata. Da chie come non è dato sapere.Comunque l'iniziativa diBolognetti ha scosso le acque.Sulla questione del S. Carlo si ècostituito un comitato che si èdenominato "Donne Insieme" eche può riaccendere l'attenzionee la discussione su questioni datroppo tempo trascurate. E c'è daaugurarsi che in Basilicata dalla"forza delle donne", come untempo si diceva, possa venire uncontributo a elevare il confrontocivile.

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