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20 febbraio - Associazione Luca Coscioni

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PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIO.AIRICERCATORI5E’ possibile, per il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong>, chiamare aduna forte mobilitazione altre decine o centinaiadi scienziati - insieme a migliaia di cittadini- sull’obiettivo della libertà di ricercascientifica? Oltre un secolo fa, lavoratori,operai e contadini, uomini e donne, si mobilitaronoper rivendicare il diritto alla lorodignità come lavoratori e come persone. E’possibile sperare che nei laboratori e nelleuniversità vi siano oggi donne e uominidecisi a muoversi in prima persona per promuovereil bene più necessario alla conoscenzae alla ricerca in “scienza e coscienza”,la libertà? Vogliamo provarci?LIBERTÀ DI RICERCAGiulio Cossu. Professore ordinario diIstologia e embriologia medicaall’Università di Roma “La Sapienza”.Consigliere generale dell’associazione<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, è tra inoltre Direttoredell’Istituto per le cellule staminali delSan Raffaele di Milano.Margherita Hack. Professore ordinariodi Astronomia all'Università di Trieste.Dal <strong>20</strong>03 è iscritta all’associazione <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>. Astrofisica italiana di famainternazionale, ha lavorato pressonumerosi osservatori americani edeuropei ed è stata per lungo tempomembro dei gruppi di lavoro dell'ESA edella NASA.Cesare Galli. Medico veterinario, si èiscritto all’associazione <strong>Coscioni</strong> a partiredal <strong>20</strong>03. Noto nel mondo per avereprodotto il primo toro “fotocopia” Galileo,il primo cavallo clonato Prometea, e ilprimo clone di cavallo-campione: Pieraz.Gianni Vattimo. Professore ordinario diFilosofia teoretica all’Università di Torino.Dal <strong>20</strong>03 è iscritto all’associazione <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>. Oltre ad aver studiato ecollaborato assieme ad alcuni dei filosofipiù illustri del XX secolo, seguendo leimplicazioni politico-sociali della suaispirazione filosofica, Vattimo si è poiimpegnato in politica, in un primomomento nel Partito Radicale, con unimpegno costante come quello della lottaalle discriminazioni sessuali.Usciredal chiusodei laboratoriANTONINO FORABOSCOProfessore ordinario di genetica medica all’Universitàdi Modena e Reggio EmiliaGli scienziati devono avere una presenza pubblicapiù marcata e definita, anche per potereproseguire il loro lavoro. Le ragioni di questapresenza pubblica sono molte. Alcune sonoconnesse al fatto che la scienza è pur sempreun’impresa sociale che interagisce con la societàpiù vasta, altre connesse col fatto che sonorichiesti finanziamenti pubblici gestiti daistituzioni regolate dalla società stessa. Non viè insomma più alcun dubbio che essi devonouscire dal chiuso dei laboratori per fare sentiree far pesare la loro voce. Lo fanno altre categorieun tempo chiuse nel loro ambito (adesempio i magistrati), e deve essere fatto anchedagli scienziati. La loro presenza pubblicadiviene anche un loro preciso impegno civileper contrastare le agguerrite crociate antiscientificheche sempre più si leverannocontro i progressi della scienza e della medicina.Gli scienziati non hanno tuttavia da soli glistrumenti per dedicarsi a questo difficile compito,devono pertanto essere aiutati. Il mondopartitico italiano deve risvegliarsi e attivarsisubito per confrontarsi con la scienza e inserirecontenuti scientifici nei programmi politici...Io credo che una risposta concreta in questosenso sia quella lanciata dall’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> che ha organizzato un“Congresso Mondiale per la Libertà di Ricercascientifica” il cui primo incontro è stato svoltonel <strong>febbraio</strong> <strong>20</strong>06. Questa iniziativa intendeinnanzitutto promuovere un vasto dibattitopubblico, a livello internazionale, sugli ultimisviluppi relativi alla ricerca scientifica, in particolarequella sulle scienze della vita. Si propone,anche, di indagare i meccanismi che sonoall’origine di quelle percezioni distorte dellascienza che favoriscono la strumentalizzazionepolitica di atteggiamenti irrazionali al finedi giustificare la limitazione delle libertà diricerca e di cura e, più in generale, lo spazio dilibertà individuale nelle scelte riguardanti lasalute e la malattia.tempo che - diceva <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> - “non possiamoaspettare”, sarà accorciato seciascuno di noi da subito siimpegnerà per una grandegiornata per la libertà di ricerca,anche in memoria dell’uomoche in Italia l’ha fatta vivere.Contattaci allo 06-68970286.NOI MALATI SENZA DIRITTIPer Patrizia Battistini, Presidente dell’associazione www.unbambino.it “gli effetti negativi della Legge 40 sullecoppie che avrebbero bisogno di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistite sono sotto gliocchi di tutti. Medici che trasferiscono pazienti nelle cliniche all'estero dove poi fanno cose che in Italia sonovietate. Costi pubblici superiori a quelli dei centri privati. Pazienti sempre più silenziosi e clandestini nel vivereil proprio dramma di famiglia mancata”. Per Monica Soldano, Presidente dell’<strong>Associazione</strong> Madre Provetta,“Da quando è entrata in vigore la Legge 40 l’alleanza terapeutica tra il medico e la coppia infertile è naufragataed è stata defraudata di ogni valore. Anche il nuovo codice deontologico degli ordini dei medici, approvatolo scorso dicembre, riconferma come presupposto imprescindibile dell’etica medica: l’onestà dell’informazione,l’aggiornamento costante e la veridicità. Tutto questo, ricondotto nell’ambito della medicina della riproduzione,sconforta il medico curante impossibilitato ad offrire alla coppia il meglio che potrebbe”. Per FilomenaGallo, Presidente di Amica Cicogna ONLUS “a quasi tre anni dalla applicazione della Legge 40/04 questo testoha dimostrato di fare acqua da tutte le parti. Lo si vede dai continui ricorsi alle aule di giustizia e da un numerocrescente di coppie che si rivolgono all’estero anche quando questo è ingiustificato (ovvero nel caso di tecnicheammesse in Italia). Da subito ci aspettiamo un aggiornamento delle Linee Guida, come previsto per legge.Questa volta partecipando alla stesura: come avviene per i tavoli di lavoro su altre patologie dove le associazionidi pazienti sono presenti perché portatori di interessi collettivi diffusi”

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