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20 febbraio - Associazione Luca Coscioni

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PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIO!NEL NOMEDI LUCA9ALFONSO PECORARO SCANIOallora Leader dei VerdiALESSANDRA MUSSOLINIEuroparlamentareOLIVIERO DILIBERTOSegretario del PdCIGIANFRANCO ROTONDISegretario della DCGIOVANI DELLA MARGHERITAEsprimo a nome di tutti i Verdicordoglio e commozione perla scomparsa di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,che con le sue battaglie hadato un grande contributo allaricerca scientifica e con il suoimpegno per la libertà è statoun esempio per tutti.Il mio pensiero e quello di tuttoil movimento che rappresentova alle battaglie civili condottee alla dignità che ha saputomantenere in tutti questi anni.Non posso non rilevarel'ipocrisia di chi solo un annofa, in occasione dell'elezioniregionali, mise il veto allapresentazione delle liste a suonome e oggi piange lacrime.Esprimo il più sentitocordoglio per la perdita di uncoraggioso combattente per idiritti civili e per la libertà diricerca, contro ogni forma dioscurantismo. I ComunistiItaliani esprimono la loro vivapartecipazione al dolore per laperdita di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.Esprimo sentimenti dicommozione e di cordogliomiei personali e di tutta laDemocrazia Cristiana per lascomparsa di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,che, con la sua testimonianzadi attaccamento alla vita e perla vita, ha rappresentato unapagina importante dellasocietà e della politica italiana.Viene a mancare una vocesincera, libera econvintamente democratica.Ricorderemo la sua grandeforza di volontà, il suocoraggio, che sono comunqueun punto di riferimento per lenuove generazioni.che non la si è scelta, ma che se ne puòessere gli artefici nel suo divenire.Invettivaagli ipocritiIl significato della mia esistenza è quello di viverla,così come mi è consentito, punto e basta. Nella miaavventura radicale, la cosa più importante, chepenso di essere riuscito a realizzare, è quella di averfatto di una malattia, una occasione di rinascita, e dilotta politica. Di avere avuto la forza e il coraggio, ditrasformare il mio privato in pubblico. Di avereribadito che la persona malata è, innanzituttopersona, e come tale, ha diritto a vivere una esistenzapiena, e libera, contro il senso comune e le ipocrisiequotidiane, che vorrebbero, invece, relegarci in unaterra di nessuno.Voglio affrontare un argomento che credosia di un certo interesse, almeno lo è,per me. Mi sono spesso domandatoquale potesse essere il significato dellamia esistenza, e il contributo che avreipotuto dare a me, e ai radicali italiani. Larisposta, è al tempo stesso semplice ecomplessa, così come, semplici e complessi,sono tutti i fatti della vita di unapersona. Dopo questo lungo pippone,ho optato per un taglio conclusivo comico,in modo tale da non essere mandatoa fare in culo, prima della fine, di questomio, non breve, intervento.In primo luogo, il significato della miaesistenza è quello di viverla, così comemi è consentito, punto e basta. Nella miaavventura radicale, la cosa più importante,che penso di essere riuscito a realizzare,è quella di aver fatto di una malattia,una occasione di rinascita, e di lottapolitica. Di avere avuto la forza e il coraggio,di trasformare il mio privato inpubblico. Di avere ribadito che la personamalata è, innanzitutto persona, e cometale, ha diritto a vivere una esistenzapiena, e libera, contro il senso comune ele ipocrisie quotidiane, che vorrebbero,invece, relegarci in una terra di nessuno.Che cosa può succedere quando ci si ritrovasu una sedia a rotelle e senza voce?Succede di tutto. Il silenzio si fa, però, parola,anche se, parola interiore.Così, uscendo dall'albergo, per andare apiazza del Pantheon, mi si avvicina unasignora, che, guardandomi le gambe, enon negli occhi, mi domanda se sonosordo. Non posso parlare, ma la mia voceinteriore le dice, Brutta imbecille, se miguardassi negli occhi, e non le gambe,non ti ci vorrebbe molto, a capire che cisento benissimo, anche se non ho nessunavoglia di ascoltare le tue cazzate.Tornando in albergo, il portiere domandaa Maria Antonietta, se posso salire dasolo i tre gradini, sui quali non è statapredisposta la pedana di accesso per i disabili.Ma, brutto testa di cazzo, replica lamia voce interiore, ti sembra che se potessifarlo, me ne starei seduto su una sediaa rotelle? A Milano, Vincenzo Silani,un neurologo squallido, che sta facendodi tutto, per opporsi al protocollo di studio,nel quale sono stato arruolato, incontrandomiun anno e mezzo fa, nonostantefossi il paziente più grave, mi ha ricevutoper ultimo, facendomi passaredavanti anche quei pazienti che avevanoun appuntamento successivo al mio.Una volta entrato, non sapendo ancora,chi fossi, mi ha messo nelle mani del suoassistente. Con aria scocciata mi ha poispiegato che non c'era niente da fare,che si trattava di una malattia incurabile,come se non lo sapessi già, e mi haconsigliato di tornarmene a casa, dalmomento che, di lì a poco, non mi sareinemmeno potuto più muovere. La miavoce interiore, gli ha risposto: grandissimopezzo di merda, ho già sepolto unodei medici che mi ha fatto la diagnosi infausta,e non è detto che non riesca a sopravvivereanche a te, che con le tue parolefalse, stai distruggendo la speranzadi migliaia di malati, che confidano nellaricerca sulle cellule staminali. La ragioneper la quale, tu macellaio, ti opponi aquesta sperimentazione è tremenda,non vuoi perdere le parcelle dei tuoi pazientiche, uno dopo l'altro, ti stanno abbandonando.Ancora, questa volta a Roma, non direttamentea me, ma a Maria Antonietta,c'è qualcuno, che le chiede se posso o no,scopare. La mia voce interiore, risponde,nuovamente: la sclerosi laterale amiotroficacolpisce la muscolatura volontaria,e non le funzioni sessuali. Certo, nonposso fare tutte le posizioni delKamasutra, ma un po' me la cavo ancheio, brutto imbecille! La scorsa settimana,mi sono recato in una sanitaria per ordinarela mia nuova sedia a rotelle, quellacon il supporto per la testa. Lì, ho incontratoil marito di una malata di sclerosilaterale amiotrofica, che rivolgendosi,chiaramente, sempre a MariaAntonietta, mi ha detto: poverino, non èche al partito ti fanno strapazzare troppo?E quando sei stanco, come fai? Lamia voce interiore gli ha risposto: primo,poverino un pezzo di cazzo! Secondo,sono io ad avere deciso di strapazzarmi,non gli altri per me. Terzo, siccome, sonosempre molto stanco, tanto vale dare unsenso politico a questa stanchezza.Quarto, nonostante tua moglie sia malatacome me, non hai capito minimamenteche tutto quello che sto facendoè anche per lei, e non solo per me. Ma vaa fan culo! C'è però, una cosa, che nonmi è stata mai detta direttamente: poverohandicappato, sei stato strumentalizzato.Il motivo è semplice. La mia voceinteriore avrebbe chiamato il mio avvocato,trasformandosi in un messaggio diposta elettronica, per far partire una denunciaper diffamazione. Si sa, il 99 percento delle persone è senza coglioni, equando si tratta di affrontarsi a viso aperto,gli occhi puntati negli occhi, non ce lafa proprio, e allora abbassa lo sguardo.Noi che non possiamo aspettareC'era un tempo per i miracoli della fede.C'è un tempo per i miracoli dellaScienza. Un giorno, il mio medico potrà,lo spero, dirmi: Prova ad alzarti, perchéforse cammini.Ma, non ho molto tempo, non abbiamomolto tempo.E, tra una lacrima ed un sorriso, le nostredure esistenze non hanno certo bisognodegli anatemi dei fondamentalisti religiosi,ma del silenzio della libertà, che èdemocrazia. Le nostre esistenze hannobisogno di una cura, di una cura per corpie spiriti.Le nostre esistenze hanno bisogno di libertàper la ricerca scientifica. Ma, nonpossono aspettare.Non possono aspettare le scuse di unodei prossimi Papi.LACRIMEDI COCCODRILLOGIULIO GIORELLOCorriere Magazine, 23 marzo <strong>20</strong>06[…] Per contrasto dedico le righe diquesta mia rubrica a una persona cheha saputo, pur tra mille difficoltà, diresì alla vita e lottare per il miglioramentodi questo mondo: <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. Hoaspettato che si attenuasse l’eco dellecelebrazioni ufficiali anche perché nonamo coloro che quando era in vitahanno ostacolato o ignorato le iniziativedi <strong>Luca</strong> e che in morte ne hannoinvece lodato «l’impegno», stando beneattenti a non menzionare quale nefosse la posta in gioco: la rivendicazionedella dignità dell’esistenza (che è altracosa dalla retorica sulla sacralitàdella vita), la libertà della ricerca,l’apertura a tutti, cittadine e cittadini,dei servizi via via messi a punto dalleconquiste della scienza e dellatecno1ogia. Di qui un monito ai nostripolitici (di qualunque schieramento):ai necrologi preferiamo i programmi(possibilmente chiari e brevi). Ci piacevadi <strong>Coscioni</strong> quel suo «programma»etico che consisteva, detto in pocheparole, nel contrapporre una culturadel coraggio a quella cultura deldolore ancora molto diffusa nel Paese.Per esempio, a proposito del parto indolore,apprendo (Corriere della Sera,14 marzo) che ci sono perplessità quida noi per tecniche che sono invececonsentite in Gran Bretagna o negliUSA. Se si tratta di argomenti scientifici,che li si dichiari apertamente. Ma,per favore, basta con i fondamentalistidel “partorirai con dolore”. Che voli altol’aquilone per <strong>Luca</strong>, ma senza alcunfilo di ferro.IL LIBROda caso pietoso a casopericoloso. I testi di <strong>Luca</strong>, con unaprefazione di Umberto Veronesi eduna introduzione del Nobel JosèSaramago, scaricabili gratuitamentedal sito dell’associazione:www.lucacoscioni.it/ilmaratoneta

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