COSCIONI 45_COSCIONI.pdf - Associazione Luca Coscioni
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4<br />
Lettere dal<br />
carcere<br />
Tratte dal sito<br />
www.radiocarcere.com<br />
Francesco Ceraudo PARLA IL DIRIGENTE SANITARIO DEL CARCERE DI PISA<br />
Supplemento<br />
di pena nel<br />
carcere: la sanità<br />
Marco Aurelio<br />
Il bilancio degli operatori sulla<br />
riforma del 2008 della sanità<br />
penitenziaria. Ceraudo:<br />
“E’ stata tradita. Colpa del<br />
sovraffollamento, ma anche dei<br />
conservatori che non sono solo<br />
quelli di Governo”.<br />
Roma. Nel 2008, proprio di<br />
questi tempi, la sanità penitenziaria<br />
smetteva di essere sotto la<br />
responsabilità del ministero<br />
della Giustizia e diventava competenza<br />
del Servizio sanitario<br />
nazionale. Allora, a partire dalla<br />
comunità penitenziaria, in<br />
molti parlarono di uno spartiacque<br />
storico, l’inizio di una<br />
rinnovata attenzione verso la<br />
salute delle persone detenute.<br />
Ma a due anni di distanza, è difficile<br />
dire che quella riforma abbia<br />
fatto la storia: “Ispirata a<br />
principi condivisibili, è stata di<br />
fatto tradita”, dice ad Agenda<br />
<strong>Coscioni</strong> il professore Francesco<br />
Ceraudo, medico che da 40<br />
anni opera nelle carceri italiane,<br />
oggi dirigente sanitario della<br />
Casa circondariale di Pisa e uno<br />
dei massimi esperti della tutela<br />
della salute dei reclusi. Ceraudo,<br />
che pure sottolinea come i<br />
19 istituti di pena della Toscana<br />
siano in condizioni migliori rispetto<br />
alla media italiana, non<br />
può fare a meno di partire dall’ultimo<br />
fatto di cronaca che interessa<br />
proprio la sua regione:<br />
“Il 23 aprile un uomo di 34 anni<br />
si è tolto la vita nella Casa<br />
circondariale di Sollicciano, a<br />
Firenze, impiccandosi con un<br />
lenzuolo. E’ il ventunesimo caso<br />
del 2010; se continuiamo co-<br />
CARCERE E SANITÀ<br />
Il bilancio degli operatori sulla riforma del<br />
2008 della sanità penitenziaria. Ceraudo: “E’<br />
stata tradita. Colpa del sovraffollamento, ma<br />
anche dei conservatori che non sono solo<br />
quelli di Governo”<br />
68.000<br />
I detenuti nelle<br />
carceri italiane,<br />
a fronte di<br />
<strong>45</strong>.000 posti<br />
disponibili<br />
4.000<br />
Gli operatori<br />
sanitari nelle<br />
carceri. Lo<br />
stesso numero<br />
praticamente da<br />
10 anni<br />
21<br />
Sono finora i<br />
detenuti morti<br />
suicidi nei primi<br />
4 mesi del<br />
2010. Nel 2009<br />
furono 72<br />
1<br />
L’unica sala<br />
operatoria<br />
rimasta attiva<br />
all’interno di un<br />
carcere si trova<br />
a Pisa<br />
Io, malato a<br />
Secondigliano<br />
Cara Radiocarcere, mi trovo nel carcere di<br />
Secondigliano da dove uscirò tra poco,<br />
dopo aver scontato circa 5 anni di pena.<br />
Vi scrivo perché purtroppo soffro per un<br />
serio problema di salute. Ho un polipo<br />
nasale e, da ben 2 anni e mezzo, non<br />
riesco ad essere operato. Il fatto è che<br />
durante questi anni il polipo nasale è<br />
cresciuto di dimensioni, tanto che ora<br />
interessa anche il viso e causa continue<br />
ed abbondanti perdite di sangue. Non vi<br />
dico i tempi biblici che ci sono dovuti per<br />
fare una Tac e i relativi accertamenti. La<br />
crescita del polipo nasale mi impedisce<br />
ANIELLO<br />
Carcere di Secondigliano<br />
sì supereremo il record di 72<br />
suicidi del 2009. Il suicidio in<br />
carcere è come un virus, fortemente<br />
alimentato dal sovraffollamento”.<br />
Le carceri italiane, con<br />
una capienza che non raggiunge<br />
nemmeno i <strong>45</strong> mila posti, oggi<br />
già contengono 68 mila persone:<br />
“E da qui all’estate potremmo<br />
arrivare a 70mila”, osserva<br />
preoccupato Ceraudo. Il sovraffollamento<br />
è il primo scoglio<br />
contro il quale ha sbattuto la riforma<br />
del 2008: “In queste condizioni<br />
siamo costretti a rincorrere<br />
le emergenze”. Perché oltre<br />
all’aumentato rischio di contagi,<br />
gli operatori sanitari – tra medici,<br />
infermieri e tecnici – sono<br />
fermi da un decennio a un organico<br />
di 4.000 persone: “Ciò vuol<br />
dire meno controlli e meno medicina<br />
preventiva”.<br />
Non solo, secondo Ceraudo<br />
la riforma della sanità penitenziaria<br />
è stata vissuta da alcune<br />
istituzioni come un’occasione<br />
per “lavarsi le mani” del problema<br />
carcere: “E’ evidente che<br />
l’amministrazione della giustizia<br />
ponga una maggiore enfasi<br />
sulla questione ‘sicurezza’, e per<br />
questo è stato bene che il Sistema<br />
sanitario nazionale divenisse<br />
protagonista – dice Ceraudo -<br />
ma ora il ministero di Via Arenula,<br />
il Dap e i provveditorati regionali<br />
sono praticamente assenti.<br />
A volte questa loro inerzia<br />
diventa addirittura d’intralcio:<br />
ha idea dei problemi che ci sono<br />
per avere una ‘scorta’ per una<br />
persona da ricoverare fuori dal<br />
carcere?”. Ma soprattutto, a proposito<br />
di istituzioni, “l’attuale<br />
ministero dell’Economia ancora<br />
di respirare col naso e mi costringe a<br />
respirare con la bocca, il che mi provoca<br />
problemi anche alla gola. In poche<br />
parole, a causa dei tempi lunghi per<br />
riuscire ad essere operato, la mia malattia<br />
è peggiorata e così un domani sarà più<br />
complicato l’intervento chirurgico che da<br />
anni ancora sto aspettando. Per verità<br />
devo dire che la dottoressa del reparto<br />
Tirreno del carcere di Secondigliano si è<br />
fatta in quattro per aiutarmi. Ha chiesto<br />
continui solleciti e si è sempre impegnata<br />
molto per me. Ma i suoi sforzi sono valsi<br />
a poco. Ed io resto in cella abbandonato<br />
e nelle condizioni che vi ho descritto.<br />
Non mi sembra di chiedere tanto. Non<br />
chiedo la libertà, ma solo la possibilità di<br />
essere curato.<br />
Chi è<br />
Francesco<br />
Ceraudo<br />
Attualmente<br />
dirigente<br />
sanitario della<br />
Casa<br />
Circondariale<br />
di Pisa, è<br />
stato anche<br />
Presidente<br />
dell’Amapi,<br />
<strong>Associazione</strong><br />
medici<br />
Amministrazione<br />
penitenziaria<br />
italiana.<br />
non ha sbloccato i fondi della sanità<br />
penitenziaria del 2009, e<br />
quindi le aziende locali hanno<br />
dovuto anticipare di tasca loro.<br />
Di conseguenza ci hanno dato il<br />
minimo indispensabile, sicuramente<br />
non abbastanza per gli investimenti<br />
in strutture e personale”.<br />
Di cui pure si sente veramente<br />
il bisogno, considerato che le<br />
“La persona<br />
detenuta, quando si<br />
tratta della salute,<br />
ha gli stessi diritti<br />
della persona libera;<br />
spesso è impossibile<br />
fare in carcere anche<br />
una semplice<br />
radiografia o<br />
un’ecografia”<br />
Asl – nel momento in cui hanno<br />
assunto la responsabilità della<br />
tutela della salute dei detenuti –<br />
si sono rese conto che molte delle<br />
strutture prima gestite dal dicastero<br />
della Giustizia erano fuori<br />
uso. Oggi in tutta Italia c’è soltanto<br />
una sala operatoria interna<br />
ad un carcere, ed è quella di Pisa,<br />
diretta da Ceraudo: “Per il resto,<br />
spesso è impossibile fare in carcere<br />
anche una semplice radiografia<br />
o un’ecografia”. Da Roma,<br />
soprattutto, dovrebbe arrivare un<br />
segnale più chiaro sui principi<br />
generali, a partire da quello per<br />
cui “la persona detenuta, quando<br />
si tratta della salute, ha gli<br />
stessi diritti della persona libera,<br />
altrimenti – nota Ceraudo – il federalismo<br />
sanitario, che ormai<br />
riguarda anche le strutture penitenziarie,<br />
diventa parcellizzazione,<br />
autoreferenzialità, al limite<br />
una scusa per non fare nulla”.<br />
Infine, secondo il dirigente sanitario<br />
del carcere di Pisa, a ostacolare<br />
un’efficace applicazione della<br />
riforma ci sono anche due tendenze<br />
fortemente conservatrici:<br />
La Riforma<br />
IL PASSAGGIO DALLA<br />
GIUSTIZIA ALLA SANITÀ<br />
Il trasferimento della<br />
competenza della sanità<br />
penitenziaria dal ministero<br />
della Giustizia al Sistema<br />
sanitario nazionale, e<br />
quindi alle Regioni, è<br />
ancora lontano dal<br />
dispiegare tutti i suoi<br />
effetti. Eppure c’è un<br />
settore nel quale già oggi<br />
le cose, spiega Francesco<br />
Ceraudo, dirigente<br />
sanitario della Casa<br />
circondariale di Pisa, “si<br />
stanno muovendo<br />
positivamente, seppure<br />
con gradualità. Si procede<br />
ad esempio nel senso di<br />
una sostituzione degli<br />
‘Opg’, ospedali psichiatrici<br />
giudiziari”, tristemente noti<br />
come “manicomi<br />
criminali”. Al loro posto,<br />
come sta accadendo in<br />
Toscana con il<br />
trasferimento di 50 malati<br />
psichici nella struttura<br />
Mario Gozzini (o<br />
“Solliccianino”), “si tenta<br />
di costituire piccoli nuclei<br />
di detenuti, in modo da<br />
poter meglio prendere in<br />
carico il loro disagio<br />
psichico. L’ordinamento<br />
vigente in questi luoghi<br />
non dovrà essere più<br />
quello meramente<br />
carcerario, con le sue<br />
limitazioni fisiche e non<br />
solo. La gestione di questi<br />
centri sarà affidata<br />
soprattutto a personale<br />
sanitario, non più a forze<br />
di polizia senza alcuna<br />
professionalità in<br />
materia”.