∑ VO n 10 ottobre 2012_Ottobre 2012 - Provincia Romana ...
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DIVERSAMENTE ABILE<br />
Il padre di Giorgio, un ragazzo disabile, incontra un vecchio amico<br />
Un monologo di Giuseppe Mincuzzi<br />
Ciao, speravo di trovarti qui. Posso?<br />
Scusami, ho bisogno di sfogarmi<br />
un po’. Come si dice, gli<br />
amici sono i fratelli che ti scegli. Sai,<br />
Giorgio ha compiuto 18 anni, 18 anni<br />
dalla sua nascita... mi ricordo come se<br />
fosse ieri. Io non ho assistito, avevo<br />
paura di svenire... che poi è successo,<br />
c’eri anche tu. Il ginecologo insieme al<br />
pediatra m’informarono con tutta la delicatezza<br />
del caso, che mio figlio non<br />
era nato normale. Non dissero proprio<br />
così, il termine medico preciso non lo<br />
ricordo, l’ho rimosso subito... insomma<br />
sarebbe stato un disabile, anzi usarono<br />
un termine più moderno... un diversamente<br />
abile. Mi sentii come se fossi incastrato<br />
in un formicaio con la pioggia<br />
battente che mi spingeva sempre più<br />
sotto, intrappolandomi a vita. Mi senti-<br />
ZIGULÌ<br />
La mia vita dolceamara con un figlio disabile<br />
Massimiliano Verga è il papà di<br />
Moreno, un bambino che è<br />
nato con il cervello grande<br />
“come una zigulì” e riguardo al tema<br />
del “diversamente abile” la pensa così:<br />
«Cosa vuol dire diversamente abile?<br />
Non mi si venga a raccontare che tutti<br />
abbiamo delle abilità e che ognuno di<br />
noi è diverso a modo suo. Questo vorrebbe<br />
dire che siamo tutti sullo stesso<br />
piano, cioè che non siamo diversi…..Ma<br />
proviamo a spiegarlo a chi riesce<br />
a muovere soltanto un dito della<br />
mano. Il nostro mondo no è pensato e<br />
costruito per queste abilità invidiabili…se<br />
parliamo di diversamente abile<br />
ci riferiamo a un mondo che non esiste,<br />
che non conosciamo e che, da<br />
quello che vedo in giro, nemmeno sia-<br />
ATTUALITÀ<br />
vo come soffocare... poi ti subentra una<br />
sensazione strana addosso, una sorta di<br />
miscela esplosiva fatta di rabbia ma soprattutto<br />
amore. Nostro Signore Gesù<br />
non lo avrebbe mai definito un disabile,<br />
ma una creatura di Dio. La vita cercava<br />
d’insegnarmi il contrario... le prime<br />
carezze e i primi sorrisi tardavano<br />
ad arrivare, il suo primo bacio spontaneo<br />
me lo diede, non ricordo bene, forse<br />
a 6 anni. Ma io non ci facevo caso, il<br />
suo sguardo era colmo di amore, fin da<br />
subito. No, non ci facevo caso ma loro<br />
si, si loro i genitori degli altri figli al<br />
parco, con i loro falsi atteggiamenti di<br />
stupida comprensione, di parole velate<br />
di ipocrisia! Ma al dunque facevano capire<br />
ai propri figli di non avvicinarsi a<br />
Giorgio, come se avesse la lebbra, come<br />
se il suo ingiusto ritardo, fosse con-<br />
mo intenzionati a costruire».<br />
Con schiettezza e antiretorica<br />
Massimiliano Verga nel<br />
suo libro “Zigulì” rivela i<br />
sentimenti e le difficoltà con<br />
cui si confronta ogni giorno<br />
il padre di un bambino handicappato.<br />
Dalla parte del genitore,<br />
descrive gli sguardi degli<br />
altri, l’inadeguatezza e la<br />
superficialità della burocrazia,<br />
l’indifferenza, ma soprattutto<br />
la solitudine perché<br />
«Non puoi capire fino in fondo che cosa<br />
significhi vivere con figlio disabile se<br />
non sei suo padre e sua madre».<br />
E una delle difficoltà create dal mondo<br />
esterno è proprio l’ipocrisia che si<br />
tagioso! Ho fatto fatica per tutto! Per ottenere<br />
un insegnante di sostegno durante<br />
tutto il periodo scolastico, per ottenere<br />
che non glielo togliessero, per ottenere<br />
amore! Che poi l’amore non va ottenuto,<br />
l’amore va ricevuto perché donato...<br />
Oggi è il suo compleanno, avresti dovuto<br />
vederlo, felice come un bambino.<br />
Dovevi vederlo insieme ai suoi amici,<br />
tanti e tutti autentici, veri, spontanei. Sai<br />
ho scoperto che in fondo il mondo non<br />
è proprio tutto nero, che le porte chiuse<br />
si spalancano e ci sono tante persone<br />
che ti allungano una mano. Oggi Giorgio<br />
frequenta una casa famiglia, gli insegnano<br />
tante cose ma soprattutto a diventare<br />
il più indipendente possibile,<br />
perché io e mia moglie un giorno non ci<br />
saremo più e lui dovrà cavarsela da solo,<br />
perché in questo mondo che è una<br />
giungla, ci sono persone come te, che<br />
l’hanno considerato sempre un disabile...<br />
Ah no! Tu sei uno di quelli moderni<br />
diversamente abile.<br />
possa star vicino a chi si occupa concretamente<br />
di una persona disabile o addirittura<br />
risolvere i suoi mille problemi<br />
affrontati quotidianamente, chiamando<br />
diversamente, magari con un termine<br />
più elegante, il portatore di handicap.<br />
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