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∑ VO n 10 ottobre 2012_Ottobre 2012 - Provincia Romana ...

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Il dolore è sempre soggettivo: è un’esperienza<br />

somato-psichica caratterizzata<br />

da connotati biologici, affettivi,<br />

relazionali, spirituali, culturali non<br />

separabili tra loro. Si impara a esprimere<br />

il dolore con parole-reazioni frutto di<br />

vissuti psicologici legati alle esperienze<br />

traumatiche precedenti, anche della propria<br />

infanzia e\o adolescenza. L’esperienza<br />

del dolore è collegata fortemente<br />

allo sviluppo cognitivo.<br />

Il bambino può essere colpito da tutte<br />

le cause scatenanti il dolore proprio come<br />

l’adulto. Al dolore legato alla malattia<br />

va aggiunta l’ansia e la paura legate<br />

ad ambienti e persone sconosciute o a<br />

procedure dolorose.<br />

La più comune manifestazione di dolore,<br />

presente nell’emicrania primitiva<br />

(EP) dei bambini, è un sintomo doloroso<br />

spesso sottovalutato.<br />

Viene così definita “emicrania”, nel caso<br />

del paziente in età evolutiva, un dolore<br />

alla testa che permane da 1 a 72 ore e<br />

che è accompagnato da almeno uno dei<br />

seguenti sintomi: fotofobia, fonofobia,<br />

nausea o vomito e tinnito. Il tipo di dolore<br />

può essere fisso o pulsante, di intensità<br />

severa o moderata e peggiorare in concomitanza<br />

con lo sforzo fisico. Sebbene le<br />

cause dell’EP non siano ancora pienamente<br />

conosciute, si calcola che più del<br />

30% dei bambini e dei giovani adulti soffrano<br />

di emicrania almeno una volta l’anno.<br />

Le conseguenze negative dell’emicrania<br />

possono includere: l’assenza da scuola,<br />

il peggioramento delle performance<br />

scolastiche, un deterioramento delle relazioni<br />

familiari e delle relazioni con i coetanei,<br />

difficoltà di concentrazione. In particolare,<br />

i bambini sono più vulnerabili alle<br />

conseguenze del mal di testa rispetto<br />

agli adulti a motivo della difficoltà a localizzare<br />

esattamente la parte dolente.<br />

8<br />

SANITÀ<br />

GESTIONE DEL DOLORE<br />

NELL’EMICRANIA PRIMITIVA<br />

IN PEDIATRIA<br />

Mariangela Roccu<br />

Ricerche recenti mostrano che l’emicrania<br />

ricorrente può diventare una malattia<br />

ingravescente, aumentando la frequenza<br />

e l’intensità degli attacchi dolorosi<br />

fino al punto di configurarsi come un<br />

dolore alla testa quotidiano e continuo.<br />

Nonostante esistano forti evidenze circa<br />

l’impatto negativo che l’emicrania ha<br />

sulla qualità di vita del bambino e lo<br />

stretto rapporto tra la presenza di emicrania<br />

in età pediatrica e lo sviluppo di<br />

mal di testa cronico nell’età adulta, la<br />

maggior parte delle raccomandazioni per<br />

la prevenzione e la gestione dell’emicrania<br />

in età evolutiva è basata sul parere di<br />

esperti.<br />

Una gestione efficace dell’emicrania<br />

pediatrica non può prescindere da un approccio<br />

multidisciplinare centrato sull’intera<br />

famiglia. Il piano assistenziale<br />

dovrà includere non solo la terapia farmacologica<br />

da somministrare al bambino<br />

nel momento dell’acuzie, o preventivamente,<br />

ma anche interventi educativi<br />

su come rendere meno frequenti e meno<br />

intense le crisi dolorose attraverso un’adeguata<br />

terapia comportamentale.<br />

I suggerimenti principali dell’assistenza<br />

al bambino con EP riguardano essenzialmente<br />

la non sottovalutazione dei<br />

segnali, perché è fondamentale che il pediatra<br />

di famiglia stabilisca se il mal di<br />

testa è espressione di emicrania o sintomo<br />

di altre patologie. Inoltre, nella gestione<br />

multidisciplinare l’infermiere<br />

competente in pediatria saprà educare il<br />

bambino e la famiglia a una terapia comportamentale,<br />

ovvero alle modificazioni<br />

dello stile di vita: interventi volti al conseguimento<br />

della massima compliance<br />

del bambino e della sua famiglia al regime<br />

terapeutico. Gli interventi dovranno<br />

riguardare il miglioramento dei modelli<br />

di alimentazione, idratazione, sonno ed<br />

esercizio fisico; interventi psicologici<br />

orientati all’acquisizione di tecniche per<br />

alleviare lo stress o per gestirlo in maniera<br />

efficace. È di fondamentale importanza<br />

fornire informazioni accurate sui<br />

farmaci antidolorifici e sulle conseguenze<br />

derivanti da un eventuale abuso.<br />

Altri aspetti informativi\educativi rivolti<br />

al bambino e alla famiglia, riguardano<br />

la diminuzione di stimoli rumorosi<br />

durante le ore di sonno, la presenza<br />

nell’ambiente di fumo o la temperatura<br />

della stanza eccessivamente alta. È stato<br />

dimostrato che le cattive abitudini nel<br />

modello del sonno sono più frequenti<br />

nella popolazione pediatrica con EP rispetto<br />

a quella non affetta da questo disturbo.<br />

Al fine di identificare i fattori scatenanti<br />

specifici è utile tenere un diario<br />

dell’EP.<br />

Nei casi di EP cronica, può essere indicato<br />

pianificare la terapia antalgica<br />

preventivamente; questo sistema si è rivelato<br />

particolarmente efficace, poiché<br />

permette di ridurre i giorni di assenza da<br />

scuola e di astensione da altre attività fisiche,<br />

limitando così l’impatto potenzialmente<br />

debilitante che l’EP può avere<br />

sulla vita del bambino.<br />

È altresì importante che l’infermiere<br />

coinvolga gli insegnanti circa i farmaci<br />

da somministrare in caso di attacco doloroso,<br />

qualora il bambino non sia ancora<br />

in grado di assumerli autonomamente.<br />

Rendere partecipi anche gli insegnanti<br />

del piano terapeutico del piccolo<br />

studente permetterà al bambino di muoversi<br />

all’interno di un ambiente protetto.<br />

È fondamentale avvisare il bambino e<br />

la sua famiglia dei possibili effetti collaterali<br />

dei farmaci usati per la prevenzione,<br />

ma soprattutto invitare il bambino a<br />

riferire quali misure antidolorifiche si rivelano<br />

più efficaci, per dargli un maggior<br />

senso di controllo, per aumentare il<br />

benessere e per modificare la terapia in<br />

modo da renderla più efficace: questo<br />

migliorerà la compliance terapeutica<br />

della famiglia.

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