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Scarica il pdf - Il profumo della libertà

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<strong>Il</strong> <strong>profumo</strong> <strong>della</strong> <strong>libertà</strong><br />

Vincenzo Calcara, ha anche spiegato perché la così detta “cupola” abbia organizzato<br />

la strage di Via D’Amelio, dicendo : “la mafia aveva paura del coraggio di Borsellino, dell’onore<br />

di Borsellino; perchè Borsellino era <strong>il</strong> vero uomo d’onore, che non diviene tale con la<br />

“pungitura” o bruciando l’immaginetta, ma con la forza delle idee”.<br />

Già: l’“onore di Borsellino”.<br />

In Calcara la parola “onore” è intrisa di sic<strong>il</strong>ianità. Ma l’onore o — se preferiamo<br />

usare un’altra parola — la dignità guidano gli esseri umani tutti; a Palermo come a Bolzano.<br />

Spinge gli uomini verso modi di agire che rispondono alle esigenze sociali; sorregge<br />

coloro che si trovano in particolari circostanze a rischiare e sacrificare la vita; <strong>il</strong> senso<br />

<strong>della</strong> propria dignità anima e pervade tutte le attività sociale positive, anche quelle non<br />

eroiche, ma semplicemente oneste: è a fianco del medico che sacrifica qualche minuto in<br />

più per ben assistere <strong>il</strong> paziente, del professore scrupoloso che si sforza di esser chiaro,<br />

del giudice che r<strong>il</strong>egge ancora una volta <strong>il</strong> fascicolo processuale; persino del cuoco che<br />

cerca di elaborare al meglio <strong>il</strong> cibo, che sbatte con cura le uova perché la frittata riesca<br />

più saporita. Sono condotte che non producono, o comunque non producono sempre,<br />

un immediato vantaggio a chi le pone in essere, ma che soddisfano <strong>il</strong> suo senso <strong>della</strong> “dignità”,<br />

gli conferiscono stima in se stesso.<br />

Anche la criminalità, e in particolare la grande criminalità organizzata come la mafia,<br />

ha — o tenta di costruire — un suo “onore”; mentre sempre più si diffonde nella nostra<br />

società dei consumi un “onore”, un “essere onorati” che dipende esclusivamente dalla<br />

ricchezza e dalla potenza. Ma che cosa ha fatto sentire a Vincenzo Calcara che l’“onore di<br />

Borsellino” è onore “vero”; e quello di Cosa Nostra è onore “falso”?<br />

L’“onore di Borsellino” attinge all’universale, risponde a regole che, secondo le parole<br />

di Sofocle, “[...] non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono; e nessuno sa da quando apparvero”.<br />

L’”onore di Borsellino” risponde a tavole etiche che rendono la vita di tutti migliore;<br />

è espressione di quella carità cristiana che è amore di Dio e del prossimo e che, quindi, è<br />

operativa e fattiva nel sociale. Invece le regole <strong>della</strong> criminalità distruggono la vita e <strong>il</strong><br />

benessere di una società; conducono alla ricchezza di pochi e all’impoverimento di molti.<br />

L’onore autentico attinge all’assoluto e perciò alla religiosità d’amore. A quella religiosità<br />

che è fondamento <strong>della</strong> convivenza civ<strong>il</strong>e, dello Stato e <strong>della</strong> democrazia stessa.<br />

Nella nostra visione politica lo Stato non è un Leviatano signore del bene e del male;<br />

è invece strumento al servizio di valori che esso non crea; è un mezzo per perseguimento<br />

del bene comune.<br />

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