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L'evoluzione olocenica - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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iva destra <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> il Colle <strong>del</strong> Vaticano era <strong>del</strong>imitato da due profonde incisioni, che<br />

interrompevano la continuità <strong>del</strong>l’imponente dorsale Monte Mario-Gianicolo. In quel periodo la<br />

sommità <strong>di</strong> Monte Mario si elevava a quasi 200 metri dal fondovalle, dove scorrevano le acque <strong>del</strong><br />

<strong>Tevere</strong>.<br />

Le incisioni in riva sinistra erano invece più numerose e già andavano a <strong>del</strong>ineare la ben nota<br />

morfologia dei "colli". Pincio e Quirinale erano <strong>di</strong>visi da una valle ove più tar<strong>di</strong> scorreva un torrente,<br />

chiamato durante il periodo romano Petronia Amnis (attuale Via <strong>del</strong> Tritone). Un’altra profonda<br />

incisione che separava il Campidoglio dal Palatino <strong>di</strong>venne sede durante l’Olocene <strong>di</strong> una zona<br />

paludosa (Velabrum Minus), che fu bonificata e <strong>di</strong>venne sede <strong>di</strong> parte <strong>del</strong> Foro Romano. Più a sudest<br />

tra Esquilino e Celio si trovava un’altra profonda incisione valliva, corrispondente alle attuali Via<br />

Labicana-Via <strong>di</strong> S. Gregorio, che sfociava in una grande valle (<strong>di</strong>venuta poi un’ampia e profonda<br />

palude in periodo romano, nota come Velabrum Maius) che correva nella zona Circo Massimo-<br />

Terme <strong>di</strong> Caracalla e sfociava nel <strong>Tevere</strong> presso l’attuale isola Tiberina. L’incisione <strong>di</strong> Via Labicana<br />

corre al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>la porzione meri<strong>di</strong>onale <strong>del</strong> Colosseo, costruito infatti sui terreni olocenici<br />

depositati in seguito alla risalita <strong>del</strong> livello <strong>del</strong> mare. La presenza <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti scadenti dal punto <strong>di</strong><br />

vista geotecnico ed in grado <strong>di</strong> produrre locali amplificazioni <strong>del</strong>le onde sismiche durante i terremoti,<br />

è probabilmente all’origine <strong>del</strong> ce<strong>di</strong>mento e <strong>del</strong>la successiva asportazione dei materiali lapidei <strong>del</strong>le<br />

arcate esterne <strong>del</strong> Colosseo (Funiciello et al., 1995, figura 2).<br />

(Figura 2)<br />

1.2 - Evoluzione <strong>del</strong> litorale ed eustatismo<br />

Sappiamo da ormai molti anni che nel corso <strong>del</strong> Pleistocene (da 1,8 milioni a circa 10.000 anni fa) il<br />

livello dei mari ha subito notevoli variazioni, oscillando <strong>di</strong> molte decine <strong>di</strong> metri rispetto al livello<br />

attuale. Queste oscillazioni hanno fatto variare <strong>di</strong> continuo la linea <strong>di</strong> costa nell’area laziale, e dato<br />

luogo a perio<strong>di</strong> in cui il <strong>Tevere</strong> creava profonde incisioni per erosione a causa <strong>del</strong>l’abbassamento<br />

<strong>del</strong>le acque marine, e perio<strong>di</strong> in cui questa valle incisa veniva rialluvionata e colmata <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti.<br />

Essenzialmente i perio<strong>di</strong> in cui il livello <strong>del</strong> mare era basso corrispondono a perio<strong>di</strong> glaciali, in cui<br />

gran parte <strong>del</strong>le acque erano sottratte al mare ed imprigionate nei ghiacciai e nelle calotte glaciali<br />

polari. Viceversa nei perio<strong>di</strong> cal<strong>di</strong> i ghiacci si scioglievano e restituivano l’acqua al mare, che

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