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Fabrizi F _ Traversi G.C. LA CHIESA DI - Società Tarquiniese Arte e ...

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Nel 1080 nella gran parte delle città toscane, come in quella di Corneto, scoppiarono di nuovo<br />

“discordie” fra i sostenitori del Papato e quelli dell’Impero. I cittadini che appoggiarono quest’ultimo<br />

furono sconfitti e cacciati dalle rispettive città45) . Ebbero, comunque, la forza di unirsi e l’anno<br />

successivo - nel 1081 - assediarono Toscanella. Ma furono di nuovi sconfitti. 46)<br />

Nel 1082 per intervento della Contessa Matilde di Canossa, venne stipulata una pace, fra i cittadini<br />

del Patrimonio e quelli di Orvieto e della Toscana, che prevedeva la restituzione di Viterbo alla Chiesa<br />

e la possibilità agli sconfitti di rientrare nelle loro città. 47)<br />

Quest’ultimi avvenimenti rilevano quanto Corneto tentasse di uscir fuori dall’influenza politicoamministrativa<br />

di Roma: la città pur appartenendo al Patrimonio di San Pietro, non perse occasione<br />

per schierarsi con le città che sostenevano l’Impero e che erano situate fuori dal territorio del<br />

Patrimonio.<br />

Questi avvenimenti confermano, inoltre, le forti relazioni che Corneto intratteneva oltre che con i<br />

Normanni e quindi con le regioni meridionali, anche con le città toscane e dell’Italia centrale<br />

appenninica. Relazioni che si erano consolidate nel corso dei secoli X e XI48) e che si esplicitarono in<br />

intense politiche-militari-commerciali.<br />

Le discordie ripresero nel 1090, allorquando i cornetani schierandos a favore dell’Impero, assieme ad<br />

altre città, occuparono e saccheggiarono Toscanella49) e nel 1095, quando parteciparono all’assedio di<br />

Montefiascone.<br />

Da questo anno fino al 1134, il Polidori non fornisce più cronache relative agli scontri fra i sostenitori<br />

del Papato e quelli dell’Impero. Ma è proprio del 1134 la notizia, per la quale il Dasti50) - facendo<br />

riferimento al Polidori, al Caffaro e al Valesio - potè così scrivere:<br />

“Corneto si ribellò al vero Pontefice Innocenzo II, ed aderì ad Anacleto antipapa. Poscia incitò e<br />

sollevò tutto il Patrimonio a seguire il suo esempio, lo che ottenne, e se il Papa non fosse stato<br />

aiutato da Lotario III Imperatore di Germania e re d’Italia, Innocenzo non avrebbe potuto sedare<br />

da sé cotal ribellione. I cornetani ‘co loro aderenti, l’antipapa e Ruggero Re di Sicilia, furono rotti e<br />

superati dalle truppe del Papa e dell’Imperatore, le quali mossero subito alla volta di Corneto per<br />

punire questa città, origine della sollevazione del Patrimonio intiero. Fu così ricuperata la città<br />

dalla Chiesa, e fu dato il saccheggio alle case di tutti i ribelli, che si rifuggiarono in Sicilia.”<br />

Questa nota può rappresentare la definitiva e inconvertibile sconfitta politico-militare che interruppe<br />

i rapporti politico-commerciali esistenti fra i cornetani e i Normanni; una sconfitta ancor più<br />

incontrovertibile per la raggiunta riappacificazione fra Genova e Pisa - da sempre le due maggiori<br />

interlocutrici di Corneto51) - e la conseguente loro accettazione del potere Papale.<br />

D’altra parte documenti e/o fonti storiche che ripropongono intese politiche-militari fra cornetani e<br />

Normanni non ve ne sono più o, comunque, i cronisti e storici locali non ne riportano più notizie.<br />

45) M. Polidori - (vedi bibliografia generale n. 21) pag. 166-167<br />

46) M. Polidori - (vedi bibliografia generale n. 21) pag. 167<br />

47) M. Polidori - (vedi bibliografia generale n. 21) pag. 167<br />

48) P. Supino - (vedi bibliografia generale n. 30)<br />

49) M. Polidori - (vedi bibliografia generale n. 21) pag. 167<br />

50) L. Dasti - (vedi bibliografia generale n. 11) pagg. 296-297 / L’Autore fece riferimento al Polipori M. - (vedi<br />

bibliografia generale n.21), al Caffaro (Ann. Genuens) e al Valesio (Codice, pag. 23).<br />

51) P. Supino - (vedi bibliografia generale n. 30)

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