maria de filippi - metromorfosi infocritica a roma e dintorni

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REG MASTICE III Nasce a Rimini, a Portland e a Oxford. Beve preferibilmente vermouth e acqua tonica. Ha un gatto cieco di nome Chesterton e un pesce rosso di nome Hoepli. Guida una Ford Camaro del 65, verde amaranto, ammaccata sul lato destro. Colleziona fucili e dipinge, si interessa di Rock, surf e dottrine esoteriche. In attesa di ricominciare a fumare, indossa sempre la cravatta. Cambia raramente taglio di basette, adora il velluto blu, l'odore di benzina e i fiori di plastica. Illustratore gastrico e psichedelico, consulente cosmico, creatore di rudi cocktails per adolescenti sbracciati. Ha scritto svariati racconti pornografici sotto lo scomodo pseudonimo Vezz Karamazov/Orlowsky, tutti pubblicati su riviste sotterranee tra il 2003 e il 2007. Nel 2008 ha spedito 20 poesie scritte con la mano sinistra a 20 indirizzi immaginari tra Milano e Siracusa. Nel 2011 ha illustrato l'antico testamento con una penna bic su carta per fotocopie, perdendo poi tutte le tavole su un interregionale per Senigallia. È convinto che Bringing all back home di Markus Lansky sia inspiegabilmente il miglior album della storia del Rock, seguito dall'esordio dei Peppermint Trolley Company. Vive in una piccola tenuta chiamata Castle Hooray, vicino al casello di Rimini nord, fitta di zerbini e passaggi segreti. Leggende metropolitane gli attribuiscono diversi poteri ultraterreni, mitigati però dalla sua enorme pigrizia fisica. Amici di Metromorfosi, finalmente l'intervista a colui che sta firmando molte delle nostre copertine e tavole: Reg Mastice, un disegnatore che riconosciamo, nonostante lo stile camaleontico, per i suoi lavori dal tocco inconfondibile e irriverente. Il tuo nome è legato alla rivista. Come sei stato coinvolto nel progetto? L'immancabile Kraushaar mi ha trovato in qualche angolo del web, e mi ha chiesto di illustrare un suo scritto. Sono sempre stato scettico circa l'utilità delle "figurine" nei romanzi, ma i suoi racconti-tic erano diversi, si poteva giocare a costruire una scenografia dell'assurdo, quattro mura senza soffitto tutt'intorno alle parole, quasi delle miniature nevrotiche. Ho accettato. metromorfosi IN COPERTINA Night poem
Non è facile inserire Reg Mastice in un genere ben determinato: spazi in maniera disinvolta dall'onirico al grottesco fino a sfruttare elementi iconografici della tradizione rinascimentale sempre, però, in maniera dissacrante. Chi o quali temi sono fonte di ispirazione nei tuoi fumetti e illustrazioni? Risponderò citando alcuni punti cardine di quella che mi piace chiamare poetica retinica post-moderna, mischiati a nomi di grandi visionari che ritengo costanti fonti d'ispirazione: Albin Brunovsky, false sirene delle isole Fiji, John Buzon Trio, trilobiti, Henry Holiday, fermoimmagini dei video delle torri gemelle, Max Ernst, surf chitarristico, Dino Buzzati, teletubbies, Bouguereau, tassidermia vittoriana, Anna Karina, allucinazioni, Eduardo Munoz Bachs, view-master, i pavimenti a scacchi del Vermeer, Jan Lenica, pecore vegetali, agiografia, ufo, il cane interrato del Goya, il canale di Suez, Guido Cagnacci, corvi bulgari, siringhe, Luigi Galvani, marshmallows, pornografia, unicorni, autopsie, annunciazioni. Immagino che disegni da sempre come la maggior parte degli artisti di professione: c'è un momento particolare in cui hai deciso che questo sarebbe stato il tuo lavoro? Disegnando i volti grinzosi delle mummie egizie, quando avevo cinque anni. Feci queste venti, trenta tavole a matita sui misteri dell'antico Egitto. Indagini prepuberali circa la vita e la morte, e tutto ciò che di grande e assurdo può stare in mezzo. Ho continuato a disegnare fino al 2004, poi ho smesso, perché ho scoperto che scrivendo riuscivo ad utilizzare sfumature che non avrebbero impastato in fase di stampa. Nel 2007 ho ritrovato fiducia nei media visivi. Ma continuo a pensare che certe cose vadano scritte, e non disegnate. Così come, per altre cose, è vero il contrario. Finché mi sarà possibile fare entrambe contemporaneamente, le farò. Hai fatto studi particolari per migliorare le tue abilità nel disegno, e se sì quali? Autodidatta, per pigrizia e non per scelta. Qual è il processo produttivo di una tavola? Come viene pensata, creata e realizzata, e quando la consideri completata? Quanto tempo lavori sulle bozze e quante ore può prenderti l'esecuzione di una singola tavola? Se si tratta d'illustrare qualcosa scritto da altri, cerco di innamorarmi delle parole e di tradirle con eleganza, sperando che poi si rimanga buoni amici. Se si tratta di cose mie, la situazione si fa più simile ad un monologo paranoico, e il tutto procede all'incirca come una mano in cerca di un interruttore in una stanza buia. I tempi di lavorazione sono o lunghissimi o cortissimi. Di solito comincio con una bozza e finisco su una bozza, che è un po' come mangiare primo e secondo nello stesso piatto di portata, una cosa grandiosa che purtroppo ho scoperto solo recentemente. 23 Kid with sickle
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