Apparizione di nove situazionisti in un dipinto di Bruegel di Reg Mastice <strong>metromorfosi</strong>
LA SITUAZIONE ATTUALE NON MI PIACE Èstato proprio un anno fa che il tipo grassoccio, con i capelli unti scuri calati sul viso, gli occhi semichiusi come in uno stato di dormiveglia, la maglietta gialla con macchie di sudore e la scritta in grossi caratteri neri la situazione attuale non mi piace, iniziò a comparire in ogni angolo <strong>de</strong>lla città dove mettevo pie<strong>de</strong>. La prima volta, lo ricordo come se fosse ieri, ero al mercato rionale. Stavo comprando <strong>de</strong>lle mele e cercando di scegliere le migliori. Anche il tipo grassoccio, che d'ora in poi chiamerò G., stava lì affianco a me a tastare le mele. La sera stessa me lo ritrovai appoggiato al muretto davanti a casa. Gli gettai una rapida occhiata, senza dargli troppo peso. Le sue scarpe nere luci<strong>de</strong> facevano da contrasto al resto <strong>de</strong>lla sua figura in completa <strong>de</strong>ca<strong>de</strong>nza. Fu in quell'occasione che lessi la frase sulla sua maglietta, frase che poi mi tornò in mente per tutta la notte. Il giorno seguente quel tipo era di nuovo appoggiato al muretto, come se da lì non si fosse mai mosso. E forse non si era mai mosso. Accennai un sorriso, quello niente. I suoi occhi semichiusi non davano segni di vita. Già quel giorno capii che non me lo sarei più tolto di torno. Infatti lo rincontrai piazzato all'ingresso in ufficio. Non riuscii a lavorare un granché. Sapevo che alla mia uscita me lo sarei ritrovato davanti. Infatti era lì. "Cosa vuole?" gli urlai contro, avvicinandomi a lui. G. non rispose e non si mosse di un millimetro. Sembrava uscire direttamente dalla terra. Era come attaccato al terreno e nessuno avrebbe potuto smuoverlo da quella posizione. Lo lasciai lì e andai ad incontrarmi con Flora, la mia ragazza. Anche al pub me lo trovai di nuovo affianco. Sempre le sue scarpe luci<strong>de</strong> e la sua maglietta gialla ancora più chiazzata. Ma la scritta si leggeva bene: la situazione attuale non mi piace. Non dissi niente a Flora per non farla preoccupare. G. l'avrei visto ogni giorno <strong>de</strong>lla mia vita. La mia stessa vita sarebbe diventata un incubo. Perché G. c'era al lavoro, con Flora, quando uscivo a passeggiare con il mio cane Santogatto: c'era sempre in ogni posto che mi riguardava, quando ero sicuro di incontrarlo e quando ero convinto di averla fatta franca. Sempre più sporco e trascurato, sempre con i capelli unti e le scarpe nere luci<strong>de</strong>, sempre con la scritta bene in vista. Oggi è passato un anno esatto. Mi hanno licenziato, Flora mi ha lasciato, Santogatto è scappato. Sono quasi due mesi che non esco di casa. Comunque G. l'ho visto sempre. Anche oggi, prima di andare a dormire con i miei incubi, mi affaccio dalla finestra. G. è lì che non guarda da nessuna parte. La notte si adagia lentamente sulla città. Sento l'abbaiare lontano di un cane, immagino l'amore di Flora unita ad un altro, avverto come una forte stretta in gola. "La situazione attuale non mi piace" penso in questo momento - e così ogni giorno per tutto il giorno - mentre vado a sten<strong>de</strong>rmi sul letto, come se fosse l'ultima volta. EMANUELE KRAUSHAAR 31 IL RACCONTO