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LeVilli libretto:LeVilli libretto 2008 28-11-2008 10:12 Pagina 1<br />

sabato 13 <strong>di</strong>c 08 ore 21.15 turno oro, turno a<br />

domenica 14 <strong>di</strong>c 08 ore 16.00 turno b<br />

Le Villi<br />

<strong>di</strong> Giacomo Puccini<br />

Opera ballo in due atti<br />

Libretto <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando Fontana<br />

Universal Music Publishing Ricor<strong>di</strong> srl, Milano<br />

Personaggi e interpreti<br />

Anna Maria José Siri | Guglielmo Wulf, suo padre Gezim Myshketa<br />

Roberto Ernesto Grisales | Voce recitante Federica Restani<br />

Maestro concertatore e <strong>di</strong>rettore d’orchestra Ezio Rojatti<br />

Regia Massimo Pezzutti<br />

Costumi Stefania Battaglia<br />

Movimenti coreografici Evgeni Stoyanov<br />

Lighting designer Jean Paul Carradori<br />

Maîtres de ballet Bruno Vescovo, Cristina Molteni<br />

Orchestra Filarmonica Italiana<br />

Coro e Corpo <strong>di</strong> Ballo del Teatro Coccia<br />

Maestro del coro e coor<strong>di</strong>namento musicale Giancarlo Cavallaro<br />

altro maestro del coro Armando Calvia<br />

Teatro Coccia <strong>di</strong> Novara: <strong>di</strong>rettore organizzativo Giancarlo Stellin - <strong>di</strong>rettore tecnico <strong>di</strong><br />

palcoscenico Jean Paul Carradori - maestri collaboratori Mirco Go<strong>di</strong>o, Elisa Triulzi, Alba Pepe -<br />

capo macchinista Pasquale Zanellato - tecnici <strong>di</strong> palcoscenico Helenio Talato, Bruno Carlin,<br />

Alessio Onida - reparto trucco e acconciature Emanuela Porzio, Rosa Purri - reparto sartoria Ada<br />

Del Conte, Antonella Pertugi, Francesca Milan.<br />

Teatro Sociale <strong>di</strong> <strong>Rovigo</strong>: <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> palcoscenico Federico Bertolani - <strong>di</strong>rettore musicale <strong>di</strong><br />

palcoscenico Andrea Attucci - <strong>di</strong>rettore tecnico <strong>di</strong> palcoscenico Roberto Lunari - capo elettricista<br />

Gianluca Quaglio - capo macchinista Matteo Fasano - capo attrezzista Giulio Magnetto - capo<br />

sarta Mirella Magagnini - capo parrucchiera Daniela Berto - capo truccatrice Monica Salomoni.<br />

Scene, costumi e attrezzerie Fondazione Teatro Coccia Novara.<br />

Calzature Artistiche Sacchi S.n.c., Firenze.<br />

193 a stagione lirica e balletto 08 09<br />

Produzione Fondazione Teatro Coccia <strong>di</strong> Novara<br />

in coproduzione con il Teatro Sociale <strong>di</strong> <strong>Rovigo</strong><br />

e il Teatro Sociale <strong>di</strong> Mantova


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Le Villi, preannuncio del teatro pucciniano<br />

<strong>di</strong> Sergio Garbato<br />

All’inizio c’era un giovane Giacomo Puccini, fresco <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e sicuramente<br />

dotato <strong>di</strong> talento, che ha già fatto parlare <strong>di</strong> sé per un suo Capriccio<br />

sinfonico scritto come saggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ploma e che aspetta la sua occasione,<br />

senza ben sapere come e quando. C’era anche un concorso, promosso<br />

dalla rivista “Teatro Illustrato”, ma <strong>di</strong> fatto dal suo e<strong>di</strong>tore Sonzogno, e<br />

rivolto ai giovani compositori italiani «per un’opera in un atto <strong>di</strong> soggetto<br />

i<strong>di</strong>llico, serio o giocoso, a scelta del concorrente, col premio <strong>di</strong> L. 2000,<br />

oltre la rappresentazione in un teatro <strong>di</strong> Milano per cura e a spese del<br />

giornale». Va da sé, che il giovane musicista, che già aveva bussato ancora<br />

senza esito alla porta <strong>di</strong> Giovannina Lucca e che non era riuscito a<br />

interessare Giulio Ricor<strong>di</strong>, avesse deciso <strong>di</strong> partecipare al concorso, pur<br />

senza avere nulla <strong>di</strong> pronto in cassetto e neppure un progetto in testa, ma<br />

potendo contare sull’aiuto generoso del suo maestro Amilcare Ponchielli,<br />

che ne aveva presto intuito il talento. Insomma, ogni cosa pareva<br />

congiurare perché Puccini iniziasse la sua carriera <strong>di</strong> operista vincendo il<br />

concorso Sonzogno. Tanto più che il buon Ponchielli aveva presentato il<br />

giovane musicista a un librettista già noto e <strong>di</strong> sicuro avvenire come<br />

Fer<strong>di</strong>nando Fontana, che alcuni anni dopo così descrisse l’incontro: «Era il<br />

luglio del 1883. Una mattina mi ero recato da Caprino Bergamasco a<br />

Lecco. Nel tornare alla stazione <strong>di</strong> Lecco, m’imbattei nella colonna<br />

artistico-estiva <strong>di</strong> Maggianico che rincasava. C’erano professoroni del<br />

Conservatorio e giovani maestri: Ponchielli, Dominiceti, Sala<strong>di</strong>no e altri.<br />

Fra essi Puccini, salito nella stessa vettura ferroviaria con Ponchielli, questi<br />

mi parlò delle intenzioni del suo allievo per il Concorso Sonzogno, e mi<br />

propose <strong>di</strong> preparargli un libretto. Lì per lì, vivo nella memoria il ricordo<br />

del successo del suo Capriccio sinfonico, mi parve che per il giovane<br />

maestro ci volesse un argomento fantastico e gli spiegai il canovaccio<br />

delle Villi. Puccini accettò» (1). A quel primo e casuale incontro, aveva<br />

fatto seguito un altro, decisivo, nella casa <strong>di</strong> campagna <strong>di</strong> Ponchielli a<br />

Lecco, nel corso del quale Fontana si era impegnato a fornire il libretto a con<strong>di</strong>zioni<br />

economicamente vantaggiose (100 lire alla consegna e 200 in caso <strong>di</strong> vittoria). A<br />

questo va aggiunto poi il fatto che nella giuria del concorso, oltre al <strong>di</strong>rettore<br />

d’orchestra Francesco Faccio che aveva assai apprezzato il Capriccio sinfonico al<br />

punto <strong>di</strong> includerlo nei programmi <strong>di</strong> alcuni concerti, c’era lo stesso Ponchielli.<br />

Eppure, questo pre<strong>di</strong>sporsi troppo favorevole <strong>di</strong> ogni elemento, fin dall’inizio, aveva<br />

una sua ambiguità, come se il destino stesse preparando nell’ombra un colpo a<br />

sorpresa. Così andarono le cose.<br />

Per la verità, Fontana aveva proposto per il libretto un soggetto che già aveva<br />

proposto a un altro musicista, citato nelle lettere come «40» (si trattava,<br />

presumibilmente, del napoletano Francesco Quaranta noto specialmente come<br />

autore <strong>di</strong> romanze da salotto). Ma già, il 2 agosto 1883, poteva scrivere a Puccini:<br />

«Ho potuto riavere dal N. 40 l’argomento che sa» (2). Poiché, la scadenza<br />

improrogabile per la consegna dell’opera era il 31 <strong>di</strong>cembre, non restava molto<br />

tempo. Il musicista, dal canto suo, aveva finito per convincersi che quell’argomento<br />

imbevuto <strong>di</strong> romanticismo fosse adatto alla sua ispirazione: «Il soggettino mi piace<br />

molto davvero, essendoci parecchio da lavorare nel genere sinfonico descrittivo, che<br />

a me garba assai perché mi pare <strong>di</strong> doverci riuscire» (3).<br />

A metà settembre, il libretto era già stato consegnato a Puccini, che ritornò a Lucca<br />

per lavorare con maggiore tranquillità a questa sua prima opera. Opera in un atto,<br />

come prevedeva il concorso, il cui soggetto era stato desunto da una novella, Les<br />

Willis (1852), del giornalista e romanziere francese Alphonse Karr, che a sua volta si<br />

era rifatto al celebre balletto Giselle (1846) <strong>di</strong> Adolphe Adam basato su un libretto<br />

<strong>di</strong> Théophile Gautier che aveva trovato la sua fonte <strong>di</strong> ispirazione in una leggenda<br />

dell’Europa centrale, riportata da Heinrich Heine in Über Deutschland II:<br />

Elementärgeister und Dämonen (1824).<br />

Puccini, come farà sempre, lavorò alternando, per tre mesi e più, foga e svogliatezza,<br />

passione e <strong>di</strong>samore, fino a recapitare alla commissione il plico con l’opera, proprio


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l’ultimo giorno, il 31 <strong>di</strong>cembre 1883, come risulta dalla nota autografa della<br />

commissione apposta sulla prima pagina della partitura. Quanto alla proverbiale<br />

illeggibilità del manoscritto, va detto che numerose pagine, e in particolare i due<br />

intermezzi sinfonici, erano <strong>di</strong> mano <strong>di</strong> un copista, mentre le altre non erano certo<br />

indecifrabili. La stima <strong>di</strong> cui godeva negli ambienti musicali milanesi, il buon<br />

rapporto con quasi tutti i componenti della giuria e una certa consapevolezza delle<br />

proprie capacità, avevano indotto Puccini a sentirsi abbastanza sicuro <strong>di</strong> un esito<br />

positivo, ma ormai in prossimità del verdetto, eccolo confessare alla madre: «alla fin<br />

del mese è la decisione del concorso, ma spero poco» (4). E, <strong>di</strong>fatti, ai primi <strong>di</strong> aprile<br />

1884, la commissione rese noto che tra i ventotto lavori presentati, cinque erano<br />

stati giu<strong>di</strong>cati degni <strong>di</strong> segnalazione e <strong>di</strong> questi due ritenuti degni <strong>di</strong> essere<br />

rappresentati in teatro: Anna e Gualberto (su libretto dello stesso Fer<strong>di</strong>nando<br />

Fontana) <strong>di</strong> Luigi Mapelli e La fata del Nord <strong>di</strong> Guglielmo Zuelli. Nessuna menzione<br />

per Le Willis.<br />

È proprio a questo punto che il vento del destino comincia a girare <strong>di</strong>versamente e<br />

non certo in modo avverso. C’è un succedersi <strong>di</strong> situazioni che non appartengono<br />

all’or<strong>di</strong>nario. Dapprima, nel corso <strong>di</strong> una serata appositamente organizzata da<br />

Fontana nel salotto del critico musicale e compositore Marco Sala, il giovane Puccini<br />

riuscì a presentare, suonando e cantando, le sue Willis a un pubblico eletto, in cui<br />

figuravano fra gli altri Alfredo Catalani, Arrigo Boito e Giovannina Lucca, titolare<br />

della casa e<strong>di</strong>trice che <strong>di</strong> lì a poco sarebbe passata nelle mani <strong>di</strong> Ricor<strong>di</strong>. Il successo<br />

non mancò e si contestò duramente la decisione della giuria <strong>di</strong> escludere Puccini dal<br />

premio, tanto che si decise, al termine della serata e sempre su impulso <strong>di</strong> Fontana,<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>re una sottoscrizione per far rappresentare l’opera al teatro Dal Verme <strong>di</strong><br />

Milano. Sottoscrizione aperta nientemeno che dallo stesso Boito, che offriva una cifra<br />

che da sola avrebbe coperto la nona parte del costo previsto (5).<br />

Le Willis andarono in scena al Dal Verme la sera del 31 marzo 1884, con una<br />

compagnia <strong>di</strong> canto che prevedeva nel ruolo principale il tenore portoghese Antonio<br />

D’Andrade allora agli inizi della carriera, il soprano Rosina Caponetti e il baritono<br />

Erminio Peltz, la <strong>di</strong>rezione era stata affidata ad Arturo Panizza. Questa prima<br />

versione dell’opera era costituita da sette numeri: un prelu<strong>di</strong>o, un coro<br />

d’introduzione, il duetto tra Anna e Roberto, la preghiera, la Tregenda per orchestra<br />

sola, il prelu<strong>di</strong>o e scena <strong>di</strong> Guglielmo, la grande scena con duetto finale. Tutti e sette<br />

i numeri suscitarono applausi e talora entusiasmo. Un telegramma <strong>di</strong> Puccini, spe<strong>di</strong>to<br />

alla madre la sera stessa, dà conto della buona riuscita: «Successo clamoroso.<br />

Diciotto chiamate. Ripetuto tre volte finale primo. Sono felice» (6).<br />

Il successo <strong>di</strong> pubblico, che si protrasse per le quattro repliche, trovò riscontro<br />

nell’accoglienza dei critici. Primo fra tutti, quel Filippo Filippi, che un anno avanti non<br />

aveva lesinato gli apprezzamenti al Capriccio sinfonico e che, in questa occasione,<br />

scrisse sulla “Perseveranza”: «Le Willis entusiasmano. Applausi <strong>di</strong> tutto, tuttissimo il<br />

pubblico, dal principio alla fine. Si volle u<strong>di</strong>re tre volte il brano sinfonico che chiude<br />

la prima parte e si è domandato tre volte il bis, non ottenuto, del duetto fra tenore<br />

e soprano, e della leggenda», per poi riba<strong>di</strong>re qualche giorno più tar<strong>di</strong> quella che<br />

riteneva essere la propensione verso il sinfonismo del giovane musicista: «Il Puccini<br />

è una natura <strong>di</strong> compositore essenzialmente sinfonico e, come <strong>di</strong>ssi l’altro ieri, abusa<br />

del sinfonismo, e sovraccarica spesso il piedestallo a detrimento della statua». Più<br />

interessante e, per così <strong>di</strong>re, presago Antonio Gramola sul “Corriere della Sera”:<br />

«Nella musica del giovane maestro lucchese c’è la franchezza della fantasia, ci sono<br />

frasi che toccano il cuore perché dal cuore devono essere uscite, e c’è una fattura<br />

delle più eleganti, delle più finite, a un punto tale che a quando a quando non pare<br />

<strong>di</strong> aver davanti a noi un giovane allievo, ma un Bizet, un Massenet».<br />

Non sarebbe mancato, qualche giorno appresso, l’autorevole e cauto parere <strong>di</strong><br />

Giuseppe Ver<strong>di</strong>, che però avrebbe ricevuto lo spartito solamente nel febbraio<br />

dell’anno successivo: «ho sentito <strong>di</strong>r molto bene del musicista Puccini. Ho visto una<br />

lettera che ne <strong>di</strong>ce tutto il bene. Segue le tendenze moderne, ed è naturale, ma si<br />

mantiene attaccato alla melo<strong>di</strong>a che non è moderna né antica. Pare però che<br />

predomini in lui l’elemento sinfonico! niente <strong>di</strong> male. Soltanto bisogna andar cauti<br />

in questo. L’opera è l’opera: la sinfonia è la sinfonia, e non credo che in un’opera sia


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bello fare uno squarcio sinfonico, pel sol piacere <strong>di</strong> far ballare l’orchestra» (7).<br />

Ma, quel che più conta, sulla “Gazzetta Musicale <strong>di</strong> Milano” dell’8 giugno 1884<br />

l’e<strong>di</strong>tore Ricor<strong>di</strong> annunciò l’acquisizione dei <strong>di</strong>ritti dell’opera. Ma non era un fulmine<br />

a ciel sereno, perché sicuramente c’era stato un accordo precedente, come<br />

testimonia la presenza del marchio <strong>di</strong> Casa Ricor<strong>di</strong> sul libretto della “prima”, che<br />

spiega meglio anche il senso <strong>di</strong> una lettera con la quale Fontana avverte Puccini<br />

della sua intenzione <strong>di</strong> inviare il libretto a Ricor<strong>di</strong> accompagnandolo «con una lettera<br />

co’ fiocchi» (8). E significativo, a questo punto, appare anche l’annuncio al pubblico<br />

della rappresentazione delle Willis al teatro Dal Verme con la precisazione che si<br />

trattava <strong>di</strong> «un’altra delle opere presentate al concorso del “Teatro Illustrato” che<br />

non ebbero né premio né menzione».<br />

Forse la cecità <strong>di</strong> una commissione che avrebbe dovuto essere favorevolissima al<br />

lavoro del giovane musicista e l’esito negativo del concorso non erano casuali. Sia<br />

Ponchielli che Faccio erano legati a Casa Ricor<strong>di</strong> e d’accordo con l’e<strong>di</strong>tore avrebbero<br />

potuto sottrarre a Sonzogno l’opera prima <strong>di</strong> un giovane musicista che aveva<br />

sicuramente una marcia in più e avrebbe potuto inserirsi facilmente in quella schiera<br />

<strong>di</strong> compositori tra i quali si cercava l’erede <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>. L’unico modo <strong>di</strong> far acquisire Le<br />

Willis a Ricor<strong>di</strong> era quello <strong>di</strong> non segnalare in nessun modo l’opera nel concorso<br />

ban<strong>di</strong>to da Sonzogno ed anzi farla rappresentare sfruttando una presunta ingiustizia<br />

o svista della commissione giu<strong>di</strong>catrice. L’eventuale successo avrebbe garantito<br />

Ricor<strong>di</strong> ad essere sfruttato per una ripresa del lavoro in una prospettiva più ampia.<br />

Infatti, nel febbraio del 1884, un mese e mezzo prima che l’esito del concorso venisse<br />

reso noto, Ponchielli aveva accompagnato Puccini da Ricor<strong>di</strong> e si spiega così anche<br />

la consapevolezza del musicista, nella citata lettera alla madre del marzo successivo,<br />

<strong>di</strong> non nutrire speranze per una vittoria.<br />

Michele Girar<strong>di</strong> ha ben riassunto i termini della questione: «Il musicista aveva<br />

dunque incontrato l’e<strong>di</strong>tore prima che il concorso fosse concluso, e per giunta in<br />

compagnia del suo giu<strong>di</strong>ce, che mentre lo raccomandava si apprestava a bocciarlo!<br />

Giulio Ricor<strong>di</strong> stava da tempo cercando un nuovo talento per rinvigorire la propria<br />

<strong>di</strong>tta [...] Se Le Villi avessero vinto il concorso sarebbero state pubblicate da<br />

Sonzogno, ma in caso <strong>di</strong> sconfitta avrebbero avuto il vantaggio <strong>di</strong> un comodo lancio<br />

pubblicitario: bocciata dalla casa rivale l’opera si sarebbe presa una trionfale<br />

rivincita pochi mesi dopo, e sarebbe finita nelle mani <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>tore illuminato, cioè<br />

Giulio Ricor<strong>di</strong>» (9).<br />

Vale la pena, a questo punto, <strong>di</strong> ricordare che situazioni simili si sarebbero ripetute<br />

con una certa frequenza lungo gran parte della carriera <strong>di</strong> Puccini, che in più <strong>di</strong> un<br />

caso si peritò <strong>di</strong> percorrere o ripercorrere le strade che già erano state in<strong>di</strong>cate da<br />

altri musicisti, senza esitare a strappare <strong>di</strong> mano i libretti ai colleghi.<br />

Ecco, allora, terminate le quattro recite delle Willis al Dal Verme, Puccini e Fontana<br />

nella villa sul lago <strong>di</strong> Como <strong>di</strong> Giulio Ricor<strong>di</strong> a <strong>di</strong>scutere con l’e<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> una nuova<br />

opera e, nel frattempo, della trasformazione della presente in un lavoro <strong>di</strong> maggior<br />

respiro, dando corpo a quei due atti, che già erano in qualche modo adombrati. Al<br />

musicista venne anche offerto uno stipen<strong>di</strong>o mensile <strong>di</strong> 200 lire che per un paio<br />

d’anni gli avrebbe garantito una base economica. Era l’inizio <strong>di</strong> una collaborazione<br />

contrassegnata da un più profondo legame <strong>di</strong> amicizia, che si sarebbe interrotto<br />

solamente con la morte dell’e<strong>di</strong>tore nel 1912.<br />

Nonostante (o forse proprio per questo) l’acuto dolore per la morte della madre,<br />

scomparsa a soli cinquantaquattro anni il 17 luglio del 1884, Puccini attese<br />

abbastanza rapidamente alla revisione della sua opera, che mutò il titolo in Le Villi<br />

e il sottotitolo in “Opera ballo in due atti”. Soprattutto, aggiunse una cavatina per il<br />

soprano, ritoccò il movimento lento dell’intermezzo (“L’abbandono”), così da<br />

permettere il passaggio del corteo funebre <strong>di</strong> Anna <strong>di</strong>etro un velario, <strong>di</strong>latò la grande<br />

scena drammatica destinata ad aprire il secondo atto con il monologo drammatico<br />

<strong>di</strong> Roberto che precede il duetto <strong>di</strong> tenore e soprano.<br />

L’opera, nella nuova versione, andò in scena la sera del 26 <strong>di</strong>cembre 1884 al teatro<br />

Regio <strong>di</strong> Torino, con un risultato non proprio sod<strong>di</strong>sfacente, forse a causa <strong>di</strong><br />

un’esecuzione alquanto <strong>di</strong>messa <strong>di</strong>retta da Giovanni Bolzoni e <strong>di</strong> un allestimento


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me<strong>di</strong>ocre, che scontentarono Puccini, che ebbe solamente quattro chiamate.<br />

Quasi contemporaneamente Ricor<strong>di</strong> pubblicò la prima e<strong>di</strong>zione per canto e<br />

pianoforte.<br />

Un mese più tar<strong>di</strong>, il 24 gennaio 1885, fu la volta della Scala. Questa volta, sul<br />

po<strong>di</strong>o c’era Franco Faccio e il ruolo <strong>di</strong> Anna era stato affidato a Romilda<br />

Pantaleoni, che fu, pare, l’unico elemento valido del cast vocale. L’opera ebbe<br />

successo, che si protrasse per altre tre<strong>di</strong>ci repliche. In questa occasione, Puccini<br />

aggiunse la romanza <strong>di</strong> Roberto “Torna ai felici dì”, come attesta la ristampa<br />

per canto e pianoforte del marzo 1885. Successivamente ci furono: l’aggiunta<br />

<strong>di</strong> nove battute alla fine del duetto tra Anna e Roberto nel secondo atto, il<br />

taglio del monologo <strong>di</strong> Roberto “Per te quaggiù sofferse ogni amarezza” e<br />

mo<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> piccola entità nel duetto del primo atto, nella romanza “Torna ai<br />

felici dì” e nel finale.<br />

Fra gli allestimenti che seguirono negli anni, vale la pena <strong>di</strong> ricordare quello<br />

del 29 novembre 1892 ad Amburgo <strong>di</strong>retto da Gustav Mahler e quello del<br />

Metropolitan <strong>di</strong> New York del 17 <strong>di</strong>cembre 1908 <strong>di</strong>retto da Arturo Toscanini.<br />

Le Villi tornarono a riaffacciarsi nella mente <strong>di</strong> Puccini nel gennaio del 1917,<br />

quando il musicista pensò <strong>di</strong> ritornare su quella sua prima opera per associarla<br />

al Tabarro, che da solo non “faceva serata” (10).<br />

Le Villi, nella versione 1884-1892, si propongono con la denominazione <strong>di</strong><br />

opera-ballo in due atti, secondo la voga che nel secondo Ottocento si rifaceva<br />

al grand opéra. Ma la struttura musicale si riallaccia alla tra<strong>di</strong>zionale<br />

articolazione in “numeri chiusi”, che qui sono <strong>di</strong>eci e ben caratterizzati:<br />

Prelu<strong>di</strong>o; Atto primo: Coro d’introduzione, Romanza <strong>di</strong> Anna “Se come voi<br />

piccina», Duetto <strong>di</strong> Anna e Roberto, Preghiera e finale con Guglielmo, Anna,<br />

Roberto e il coro, Interlu<strong>di</strong>o orchestrale in due parti (L’abbandono e La<br />

tregenda, danza infernale); Atto secondo: Prelu<strong>di</strong>o e scena <strong>di</strong> Guglielmo, Scena<br />

drammatica e romanza <strong>di</strong> Roberto (“Ecco la casa… Dio che orrenda notte”,<br />

“Torna ai felici dì”), Grande scena e duetto finale.<br />

Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> talune ingenuità e <strong>di</strong> inevitabili scorie, Le Villi già ci offrono una definizione<br />

atten<strong>di</strong>bile del mondo pucciniano e dei principali caratteri del musicista: i forti<br />

contrasti, la flessibilità della melo<strong>di</strong>a, certi proce<strong>di</strong>menti armonici <strong>di</strong> sorprendente<br />

modernità e citazioni che <strong>di</strong>ventano funzionalissime e perdono il rapporto con la loro<br />

origine, il ricorso a leitmotiv e a temi che definiscono i personaggi, la scrittura<br />

orchestrale <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario interesse che privilegia sovente i legni, ma anche l’arpa<br />

e le percussioni e taluni strumenti <strong>di</strong> timbro esotico. Le danze previste dall’operaballo<br />

non si limitano a determinate situazioni sceniche (la festa <strong>di</strong> fidanzamento e la<br />

ridda delle Villi), ma riprendono certi ritmi <strong>di</strong> valzer che adombrano colori sensuali.<br />

C’è poi quella «cornice notturna», che come ha felicemente notato Daniele Martino,<br />

«apre (Le Villi) e chiude (Turandot) il corpus librettistico pucciniano, incastonando la<br />

breve e particolarissima esperienza verista tra due calate agli Inferi dell’inconscio, là<br />

dove si annidano le paure, le angosce che il giorno <strong>di</strong>sperde» (11). Solo che l’ere<strong>di</strong>tà<br />

romantica (Heine e Gautier) filtrata attraverso la sensibilità scapigliata del librettista<br />

Fer<strong>di</strong>nando Fontana, un poco stinge nelle linee musicali art-nouveau che già<br />

rimandano a Manon e ad<strong>di</strong>rittura a Madama Butterfly. Puccini riprende il tema<br />

romantico della «Belle Dame sans merci» e dei fantasmi fatali che abitano la notte<br />

trapunta <strong>di</strong> fuochi fatui e voci misteriose, alla luce del tema della colpa e<br />

dell’espiazione, che permettono <strong>di</strong> mettere in campo i due poli <strong>di</strong> una femminilità<br />

che costituisce la <strong>di</strong>alettica stessa del mondo artistico del grande musicista: la<br />

cortigiana e la pura fanciulla che soggiace all’amore che si spezza. Se la cortigiana<br />

è appena in<strong>di</strong>cata, pallida ombra della corruzione e cieco strumento <strong>di</strong> un destino<br />

avverso, la fanciulla vittima è ben presente ed è anzi l’unico personaggio definito,<br />

capace <strong>di</strong> proporsi nei termini della tra<strong>di</strong>zione (le amorose tra<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>, ma anche<br />

le fragili eroine <strong>di</strong> Bellini e Donizetti), ma anche nell’imminenza <strong>di</strong> una nuova e<br />

dolorosa incrinatura psicologica che investirà tante protagoniste femminili del teatro<br />

pucciniano.<br />

Né saranno da meno i personaggi maschili. Certamente, Guglielmo, il padre offeso e


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ferito, è baritono che ha ancora il vigore e gli accenti ver<strong>di</strong>ani e che progressivamente<br />

sfumerà fino a scomparire nelle opere successive (Scarpia è ben altra cosa), ma<br />

Roberto già presenta l’attonita e crudele pusillanimità <strong>di</strong> Pinkerton, anche se il tronfio<br />

compiacimento <strong>di</strong> quest’ultimo, qui è ancora incapacità <strong>di</strong> capire cosa succede,<br />

nostalgia <strong>di</strong> un para<strong>di</strong>so agreste perduto, fuga verso l’espiazione. Insomma, il<br />

musicista appena venticinquenne è immerso, forse senza neppure saperlo, in quello<br />

che con tocco felice Fedele D’Amico ha definito «verismo sentimentale» (12).<br />

(1) Citato in Arnaldo Marchetti, Puccini com’era, E<strong>di</strong>zioni Curci, Milano 1973, p. 37, senza<br />

precisare la fonte.<br />

(2) Ibidem.<br />

(3) Lettera alla madre del luglio 1883, in Carteggi pucciniani, a cura <strong>di</strong> Eugenio Gara,<br />

Ricor<strong>di</strong>, Milano, 1958, p. 6.<br />

(4) Lettera alla madre del marzo 1884 in Arnaldo Marchetti, Puccini com’era, cit., p. 44.<br />

(5) «Infatti ecco il conto <strong>di</strong> quello su cui possiamo contare finora: Vimercati L. 60, Marco Sala<br />

L. 50, Arrigo Boito L. 50, Fratelli Sala L. 20, la «incognita» <strong>di</strong> Marco Sala L. 50. Sono L. 230.<br />

E restano ancora il Duca Litta, Noseda, il Conte Sola, Biraghi. Metti che <strong>di</strong>ano fra tutti<br />

almeno 100 lire e faranno 330. E il Melzi? Così saranno 430. Le spese essendo <strong>di</strong> L. 450<br />

(250 abiti e 200 copiatura), tu ve<strong>di</strong> che al massimo tu arrischieresti 20 lire», lettera a<br />

Fontana dell’aprile 1884, in Carteggi pucciniani, cit., p. 9.<br />

(6) Telegramma del 31 marzo 1884 in Arnaldo Marchetti, Puccini com’era, cit., p. 45.<br />

(7) Lettera del 10 giugno 1884 a Oppran<strong>di</strong>no Arrivabene, in Carteggi pucciniani, cit., p. 14.<br />

(8) Lettera <strong>di</strong> Fontana a Puccini dell’aprile 1884, in Carteggi pucciniani, cit., p. 9.<br />

(9) Michele Girar<strong>di</strong>, Giacomo Puccini. L’arte internazionale <strong>di</strong> un musicista italiano, Marsilio,<br />

Venezia, 1995, pp. 35-36.<br />

(10) Lettera ad Alfredo Van<strong>di</strong>ni dell’11 gennaio 1917, in Carteggi pucciniani, cit., lett. 702.<br />

(11) Daniele Martino, Catastrofi sentimentali, Puccini e la sindrome pucciniana, Edt, Torino,<br />

1993, p. 12.<br />

(12) Fedele D’Amico, L’albero del bene e del male. Naturalismo e decadentismo in Puccini,<br />

Maria Pacini Fazzi e<strong>di</strong>tore, Lucca, 2000, p. 35.


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Dalla leggenda <strong>di</strong> Heine a Giselle e Le Villi<br />

<strong>di</strong> Sergio Garbato<br />

Spettri femminili che popolano le notti delle foreste, o che attraversano<br />

a cavallo il cielo <strong>di</strong> tenebra o affiorano come la schiuma dalle buie acque<br />

del mare o del lago. Da sempre questi rabbrividenti ectoplasmi, che<br />

sanno quando è tempo trovare la consistenza del corpo e le lusinghe del<br />

sesso in irresibili danze mostruose, popolano i nostri incubi. La civiltà<br />

occidentale ha saputo relegarli nelle caverne dell’inconscio e nei<br />

repertori del folklore, ma <strong>di</strong> tanto in tanto riescono a fuggire dalla loro<br />

prigione e a riaffacciarsi tra i versi <strong>di</strong> una poesia o nelle note in libertà<br />

<strong>di</strong> un poema sinfonico, in una incisione al bulino o in un balletto sulle<br />

punte. E c’è stato un tempo, che grosso modo copre per intero il secondo<br />

Ottocento, tra romanticismo e decadentismo, in cui le on<strong>di</strong>ne<br />

scivolavano sui vetri con le gocce <strong>di</strong> pioggia, le sirene irretivano<br />

fatalmente i marinai e streghe e ninfe notturne cantavano come uccelli<br />

del malaugurio nei boschi.<br />

Pren<strong>di</strong>amo le Willi, vale a <strong>di</strong>re gli ondeggianti fantasmi delle spose<br />

morte che tornano <strong>di</strong> notte nei boschi per ven<strong>di</strong>carsi del male che hanno<br />

arrecato loro gli uomini. Vendetta terribile, quella delle Willi che abitano<br />

una antica leggenda dell’Europa Centrale, assai <strong>di</strong>ffusa nell’Austria<br />

dell’ottocento, perché ogni malcapitato che le incontra viene indotto e<br />

costretto a danzare fino al completo sfinimento e alla morte. A<br />

raccontarcela con un piglio saggistico, ma eminentemente romantico,<br />

era stato nel 1834 il grande poeta tedesco Heinrich Heine in Über<br />

Deutschland II: Elementärgeister und Dämonen, vale a <strong>di</strong>re una sorta <strong>di</strong><br />

inventario con descrizione e classificazione degli spiriti e dei demoni del<br />

nord dell’Europa e della Germania in particolare.<br />

Alle pagine <strong>di</strong> Heine, aveva attinto a piene mani un altro poeta, questa<br />

volta in terra <strong>di</strong> Francia, Théophile Gautier che amava la danza e le<br />

danzatrici e che aveva abbozzato il soggetto per un balletto, che presto<br />

si sarebbe intitolato con il nome della sua protagonista Giselle ou Les<br />

Willis. Alla nascita <strong>di</strong> Giselle, nel 1841, oltre a Gautier, avevano collaborato<br />

alcuni dei maggiori artisti dell’ottocento romantico: il drammaturgo Jules-Henry<br />

Vernoy de Saint-Georges che aveva elaborato il libretto, il musicista Adolphe<br />

Adam autore <strong>di</strong> una partitura generosa ed espressiva, il <strong>di</strong>rettore dei balletti<br />

dell’Opéra <strong>di</strong> Parigi Jean Coralli, che, con la complicità occulta e determinante<br />

del celebre coreografo Jules Perrot, preparò l’architettura delle danze e dei passi<br />

a due, così come dei momenti solistici, tutti giocati, come è stato rilevato,<br />

sull’arabesque, che costituisce il segreto emblema e l’autentico fascino <strong>di</strong> questo<br />

balletto. Ma, al centro <strong>di</strong> tutto, c’era una musa <strong>di</strong> soli ventidue anni, quella<br />

Carlotta Grisi che, proprio con Giselle, consacrò il suo talento e stabilì la sua<br />

fama <strong>di</strong> somma interprete, insieme a Maria Taglioni e Fanny Elssler, del balletto<br />

romantico. E il personaggio, se vogliamo dar retta a Théophile Gautier che ne<br />

aveva sposato la sorella ma che soggiaceva al suo fascino, era tagliato proprio<br />

sulla sua indole, che conciliava «una ingenuità infantile e una gaiezza felice e<br />

comunicativa a una sottile malinconia imbronciata». Né, per <strong>di</strong>rla tutta, erano<br />

estranei alla nascita <strong>di</strong> «Giselle» altri mostri sacri del tempo, vale a <strong>di</strong>re il


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ballerino Lucien Petipa (fratello maggiore del più celebre Marius) primo interprete<br />

<strong>di</strong> Albrecht e l’impresario Philippe Taglioni (il padre <strong>di</strong> Maria) che era in stretto<br />

contatto con Adolphe Adam e Jules Perrot, amante e compagno della Grisi, che<br />

aveva accettato <strong>di</strong> lavorare oscuramente e senza compenso alcuno alla<br />

coreografia. A tutto questo fervore e a questi personaggi, va aggiunto un soggetto<br />

che più romantico non si può. Si provi a immaginare un villaggio dorato nella valle<br />

del Reno, con la vendemmia e i conta<strong>di</strong>ni, tra i quali c’è anche la delicatissima<br />

fanciulla Giselle, innamorata del giovane Albrecht, che non potrà mai sposarla,<br />

perchè in realtà è un principe promesso a Bathilde, figlia del duca <strong>di</strong> Courland. E<br />

c’è Hilarion, il guar<strong>di</strong>acaccia che ama invano Giselle e brucia <strong>di</strong> gelosia. Ecco le<br />

danze e la caccia, ma anche la letale rivelazione della verità, alla quale Giselle non<br />

sopravvive. Si provi, ora, a immaginare il regno della notte e delle Villi, le fanciulle<br />

danzanti e morte per l’inganno del loro innamorato, costrette a vagare nella<br />

foresta per trovare uomini con cui ballare fino all’alba e che soggiaceranno a<br />

questa follia. Non c’è lieto fine, ma solo un patetico trionfo del bene e dell’amore<br />

vedovo della sua realizzazione.<br />

A una versione narrativa del balletto e della stessa leggenda, mise mano una<br />

decina d’anni dopo, lo scrittore e giornalista parigino Alphonse Karr (1808 - 1890),<br />

già redattore capo del “Figaro” e fondatore del settimanale satirico Guêpes, noto<br />

anche per un tipo <strong>di</strong> dalia da lui ibridato. E proprio nel racconto <strong>di</strong> Karr, qualche<br />

anno fa, il musicologo Julian Budden ha identificato la fonte prima del libretto che<br />

uno dei protagonisti della seconda Scapigliatura milanese, Fer<strong>di</strong>nando Fontana,<br />

scrisse per l’opera che Giacomo Puccini avrebbe messo in musica a soli<br />

venticinque anni nel 1883: Le Villi. Naturalmente, Fontana non lavorò <strong>di</strong> bulino, ma<br />

neppure <strong>di</strong> accetta: semplificò la trama, eliminando la figura del fratello della<br />

protagonista, Konrad, che muore battendosi in duello col protagonista Heinrich,<br />

ribattezzato Roberto. Ma soprattutto, a <strong>di</strong>fferenza dell’originario Heinrich che<br />

sposa un’ere<strong>di</strong>tiera, figlia dello zio che va a trovare a Magonza, Roberto viene<br />

invece sedotto da una donna <strong>di</strong> facili costumi che vuole impadronirsi dei suoi beni.<br />

<strong>di</strong> Massimo Pezzutti<br />

Quando mi fu proposta la regia de Le Villi, mi resi conto <strong>di</strong> quanto fosse<br />

stimolante affrontare un lavoro così particolare giacchè, alle consuete<br />

interazioni delle varie Arti che costituiscono l’impianto <strong>di</strong> uno spettacolo<br />

<strong>di</strong> Opera lirica, si aggiungevano l’inserzione della voce recitante e<br />

l’impiego <strong>di</strong> due pagine sinfonico-descrittive; oltretutto, l’utilizzo della<br />

danza quale elemento drammaturgico e non come semplice segno<br />

estetico-decorativo, che ne definisce il genere con il nome, appunto, <strong>di</strong><br />

Opera-ballo.<br />

Per la costruzione del libretto, Fer<strong>di</strong>nando Fontana attinse dai soggetti<br />

leggendari del romanticismo tedesco e si ispirò guardando<br />

principalmente alla drammaturgia presente in due importantissimi<br />

balletti. Il primo, La Sylphide <strong>di</strong> Jean Schneitzhöffer (libretto originale <strong>di</strong><br />

Adolphe Nourrit dal romanzo <strong>di</strong> Charles No<strong>di</strong>er Trilby e con riferimenti<br />

al Robert le Diable <strong>di</strong> Meyerbeer e Scribe/Delavigne), considerato<br />

capostipite del balletto romantico o ballet blanc per le sue connotazioni<br />

estetiche; è il primo balletto in cui compare il costume tipico della<br />

ballerina, il tutù, costume rimasto pressoché identico fino ai giorni<br />

nostri. Da La Sylphide in poi, quasi tutti i balletti <strong>di</strong> repertorio<br />

conterranno quello che si chiama l'atto bianco (perché danzato con il<br />

tutù). Per la prima volta, inoltre, la ballerina protagonista sale sulle<br />

punte quasi nella totalità dell'esecuzione; il ruolo, infatti, richiede un<br />

certo tipo <strong>di</strong> leggerezza e <strong>di</strong> tecnicismo, stile creato dalla coreografia <strong>di</strong><br />

Filippo Taglioni e che, con le rappresentazioni all’Opéra National de Paris<br />

del 1832, rese celebre Maria Taglioni (prima interprete). Il secondo,<br />

Giselle <strong>di</strong> Charles Adam del 1841 (coreografia <strong>di</strong> Coralli). Thèophile<br />

Gautier uno dei poeti <strong>di</strong> punta della scuola romantica nonché<br />

promettente critico <strong>di</strong> teatro e danza, ammiratore appassionato <strong>di</strong><br />

Carlotta Grisi (ballerina formatasi al Teatro alla Scala <strong>di</strong> Milano e poi<br />

trasferitasi all’Opéra de Paris), scrive per lei la sceneggiatura del balletto<br />

note <strong>di</strong> regia


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prendendo spunto da una leggenda germanica riportata da Heinrich Heine ne<br />

L’Alemagne che narra <strong>di</strong> spiriti della notte (Willis) che attraggono verso un crudele<br />

destino giovani ignari ed anche da alcuni versi <strong>di</strong> Victor Hugo che raccontano <strong>di</strong><br />

un giovane condotto a morte dalla passione per la danza.<br />

Puccini e Fontana, per altro, avevano a <strong>di</strong>sposizione l’esempio <strong>di</strong> un’altra opera<br />

che utilizzò le tematiche sopra esposte: Elda <strong>di</strong> Catalani del 1880 (tratta dalla<br />

leggenda <strong>di</strong> Loreley), riveduta in seguito e presentata quale Loreley nel 1890 (a<br />

sua volta tributaria del balletto Coppellia <strong>di</strong> Delibes).<br />

Nella realizzazione dell’allestimento, ho così cercato <strong>di</strong> salvaguardare tutti gli<br />

elementi iconografici (dai quali penso non si debba e non si possa prescindere giacchè<br />

così chiari e precisi riferimenti <strong>di</strong> un momento storico-culturale) ma, al contempo, <strong>di</strong><br />

rivisitarli attraverso una lettura stilizzata, asciutta, simbolica, che ne esalti la<br />

drammaturgia intrinseca per poterla comprendere in modo ancora più netto. L’azione<br />

si compie su due piani: il mondo della realtà (primo atto) e quello degli spiriti, il<br />

soprannaturale (secondo atto ma realmente, terzo, giacchè il secondo è quello che ci<br />

viene “raccontato” dalla voce recitante, l’atto <strong>di</strong> Magonza) e conservando<br />

scenicamente i parallelismi tra la natura e la simbologia ad essa corrisposta (il cambio<br />

<strong>di</strong> stagione, le rocce, la foresta, la luna).<br />

Anche per la recitazione ho voluto un’impostazione quasi “cinematografica” con<br />

l’ausilio <strong>di</strong> una vera e ricercata regia delle luci, anch’esse a funzione<br />

drammaturgica (che, grazie alle o<strong>di</strong>erne possibilità tecniche, considero uno degli<br />

aspetti determinanti della messinscena). Infine, la figura delle Villi che, a <strong>di</strong>fferenza<br />

<strong>di</strong> come solitamente viene rappresentata, si evidenzia con spiriti poco “romantici”<br />

e <strong>di</strong> forte concezione profana (in forte opposizione al sacro <strong>di</strong> cui è pregna la<br />

vicenda e, soprattutto, priva <strong>di</strong> due punti car<strong>di</strong>ne della “cristianità”, la pietà ed il<br />

perdono).<br />

In Germania, nella Foresta Nera.<br />

Atto primo<br />

Guglielmo Wulf festeggia assieme agli amici il fidanzamento della figlia<br />

Anna con un giovane boscaiolo, Roberto. La festa è però interrotta<br />

bruscamente dalla notizia che la madrina <strong>di</strong> Roberto è morta lasciandogli<br />

una ricca ere<strong>di</strong>tà e che il giovane deve partire imme<strong>di</strong>atamente per<br />

prenderne possesso. Anna non sa nascondere la sua tristezza: ha sognato<br />

<strong>di</strong> dover morire lontana da Roberto e ora, oppressa da cupi presagi, teme<br />

<strong>di</strong> non rivedere mai più il fidanzato. Roberto cerca <strong>di</strong> consolarla<br />

ricordandole il suo amore, del quale non dovrà mai dubitare. Un<br />

intermezzo sinfonico in due parti (dai titoli L’abbandono e La tregenda)<br />

descrive ciò che è avvenuto dopo la partenza. Affascinato dalla bellezza<br />

<strong>di</strong> una cortigiana, Roberto ha <strong>di</strong>menticato Anna, che è morta <strong>di</strong> dolore.<br />

Ogni notte nella Foresta Nera le Villi (gli spiriti delle fanciulle rimaste<br />

vittime del loro amore tra<strong>di</strong>to) danzano instancabilmente e il fidanzato<br />

spergiuro, che osa tornare a cercarle, è costretto a partecipare ad una<br />

ridda paurosa, finché muore sfinito; anche Anna è fra esse, sicura che il<br />

fidanzato tornerà nella selva. In una notte d’inverno, Roberto, che dopo<br />

aver <strong>di</strong>ssipato tutte le sue ricchezze è stato abbandonato dalla cortigiana,<br />

si aggira pieno <strong>di</strong> rimorsi nella Foresta Nera, non osando avvicinarsi alla<br />

casa <strong>di</strong> Anna della quale ignora la morte.<br />

Intermezzo<br />

Prima parte: l’Abbandono<br />

Seconda parte: la Tregenda<br />

la vicenda


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Atto secondo<br />

Frattanto Guglielmo, sulla soglia <strong>di</strong> casa, ripensa <strong>di</strong>sperato alla figlia e implora la<br />

vendetta <strong>di</strong> Dio sul giovane che le ha causato tanto dolore. Rientrato in casa, giunge<br />

Roberto, ma una forza misteriosa gli impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> bussare alla porta. Sconvolto, si<br />

inoltra nuovamente nella foresta, ma subito gli appare il fantasma <strong>di</strong> Anna, che gli<br />

ricorda le sue promesse d’amore e lo rimprovera del suo tra<strong>di</strong>mento. Ad un tratto<br />

il giovane è circondato da un gruppo <strong>di</strong> Villi e, trascinato da una forza irresistibile,<br />

è spinto ad una danza vorticosa. Sfinito e angosciato, riesce a lanciarsi verso la casa<br />

<strong>di</strong> Guglielmo per chiedergli aiuto, ma le Villi lo travolgono ancora nella tragica danza<br />

finché muore ai pie<strong>di</strong> del fantasma <strong>di</strong> Anna, che, finalmente placato, svanisce<br />

nell’aria. Poco dopo Guglielmo esce <strong>di</strong> casa e, scorgendo il corpo inanimato <strong>di</strong><br />

Roberto, si convince che il cielo stesso ha punito il tra<strong>di</strong>tore e rende omaggio alla<br />

giustizia <strong>di</strong>vina.<br />

Le Villi<br />

Opera-ballo in due atti<br />

Libretto<br />

Fer<strong>di</strong>nando Fontana<br />

Prima rappresentazione<br />

31 maggio 1884, Teatro Dal Verme <strong>di</strong> Milano<br />

Personaggi<br />

Anna soprano<br />

Guglielmo Wulf, suo padre baritono<br />

Roberto tenore<br />

Coro<br />

montanari e montanare, villi, spiriti<br />

Luogo<br />

piccolo villaggio della Foresta Nera<br />

Epoca<br />

secolo XIX<br />

il libretto


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ATTO PRIMO<br />

Spianata nel Bosco.<br />

A destra, sul <strong>di</strong>nanzi, una casa modesta,<br />

quella <strong>di</strong> Guglielmo. In fondo, a sinistra,<br />

un sentiero che si perde nel folto d’una<br />

boscaglia salendo una rupe. Da questa<br />

ad un’altra rupe un ponticello.<br />

È primavera. Festoni <strong>di</strong> fiori pendono da<br />

ogni parte. La scena è pavesata a festa.<br />

Guglielmo, Anna e Roberto sono seduti a<br />

capotavola.<br />

MONTANARI<br />

Evviva! Evviva! Evviva!<br />

Evviva i fidanzati!<br />

Anna e Roberto si allontanano dal fondo<br />

dandosi il braccio.<br />

MONTANARI<br />

Della vecchia <strong>di</strong> Magonza<br />

Roberto è ere<strong>di</strong>tier!<br />

I tesori accumulati<br />

Son molti davver!<br />

Dunque povero stasera<br />

Roberto partirà<br />

E a sposar la fidanzata<br />

Ei ricco tornerà!<br />

Evviva! Evviva! Evviva!<br />

Evviva i fidanzati!<br />

Gira! Gira! Gira!<br />

Balza! Gira! Balza!<br />

La musica freme e delira,<br />

La danza sospinge ed incalza!<br />

Oh, volano rapide l’ore<br />

Se il piede alla danza è legger!<br />

Il ballo è rival dell’amore:<br />

Il core fa batter davver!<br />

Gira! Gira! Gira!<br />

Balza! Gira! Balza!<br />

a Guglielmo<br />

Ohè! Babbo Guglielmo!<br />

Venite voi pure a danzar!<br />

GUGLIELMO<br />

Ebben, perchè no? Poffar mio!<br />

Son vecchio, ma in gambe so star!<br />

Va a prendere una ragazza e la invita a<br />

ballare con galanteria.<br />

MONTANARI<br />

Gira! Gira! Gira!<br />

Balza! Gira! Balza!<br />

Fra gli applausi e le risa, Guglielmo esce<br />

con danzatrice. Poco a poco tutti lo<br />

seguono. La scena rimane vuota per un<br />

momento, poi Anna rientra sola dal<br />

fondo, con un mazzolino <strong>di</strong><br />

Nontiscordar<strong>di</strong>me.<br />

ANNA<br />

Se come voi piccina io fossi,<br />

O vaghi fior, sempre sempre<br />

Vicina potrei stare al mio amor.<br />

Allor, <strong>di</strong>rgli vorrei:<br />

‘Io penso sempre a te!’<br />

Ripeter gli potrei:<br />

‘Non ti scordar <strong>di</strong> me!’<br />

Voi, <strong>di</strong> me più felici,<br />

Lo seguirete, o fior;<br />

Per valli e per pen<strong>di</strong>ci<br />

Seguirete il mio amor.<br />

Ah, se il nome che avete<br />

Menzognero non è,<br />

Deh, al mio amor ripetete:<br />

‘Non ti scordar <strong>di</strong> me!’<br />

Anna va a mettere il mazzolino<br />

nella valigia <strong>di</strong> Roberto.<br />

ROBERTO<br />

vedendo l’atto <strong>di</strong> Anna e<br />

avvicinandosele sorridendo<br />

Ah, ti ho còlta!<br />

ANNA<br />

Tu!<br />

ROBERTO<br />

prendendo dalla valigia il mazzolino, lo<br />

bacia, poi lo ripone<br />

Grazie, Anna mia.<br />

Ma un più gentil ricordo<br />

Io chiederti vorrei.<br />

ANNA<br />

Quale?<br />

ROBERTO<br />

Un sorriso.<br />

Anna scuote mestamente la testa<br />

Non esser, Anna mia, mesta sì tanto:<br />

Passeran pochi giorni e tornerò.<br />

ANNA<br />

lo tento invan <strong>di</strong> trattenere il pianto,<br />

Ho una tristezza che vincer non so.<br />

Foschi presagi mi turban la mente.<br />

Mi par ch’io non ti debba più veder.<br />

ROBERTO<br />

Anna!<br />

ANNA<br />

Stanotte sognai<br />

Che morente t’attendevo.<br />

ROBERTO<br />

Suvvia! Quali pensier!<br />

Pensa invece ai dì lieti<br />

Che il destino ci promette,<br />

Benigno al nostro amor!<br />

ANNA<br />

Ma, m’ami tu davver?<br />

ROBERTO<br />

Mio cherubino, perché


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Dell’amor mio dubiti ancor?<br />

Tu dell’infanzia mia<br />

Le gioie <strong>di</strong>videsti e le carezze;<br />

Da te soave e pia imparai<br />

Della vita le dolcezze;<br />

Ero povero, e tu l’affetto mio<br />

Più d’ogni ricco volesti pregiar.<br />

Ah! Dubita <strong>di</strong> Dio,<br />

Ma no, dell’amor mio non dubitar!<br />

Io t’amo!<br />

ANNA<br />

Dolci e soavi accenti, deh,<br />

Vi scolpite nel mio mesto cor,<br />

E nei foschi momenti dell’attesa<br />

Alleviate il mio dolor!<br />

Dolci e soavi accenti,<br />

Oh, quante volte il labbro mio<br />

Vi dee mormorar:<br />

Ah! Dubita <strong>di</strong> Dio,<br />

Ma no, dell’amor mio non dubitar!<br />

Io t’amo!<br />

I montanari rientrano con Guglielmo.<br />

MONTANARI<br />

Presto! Presto in viaggio!<br />

E l’ora <strong>di</strong> partir!<br />

Pria che il giocondo raggio<br />

Del sole abbia a svanir si parta!<br />

ROBERTO<br />

Anna, coraggio!<br />

ANNA<br />

Io mi sento morir!<br />

MONTANARI<br />

a Roberto<br />

Della foresta al limite<br />

Noi verrem con te.<br />

ROBERTO<br />

a Guglielmo<br />

Padre mio, bene<strong>di</strong>teci!<br />

GUGLIELMO<br />

Tutti qui intorno, intorno a me.<br />

Anna e Roberto s’inginocchiano ai pie<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> Guglielmo; tutti li imitano<br />

Angiol <strong>di</strong> Dio,<br />

Che i vanni rivolgi al ciel stasera,<br />

Reca questa preghiera<br />

Al trono del Signor!<br />

ANNA, ROBERTO e GUGLIELMO<br />

Sia propizio il cammino<br />

Ad ogni pellegrino!<br />

Non serbi <strong>di</strong>singanni<br />

Ogni sogno d’amor!<br />

Reca questa preghiera<br />

Al trono del Signor!<br />

Guglielmo abbraccia Roberto, poi<br />

Roberto abbraccia Anna e stringe la<br />

mano e saluta Montanari e Montanare.<br />

ROBERTO<br />

Padre, Anna, ad<strong>di</strong>o!<br />

ANNA, GUGLIELMO e MONTANARI<br />

Ad<strong>di</strong>o, Roberto, ad<strong>di</strong>o!<br />

Roberto si avvia con alcuni amici.<br />

INTERMEZZO<br />

Prima Parte: l’Abbandono<br />

IL NARRATORE<br />

Di quei giorni a Magonza una sirena<br />

I vecchi e i giovinetti affascinava.<br />

Ella trasse Roberto all’orgia oscena<br />

E l’affetto per Anna ci vi obliava.<br />

Intanto, afflitta da ineffabil pena,<br />

La fanciulla tra<strong>di</strong>ta lo aspettava.<br />

Ma invan l’attese: ed al cader del verno<br />

Ella chiudeva gli occhi al sonno eterno.<br />

Si vede, <strong>di</strong>etro un velo, passare il<br />

corteggio funebre <strong>di</strong> Anna, che uscendo<br />

dalla casa <strong>di</strong> Guglielmo, attraversa la<br />

scena.<br />

FEMMINA<br />

Come un giglio reciso<br />

Dentro la bara giace.<br />

Raggio <strong>di</strong> luna è il candor del suo viso.<br />

O pura virgo, requiesce in pace!<br />

Seconda Parte: la Tregenda<br />

IL NARRATORE<br />

V’è nella Selva Nera una leggenda<br />

Che delle Villi la leggenda è detta<br />

E ai spergiuri d’amor suona tremenda.<br />

Se muor d’amore qualche giovinetta<br />

Nella selva ogni notte la tregenda<br />

Vieni a danzare, e il tra<strong>di</strong>tor vi aspetta;<br />

Poi, se l’incontra, con lui danza e ride<br />

E, colla foga del danzar, l’uccide.<br />

Or per Roberto venne un triste giorno.<br />

Dalla sirena in cenci abbandonato<br />

Egli alla Selva pensò far ritorno,<br />

E questa notte appunto ei v’è tornato.<br />

Già nel bosco s’avanza: intorno, intorno<br />

Riddan le Villi nell’aer gelato.<br />

Ei, tremando <strong>di</strong> freddo e <strong>di</strong> paura,<br />

È già nel mezzo della Selva oscura.<br />

Durante la Seconda Parte si scorge lo<br />

stesso paesaggio dell’Atto Primo,<br />

ma è il verno.<br />

È notte. Gli alberi, sfrondati e stecchiti,<br />

sono sovraccarichi <strong>di</strong> neve. Il cielo è<br />

sereno e stellato: la luna illumina<br />

il tetro paesaggio.<br />

Le Villi vengono a danzare, precedute da<br />

fuochi fatui che guizzano da ogni parte<br />

e percorrono la scena.


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ATTO SECONDO<br />

Guglielmo siede sulla porta <strong>di</strong> casa in<br />

atto <strong>di</strong> dolore profondo.<br />

GUGLIELMO<br />

No, possibil non è<br />

Che inven<strong>di</strong>cata resti la colpa sua!<br />

Vivea beata e tranquilla<br />

Al mio fianco la mia dolce figliola,<br />

Ed egli venne e,<br />

Colla sua parola, d’amor<br />

Le smanie in lei destò.<br />

alzandosi con impeto<br />

Chi dunque, o scellerato,<br />

Chi l’amor tuo ti chiese?<br />

Quali orribili offese<br />

T’abbiami mai fatto noi<br />

Per uccider quell’angelo<br />

E agli estremi miei giorni<br />

Serbar cotanta angoscia?<br />

No, possibil non è<br />

Che inven<strong>di</strong>cata resti colpa sì grande!<br />

Anima santa della figlia mia,<br />

Se la leggenda delle Villi è vera,<br />

Deh, non esser con lui, qual fosti, pia,<br />

Ma qui l’atten<strong>di</strong> al cader della sera.<br />

S’io potessi saperti ven<strong>di</strong>cata<br />

Lieto saluterei l’ultimo dì.<br />

Ah, perdona, Signor, l’idea spietata<br />

Che dal mio cor che sanguina, fuggì.<br />

rientra in casa<br />

LE VILLI<br />

interno<br />

Ei giunge!<br />

Anna! Anna! Anna!<br />

Di morte alla condanna<br />

Ei viene il tra<strong>di</strong>tor!<br />

Eccolo, s’avvicina!<br />

Su, dannato, cammina!<br />

Roberto appare sul ponticello e avanza.<br />

ROBERTO<br />

fra sè<br />

Ecco la casa.<br />

Dio, che orrenda notte!<br />

Strane voci m’inseguon.<br />

Le Villi: evvia!<br />

Son fole!<br />

scende<br />

No, delle Villi me non perseguita<br />

La vendetta fatal!<br />

Tu sol m’insegui, rimorso,<br />

Vipera infernal!<br />

Vipera dal veleno infernal!<br />

Torna ai felici dì<br />

Dolente il mio pensier,<br />

Ridean del maggio i fior,<br />

Fioria l’amor, fioria per me l’amor!<br />

Or tutto si coprì<br />

Di lugubre mister,<br />

Ed io non ho nel cor<br />

Che tristezza e terror!<br />

Forse ella vive!<br />

guarda verso la casa, poi va verso <strong>di</strong><br />

essa come avesse presa una decisione<br />

Bussiam!<br />

fa per bussare, ma in<strong>di</strong>etreggia come se<br />

una forza ignota glielo impe<strong>di</strong>sse<br />

Qual brivido mi colse!<br />

Invan <strong>di</strong> quella soglia<br />

Tentai sul limite levar la man!<br />

VILLI<br />

Su, dannato, cammina!<br />

ROBERTO<br />

Pur d’intender parmi<br />

Davvero un canto lugubre!<br />

si inginocchia, come estenuato,<br />

per pregare<br />

O sommo Id<strong>di</strong>o! Del mio cammino,<br />

Del mio destin quest’è la mèta.<br />

Fa che il perdono la renda lieta<br />

Un solo istante,<br />

E poi morrò!<br />

balzando in pie<strong>di</strong><br />

Pregar non posso!<br />

Ah, maledetto il dì,<br />

Il dì che andai lontan <strong>di</strong> qui!<br />

Maledetta sia la tua bellezza,<br />

O cortigiana vil!<br />

Maledetta in eterno! Maledetta!<br />

VILLI<br />

Cammina! Cammina! Cammina!<br />

ANNA<br />

interno<br />

Roberto!<br />

ROBERTO<br />

Ciel!<br />

La sua voce! Dunque morta non è!<br />

ANNA<br />

appare sul ponticello<br />

Non son più l’amor.<br />

Son la vendetta!<br />

ROBERTO<br />

cade affranto su un sasso<br />

Gran Dio!<br />

ANNA<br />

Ricor<strong>di</strong> quel che <strong>di</strong>cevi<br />

Nel mese dei fiori?<br />

‘Tu dell’infanzia mia<br />

Le gioie <strong>di</strong>videsti e le carezze;<br />

Da te soave e pia imparai<br />

Della vita le dolcezze;<br />

Ah, dubita <strong>di</strong> Dio,<br />

Ma no, dell’amor mio non dubitar!’<br />

T’amai: mi tra<strong>di</strong>sti.<br />

T’attesi: e non venisti.<br />

Ma è tremendo dolore<br />

In silenzio soffrir!<br />

Senza speranze in cuore<br />

Mi facesti morir!


LeVilli libretto:LeVilli libretto 2008 28-11-2008 10:13 Pagina 26<br />

ROBERTO<br />

La scordai, l’ho tra<strong>di</strong>ta,<br />

E per me perdè la vita.<br />

Ah, è tremendo il dolore<br />

Che mi tocca soffrir!<br />

Col rimorso nel cuore<br />

Io mi sento morir!<br />

Roberto va verso Anna come spinto da<br />

una forza ignota. Poi fa per vincere il<br />

fascino che lo investe, ma non può e si<br />

slancia verso <strong>di</strong> lei. Anna avanzandosi,<br />

stende le braccia e lo attira a sè. Intanto<br />

le Villi accorrono, circondano Roberto ed<br />

Anna e li trascinano, danzando<br />

vertiginosamente, fuori della scena.<br />

SPIRITI<br />

interni<br />

Qui noi t’aspettiam, tra<strong>di</strong>tor!<br />

Da noi non attender pietà!<br />

SPIRITI e VILLI<br />

Chi in vita fu sordo all’amor<br />

In morte perdono non ha!<br />

Tra<strong>di</strong>tor, t’aspettiam!<br />

Gira! Balza! Gira! Balza!<br />

Roberto accorrendo ansimante, coi<br />

capelli irti, va a bussare alla casa <strong>di</strong><br />

Guglielmo. Poi, scorgendo le Villi, che lo<br />

inseguono venendo dalla destra, fa per<br />

fuggire dalla parte opposta, ma Anna<br />

appare alla sinistra. Ella lo riafferra e lo<br />

travolge nuovamente in una ridda, fra le<br />

Villi che sopraggiungono.<br />

ROBERTO<br />

sfinito, cadendole ai pie<strong>di</strong><br />

Anna, pietà!<br />

ANNA<br />

<strong>di</strong>sparendo<br />

Sei mio!<br />

SPIRITI e VILLI<br />

Osanna! Osanna! Osanna!<br />

i protagonisti


LeVilli libretto:LeVilli libretto 2008 28-11-2008 10:13 Pagina 28<br />

EZIO ROJATTI <strong>di</strong>rettore d’orchestra<br />

Stu<strong>di</strong>a organo e composizione organistica. Frequenta la Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia D.A.M.S.<br />

dell’Università <strong>di</strong> Bologna, dove particolarmente fecon<strong>di</strong> saranno i contatti con i docenti<br />

Aldo Clementi e Francesco Donatoni (<strong>di</strong> cui più tar<strong>di</strong> seguirà anche i corsi tenuti<br />

all’Accademia Chigiana <strong>di</strong> Siena). Approfon<strong>di</strong>sce lo stu<strong>di</strong>o della composizione con il Maestro<br />

Daniele Zanettovich, si <strong>di</strong>ploma in Musica corale e Direzione <strong>di</strong> Coro al Conservatorio<br />

Benedetto Marcello <strong>di</strong> Venezia e successivamente in Composizione al Conservatorio<br />

Giuseppe Ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano sotto la guida del Maestro Giacomo Manzoni. Ottiene importanti<br />

riconoscimenti al «Concorso Internazionale <strong>di</strong> Composizione Viotti» e alcuni suoi lavori<br />

vengono eseguiti dall’Orchestra dell’Angelicum <strong>di</strong> Milano (Traslazioni per orchestra, opera<br />

selezionata nell’ambito della Rassegna Giovani Compositori Lombar<strong>di</strong> indetta dai Pomeriggi<br />

Musicali e dall’Angelicum). Si perfeziona per la Direzione d’Orchestra con Carlo Maria Giulini<br />

e Leonard Bernstein svolgendo contemporaneamente l’attività <strong>di</strong> Maestro Collaboratore al<br />

Teatro alla Scala <strong>di</strong> Milano. Dal 1982 insegna Lettura della Partitura al Conservatorio J.<br />

Toma<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne. Giovanissimo, vince (con votazione 100/100) il Primo Premio al<br />

«Concorso Internazionale <strong>di</strong> Stresa» (1985). Dal 1985 ricopre il ruolo <strong>di</strong> Direttore Artistico<br />

e Musicale dell’Orchestra Haydn Philharmonia. Viene segnalato al «Concorso Internazionale<br />

<strong>di</strong> Direzione d’Orchestra A. Pedrotti» e nel <strong>di</strong>cembre 1993 vince il Primo Premio Assoluto al<br />

«Concorso <strong>di</strong> Direzione d’Orchestra Mario Gusella», prestigioso riconoscimento cui sono<br />

seguiti numerosi inviti <strong>di</strong> istituzioni sinfoniche italiane ed internazionali. Nel 1994 inaugura,<br />

su invito dei Pomeriggi Musicali, il «Festival Milano Milhaud». Nel ruolo <strong>di</strong> Direttore<br />

d’Orchestra, svolge un’intensa attività concertistica e <strong>di</strong>scografica alla guida <strong>di</strong> importanti<br />

orchestre con lusinghieri riconoscimenti dalla critica specializzata. Nell’autunno 1999<br />

assume il ruolo <strong>di</strong> Direttore Artistico e Direttore Musicale della Mitteleuropa Philharmonia,<br />

orchestra <strong>di</strong> carattere internazionale con sede a Milano. Ha al suo attivo numerose incisioni<br />

<strong>di</strong>scografiche per la Sonoton <strong>di</strong> Monaco <strong>di</strong> Baviera, la Bongiovanni, la Nuova Era, la Rivo Alto,<br />

la Real Sound e per la Collana i Maestri della Musica e<strong>di</strong>to dalla De Agostini. Ha effettuato<br />

registrazioni per la Süddeutscher Rundfunk, per la ORF Ra<strong>di</strong>otelevisione Austriaca e per la<br />

RAI Ra<strong>di</strong>otelevisione Italiana. Al Mozarteum <strong>di</strong> Salisburgo, invitato a <strong>di</strong>rigere la serata finale<br />

del Festival Aspekte, in collaborazione con la ORF austriaca, realizza dal vivo la prima<br />

registrazione mon<strong>di</strong>ale del Concerto dell’Albatro <strong>di</strong> G.F. Ghe<strong>di</strong>ni. Ha collaborato con<br />

prestigiosi solisti tra i quali citiamo Susanna Mildonian, Severino Gazzelloni, Carl Anderson,<br />

Anna Caterina Antonacci, Michelle Breeth, il Duo Franco e Bruno Mezzena, Aldo Bennici,<br />

Eteri Gvazava, Nicola Piovani, lo Jess Trio <strong>di</strong> Vienna, I Fiati Solisti della Scala, Renato Bruson,<br />

l’Orchestra da Camera dei Berliner Philharmoniker. Alla guida dell’Orchestra Sinfonica del<br />

Friuli Venezia Giulia, in qualità <strong>di</strong> Direttore Artistico e Musicale, ha svolto un’intensa attività<br />

sia concertistica che <strong>di</strong>scografica. Nel mese <strong>di</strong> febbraio 2002, una prestigiosissima tournée<br />

lo ha visto presente alla Sala d’Oro del Musikverein a Vienna e nella stagione del Teatro<br />

alla Scala <strong>di</strong> Milano. Ha <strong>di</strong>retto con grande successo l’Orchestra da Camera dei Berliner<br />

Philharmoniker. Nel 2005 è stato pubblicato il DVD del Concerto <strong>di</strong> Natale dal Duomo <strong>di</strong><br />

Milano, con Renato Bruson e Monserrat Caballè, trasmesso anche dalle emittenti televisive<br />

La7 e Rai2. Ha ottenuto un importante successo al Politeama <strong>di</strong> Catanzaro il 21 marzo 2006<br />

inaugurando l’attività dei Solisti del Teatro alla Scala <strong>di</strong> Milano.<br />

MASSIMO PEZZUTTI regista<br />

Inizia l’attività musicale da bambino cantando nel Coro <strong>di</strong> voci bianche del Teatro alla Scala<br />

<strong>di</strong> Milano. Stu<strong>di</strong>a Canto lirico al Conservatorio <strong>di</strong> musica <strong>di</strong> Milano, frequenta l’Accademia<br />

Lirica Internazionale <strong>di</strong> Katia Ricciarelli e i Corsi <strong>di</strong> Formazione Superiore della Fondazione<br />

Toscanini <strong>di</strong> Parma. Nel 1991 consegue il 1° Premio alla IX E<strong>di</strong>zione del «Concorso Nazionale<br />

<strong>di</strong> Canto A. Lazzari» <strong>di</strong> Genova. Nel 1994 è vincitore della XV E<strong>di</strong>zione del «Concorso<br />

Nazionale <strong>di</strong> Canto M. Battistini» <strong>di</strong> Rieti dove debutta, al Teatro Flavio Vespasiano, ne<br />

L’Elisir d’Amore (Belcore) <strong>di</strong> Donizetti con la regia <strong>di</strong> F. Valeri. Nel 1998 risulta vincitore delle<br />

selezioni internazionali «Opera Giovani in Europa» e nel 2001 quelle <strong>di</strong> «Città Lirica Opera<br />

Stu<strong>di</strong>o». Partecipa, quale cantante-attore, alla produzione del Faust <strong>di</strong> Goethe con la regia<br />

<strong>di</strong> Strehler al Teatro Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Milano. Registra per il canale culturale Tele +3 lo spettacolo<br />

Le Canzoni <strong>di</strong> Mefisto: un itinerario attraverso alcuni compositori che alla vicenda del Faust<br />

goethiano hanno de<strong>di</strong>cato la loro musica (Lieder <strong>di</strong> Ludwig van Beethoven, Franz Liszt,<br />

Richard Wagner). Nel corso degli anni debutta in oltre quaranta ruoli principali <strong>di</strong> opere del<br />

repertorio settecentesco e ottocentesco affrontando, inoltre, lavori del ‘600 e contemporanei<br />

(anche con esecuzioni <strong>di</strong> prime assolute); interprete <strong>di</strong> musica liederistica, sacra e sinfonica,<br />

canta in importanti teatri italiani e all’estero: Principato <strong>di</strong> Monaco, Francia, Svizzera,<br />

Germania, Danimarca, Perù, Mississippi e Louisiana (Stati Uniti), Brasile e Giappone.<br />

Massimo Pezzutti intraprende anche la carriera registica. Per <strong>di</strong>versi anni è <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> scena<br />

in teatri <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione e, come regista assistente, collabora con M. Corra<strong>di</strong>, M. Scaglione, B.<br />

De Tomasi, A. Masella e M. Mirabella. Nel 2001 debutta con la regia de Il maestro <strong>di</strong> scuola<br />

<strong>di</strong> Telemann, de La Cantata del caffè <strong>di</strong> Bach e <strong>di</strong> Livietta e Tracollo <strong>di</strong> Pergolesi al Teatro


LeVilli libretto:LeVilli libretto 2008 28-11-2008 10:13 Pagina 30<br />

Pacini <strong>di</strong> Pescia; instaura, così, un rapporto <strong>di</strong> lavoro <strong>continuativo</strong> che lo impegna in nuove<br />

produzioni (2002: Bastiano e Bastiana <strong>di</strong> Mozart e Una testa senza mondo <strong>di</strong> O. Lacagnina,<br />

in prima esecuzione assoluta; 2003: Il Maestro <strong>di</strong> musica <strong>di</strong> Pergolesi; 2004: L’Elisir d’Amore<br />

<strong>di</strong> Donizetti; 2005: Don Pasquale <strong>di</strong> Donizetti; 2006: Il barbiere <strong>di</strong> Siviglia <strong>di</strong> Rossini) e<br />

istituisce, con P. Papini, il «Concorso Internazionale per Giovani Cantanti Lirici Giovanni<br />

Pacini». Per la stagione lirica del Teatro del Vittoriale <strong>di</strong> Gardone Riviera <strong>di</strong>rige Il barbiere <strong>di</strong><br />

Siviglia. Al «Festival Galuppi», in collaborazione con la Fondazione Gran Teatro La Fenice <strong>di</strong><br />

Venezia, realizza un nuovo allestimento <strong>di</strong> Bastiano e Bastiana e de La conta<strong>di</strong>na astuta <strong>di</strong><br />

Hasse-Pergolesi, dove <strong>di</strong>rige e affianca, come cantante, il soprano A. Scarabelli. Mette in<br />

scena lo spettacolo da lui ideato Nel séparé… Intimità nell’Operetta al Teatro Civico <strong>di</strong> La<br />

Spezia, al Circolo degli Artisti <strong>di</strong> Torino, al Teatro Manzoni <strong>di</strong> Pistoia, al Palatenda <strong>di</strong> Cortina<br />

d’Ampezzo e all’Au<strong>di</strong>torium Comunale <strong>di</strong> Belluno. Incaricato dal Conservatorio <strong>di</strong> musica<br />

G. Puccini <strong>di</strong> La Spezia, riprende l’allestimento de La conta<strong>di</strong>na astuta. Al Teatro Comunale<br />

<strong>di</strong> Gubbio, collabora con E. Pandolfi alla regia de Il paese dei campanelli <strong>di</strong> C. Lombardo e<br />

V. Ranzato. Debutta al Piccolo Regio <strong>di</strong> Torino con la messinscena dell’opera buffa <strong>di</strong><br />

G. Donizetti Rita. Nell’ambito del «Festival Arlecchino d’oro» <strong>di</strong> Mantova, in collaborazione<br />

con il Teatro Municipale <strong>di</strong> Piacenza e la Fondazione A. Toscanini <strong>di</strong> Parma, propone una<br />

regia dell’Arlecchinata <strong>di</strong> Salieri (scene <strong>di</strong> Guglielminetti) che viene poi replicata al Castello<br />

<strong>di</strong> Vigevano e in Palazzo Farnese a Piacenza. Cura la regia <strong>di</strong> Don Giovanni <strong>di</strong> Mozart a<br />

Milano e <strong>di</strong> Lucia <strong>di</strong> Lammermoor <strong>di</strong> Donizetti al Teatro Civico <strong>di</strong> Vercelli. Nel 2003, a fianco<br />

<strong>di</strong> L. Magiera, tiene una opera workshop su Così fan tutte <strong>di</strong> Mozart, conclusasi con la<br />

rappresentazione dell’opera stessa; ne fa poi seguito una su Le Nozze <strong>di</strong> Figaro <strong>di</strong> Mozart<br />

(2004) e su Suor Angelica <strong>di</strong> Puccini (2005) per l’«Associazione Culturale Amici <strong>di</strong> Mozart»<br />

<strong>di</strong> Roma. In occasione del centenario della prima rappresentazione, è chiamato a Fukuoka<br />

(Giappone) per l’allestimento <strong>di</strong> Madama Butterfly <strong>di</strong> Puccini alla Fukuoka Hall; questo<br />

evento viene ripreso dalla TV <strong>di</strong> Stato giapponese NHK Channel 3, trasmesso in uno special<br />

nel programma Teatro d’Arte e, in modo permanente, proiettato al Museo Madama Butterfly<br />

<strong>di</strong> Nagasaki. Dirige, all’Au<strong>di</strong>torium Comunale S. Barnaba <strong>di</strong> Brescia, La Cambiale <strong>di</strong><br />

matrimonio <strong>di</strong> Rossini. Per «Cortina Inverno 2004-05» <strong>di</strong> Cortina d’Ampezzo, allestisce Il<br />

Maestro <strong>di</strong> Cappella <strong>di</strong> Cimarosa e La serva padrona <strong>di</strong> Pergolesi. A Modena, per il Mu.Vi. -<br />

Pavarotti International e in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale <strong>di</strong> Modena,<br />

cura la regia de La Bohème <strong>di</strong> Puccini (<strong>di</strong>rettore d’orchestra L. Magiera); anche questo lavoro<br />

viene ripreso e trasmesso in <strong>di</strong>fferita TV ed è oggetto in due tesi <strong>di</strong> laurea <strong>di</strong>scusse<br />

all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano - Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia (Corso <strong>di</strong> Laurea in Scienze<br />

dei Beni Culturali e Corso <strong>di</strong> Laurea in Scienze Umanistiche per la Comunicazione). Nel 2005<br />

tiene corsi <strong>di</strong> Arte scenica per la Fondazione Musicale S. Cecilia <strong>di</strong> Portogruaro e per il Civico<br />

Istituto Musicale <strong>di</strong> Savigliano con l’allestimento, al Teatro Comunale della stessa città,<br />

dell’opera Il Telefono <strong>di</strong> Menotti. È relatore nella conversazione-concerto su Francesco<br />

Tamagno promossa dal Circolo degli Artisti <strong>di</strong> Torino. Pubblica per la rivista culturale «Delta»,<br />

un saggio dal titolo Orfeo ed Euri<strong>di</strong>ce - Frammenti. Inaugura la Stagione lirica 2006 della<br />

Fondazione Teatro Coccia con Madama Butterfly (<strong>di</strong>rettore d’orchestra, M. Rota). Al Teatro<br />

Sociale <strong>di</strong> Brescia, è regista dell’opera Rita. Affianca, come relatore, M. Balò, P. Bosisio, L.<br />

Fteita, C. Lievi, V. Marzot e L. Spinatelli alla XVIª E<strong>di</strong>zione della «Settimana del Teatro» sul<br />

tema Tendenze della regia lirica contemporanea, organizzata a Rimini dal CUT - Centro<br />

Universitario Teatrale <strong>di</strong> Milano. Prende parte, in qualità <strong>di</strong> docente in Nozioni <strong>di</strong><br />

palcoscenico, al Corso <strong>di</strong> avviamento e perfezionamento professionale per Maestri<br />

collaboratori nel teatro lirico, indetto dall’Ente Luglio Musicale Trapanese - Teatro <strong>di</strong><br />

Tra<strong>di</strong>zione. Per il Teatro Civico <strong>di</strong> La Spezia è regista de Il barbiere <strong>di</strong> Siviglia. Firma<br />

l’allestimento de La vedova allegra <strong>di</strong> Lehár nella Stagione lirica 2006-07 della Fondazione<br />

Teatro Coccia. È nuovamente invitato a partecipare con M. Scaparro, G. Gori e G. De Bosio,<br />

alla «Settimana del Teatro» (XVIIª E<strong>di</strong>zione) per il tema Musica e poesia: il grande spettacolo<br />

dell’opera. Commissario in concorsi internazionali, è docente nei Laboratori dell’Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano - Dipartimento <strong>di</strong> Storia delle Arti, della Musica e dello Spettacolo.<br />

EVEGENI STOYANOV coreografo<br />

Nasce in Bulgaria il 14 novembre 1962 dove completa gli stu<strong>di</strong> e consegue il <strong>di</strong>ploma nel<br />

1982. Inizia la sua carriera nei maggiori teatri bulgari, interpretando ruoli del repertorio<br />

classico e neo-classico come Chopiniana, Coppelia, Giselle, Orfeo, Cenerentola, La Fille Mal<br />

Gardée, Pinocchio, Le Corsaire, Vita Bohème. Dal 1986 è ospite della Compagnia Statale <strong>di</strong><br />

Danza Contemporanea Arabesque, dove interpreta i ruoli principali in Sagra della Primavera,<br />

Carmina Burana, Carmen, Psyco, Bolero. Nel 1988 riceve il riconoscimento come migliore<br />

artista dell’anno. Dal 1989 è in Italia, dove prende parte a numerose produzioni, come Don<br />

Giovanni, Apres-mi<strong>di</strong> d’un faune, Racconti con Conte, Vita d’eroe, Frange, Donna Laura <strong>di</strong><br />

Carini. Uno dei ruoli da ricordare, per successo <strong>di</strong> critica e pubblico, è Zorba in Zorba il Greco<br />

prodotto in Grecia. Nella sua carriera come danzatore solista, primo ballerino ed étoile, ha<br />

avuto l’opportunità <strong>di</strong> incontrare artisti, insegnanti e coreografi come F. Alonso, M.


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Arnoudova, V. Biagi, P. Lucanov, G. Carbone, D. Ezralow, R. Greco, R. Kirova, S. Smailou, A.<br />

Gavrilov, M. Zullo, P. Parisov, H. Mechmedov, V. Vla<strong>di</strong>kin, G. Vantaggio, Kwelliar, K. Petrovska,<br />

V. Terzieva. Danza nei teatri <strong>di</strong> Mosca, Pechino, Shangai, Sofia, Oslo, Copenaghen, Berlino,<br />

Tunisi, Damasco, San Pietroburgo, Larnaca, Salonicco, Atene, Varna, Plov<strong>di</strong>v, Milano, Roma.<br />

Arricchisce la sua conoscenza artistica danzando per Moulin Rouge, Rai 1, Rai Sat, televisione<br />

bulgara, cinema spagnolo. Nel 1994 inizia la sua attività <strong>di</strong> Maître collaborando con varie<br />

compagnie italiane ed estere. Dal 2004 è invitato perio<strong>di</strong>camente come Maître ed Assistente<br />

al Corpo <strong>di</strong> Ballo della Fondazione Arena <strong>di</strong> Verona; inoltre, è spesso chiamato a prendere<br />

parte come maestro ospite ai progetti ministeriali, mirati alla formazione professionale. La<br />

sua prima coreografia viene creata in occasione del Galà <strong>di</strong> Danza a Trinità dei Monti a<br />

Roma, durante le celebrazioni del Giubileo 2000. Da allora ad oggi, le sue coreografie<br />

vengono rappresentate in occasione <strong>di</strong> spettacoli teatrali, celebrazioni istituzionali e<br />

produzioni au<strong>di</strong>o-visive. Nel 2005 è fondatore e <strong>di</strong>rettore artistico della Società Cooperativa<br />

Artem, la quale collabora con le accademie nazionali <strong>di</strong> danza <strong>di</strong> Svezia, Bulgaria e Italia,<br />

Thessaly Ballet, Balletto <strong>di</strong> Milano, A.I.D. - Roma. Dal 2006 è Direttore artistico del «Concorso<br />

Internazionale <strong>di</strong> Danza Sicilia Barocca».<br />

GIANMARIO CAVALLARO maestro del coro<br />

Coor<strong>di</strong>natore Musicale, Maestro del Coro e Direttore d’Orchestra della Fondazione Teatro<br />

Coccia. Si è esibito con successo in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Turchia,<br />

riscuotendo consensi <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> pubblico. Ha collaborato con <strong>di</strong>rettori, registi e cantanti<br />

<strong>di</strong> fama internazionale come Clau<strong>di</strong>o Scimone, Marcello Rota, Nello Santi, Beppe De Tomasi,<br />

Mario Corra<strong>di</strong>, Aldo Taraballa, Michele Mirabella, Katia Ricciarelli, Cecilia Gas<strong>di</strong>a, Giorgio<br />

Zancanaro, Tiziana Fabbricini. Fondatore e <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Amadeus Kammerchor e Orchestra<br />

Filarmonica Amadeus. Ha <strong>di</strong>retto l’Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte, la Nova<br />

Amadeus Chamber Orchestra <strong>di</strong> Roma, l’Orchestra Accademia della Sardegna, l’Orchestra<br />

Filarmonica Italiana <strong>di</strong> Piacenza, l’Orchestra <strong>di</strong> Bergamo. Dal 2008 <strong>di</strong>rige le orchestre che<br />

accompagnano la tournée italiana del Balletto <strong>di</strong> Mosca.<br />

MARIA JOSÉ SIRI soprano<br />

Allieva <strong>di</strong> Ileana Cotrubas, <strong>di</strong>plomata in pianoforte al Liceo musicale Franz Liszt e in armonia<br />

alla Scuola <strong>di</strong> Opera <strong>di</strong> Montevideo, il soprano uruguaiano Maria Josè Siri dopo un periodo<br />

<strong>di</strong> perfezionamento del repertorio operistico con Susana Cardonet e <strong>di</strong> movimento scenico<br />

con Anna D’Anna, inizia a calcare i palcoscenici del suo paese agli inizi degli anni 2000.<br />

Subito riconosciuta come giovanissimo talento dai concorsi internazionali «Juventudes<br />

Musicales» e «Ars Lyrica» <strong>di</strong> Montevideo che le assegnano il Primo premio assoluto, è poi<br />

eletta Rivelazione dell’anno 2003 dall’Associazione dei Critici Musicali Argentini. Appena<br />

affacciatasi in Italia, nel 2004 si aggiu<strong>di</strong>ca il Primo Premio sia al «Concorso Internazionale<br />

dell’Accademia Musicale Umbra» che al «Mattia Battistini» <strong>di</strong> Rieti, prima <strong>di</strong> ottenere gli<br />

stessi ambitissimi Primi Premi Assoluti ai «Concorsi Nuevas Voces Liricas» al Teatro Colòn<br />

<strong>di</strong> Buenos Aires e al «Concorso Internationale de Bilbao» in Spagna. Nel 2006 si aggiu<strong>di</strong>ca<br />

anche il Premio Musica Spagnola del «Concorso Manuel Ausensi» del Teatro Liceu <strong>di</strong><br />

Barcelona, il Primo premio Competizione dell’Opera e il Premio Miglior Cantante scelta dal<br />

pubblico alla Semperoper in Germania. I suoi principali impegni del 2006 l’hanno vista<br />

protagonista nel ruolo <strong>di</strong> Leonora ne Il Trovatore al Teatro Argentino de La Plata e al Teatro<br />

Municipal <strong>di</strong> Santiago del Cile, Musetta ne La Bohème al Teatro Colòn <strong>di</strong> Buenos Aires,<br />

Violetta ne La Traviata al Teatro Solis <strong>di</strong> Montevideo, Liù nella Turandot ancora al Teatro<br />

Colón <strong>di</strong> Buenos Aires. Nel 2007 numerosi impegni in Austria, Germania, Italia e Sud America.<br />

È stata selezionata dal Maestro Bartoletti come Leonora per una produzione de Il Trovatore<br />

nel 2008 al Teatro Carlo Felice <strong>di</strong> Genova.<br />

GEZIM MYSHKETA baritono<br />

Nato in Albania nel 1982, dopo gli stu<strong>di</strong> iniziali <strong>di</strong> canto a Tirana, si <strong>di</strong>ploma al Conservatorio<br />

<strong>di</strong> Parma. Ha cantato al Coccia <strong>di</strong> Novara, inaugurando la stagione 2005 nell'Arrighetto<br />

dello stesso Coccia. Nella primavera 2006 ha interpretato con successo L'Arlesiana <strong>di</strong> Cilea<br />

per la regia <strong>di</strong> Vittorio Sgarbi al Sassuolo Musica Festival con repliche al Teatro delle<br />

Celebrazioni <strong>di</strong> Bologna e, in novembre, al Teatro Sociale <strong>di</strong> Mantova. A seguito della brillante<br />

affermazione al Concorso AsLiCo 2006, in cui è risultato vincitore nel Don Giovanni sia per<br />

il ruolo del titolo che per il ruolo <strong>di</strong> Leporello, ha debuttato nel ruolo <strong>di</strong> Don Giovanni nel<br />

novembre 2006 al Teatro Grande <strong>di</strong> Brescia e nel ruolo <strong>di</strong> Leporello al Teatro Sociale <strong>di</strong> Como,<br />

riscuotendo unanimi consensi in entrambe le occasioni. Ha successivamente proseguito la<br />

produzione AsLiCo nel ruolo Don Giovanni, con recite a Brescia, Massy (Francia), Como,<br />

Pavia e Cremona e, sempre per la stessa istituzione, ne L'elisir d'amore (Belcore) nel 2007.<br />

Ha recentemente interpretato il ruolo <strong>di</strong> Ubertone ne La serva padrona <strong>di</strong> Pergolesi,<br />

Guglielmo in Così fan tutte a Pavia, Como, Brescia e Cremona, Guglielmo Wulf ne Le Villi <strong>di</strong><br />

Puccini al Teatro Coccia <strong>di</strong> Novara e al Teatro Sociale <strong>di</strong> Mantova; ha debuttato al Teatro


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Comunale <strong>di</strong> Bologna nella produzione <strong>di</strong> Orphée et Euri<strong>di</strong>ce dei fratelli Alagna nel ruolo<br />

della Guida e successivamente è stato al Teatro Ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trieste per Iris <strong>di</strong> Mascagni e per<br />

Trouble in Tahiti <strong>di</strong> Bernstein. Prossimamente sarà impegnato ancora a Trieste per La ron<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> Puccini; successivamente sarà a Macerata per Carmen. Nel 2009 parteciperà alle<br />

produzione del Giulio Cesare <strong>di</strong> Händel a Bilbao, sarà Figaro ne Le nozze <strong>di</strong> Figaro a Palm<br />

Beach (Usa) e al Teatro Comunale <strong>di</strong> Bologna.<br />

ERNESTO GRISALES tenore<br />

Il tenore Ernesto Grisales ha stu<strong>di</strong>ato canto, musica, italiano, francese, inglese, tedesco alla<br />

scuola <strong>di</strong> canto e al Real Conservatorio <strong>di</strong> musica <strong>di</strong> Madrid, dove ha ottenuto i titoli <strong>di</strong><br />

Cantante d’Opera e concerto e professore <strong>di</strong> canto. Ha vinto <strong>di</strong>versi premi in concorsi<br />

internazionali <strong>di</strong> canto: Primo premio a Verviers (Belgio); Primo premio a Marsiglia (Francia);<br />

Primo premio a Logroño (Spagna); Primo premio a Bilbao (Spagna); Secondo premio al<br />

Concorso Viotti (Italia); Mario del Monaco (Italia); a Tolosa (Francia); Francisco Viñas<br />

(Barcellona - Spagna). Ha cantato con: Renato Bruson in Traviata - ruolo Alfredo (Opera <strong>di</strong><br />

Roma 1994); Eva Marton in Turandot - ruolo Calaf (San Paolo del Brasile 1998), Helena<br />

Ubrazotwa in Ballo in Maschera - ruolo Riccardo (San Paolo del Brasile 1999) e Le Villi,<br />

Tomowa Sinton in Tosca (Leipzig 1996) e Madama Butterfly (Berlino 1999), Daniela Dessì in<br />

Aida nel ruolo <strong>di</strong> Radames (Arena <strong>di</strong> Verona 2000), con Sherril Milnes in Tosca nel ruolo <strong>di</strong><br />

Cavaradossi (Florida 1998). Ha partecipato a festival importanti come: Torre del Lago<br />

(Cavalleria rusticana - 1994, Turandot - 2001); Avanches (Svizzera) dal 1996 al '98 con Aida,<br />

Carmen, Turandot; Saint Margherita dal 1996 al 2004 (Aida, Carmen, Turandot, Otello);<br />

Copenair Festival a Vienna. Ha cantato nei teatri più importanti <strong>di</strong> tutto il mondo: Toulose,<br />

Toulon, Marsiglia, Liegi, Leipzig, Bonn, Bratislava, Praga, Novara, Mantova, Venezia e in<br />

paesi come: Norvegia, Francia, Olanda, Spagna, Stati Uniti d'America, Canada, Colombia,<br />

Perù, Paraguay, Turchia, Slovenia, Italia, Giappone, Finlan<strong>di</strong>a, Svizzera, Katar. Vastissimo il suo<br />

repertorio: Leoncavallo I Pagliacci, Mussorgskij Boris Godunov, Puccini Tosca, Madama<br />

Butterfly, Le Villi, Manon Lescaut, Ver<strong>di</strong> Requiem, La Traviata, Rigoletto, Nabucco, Macbeth,<br />

La Forza del destino, Un ballo in maschera, Luisa Miller, Aida, Don Carlo, Ponchielli La<br />

Gioconda, Giordano Andrea Chenier, Mascagni Cavalleria rusticana, De Falla La vida breve.<br />

Da sottolineare anche le sue performance nel repertorio sacro.<br />

ORCHESTRA FILARMONICA ITALIANA<br />

Fondata nel 1977, l’Orchestra Filarmonica Italiana, formata al completo <strong>di</strong> circa 120<br />

elementi, ha da sempre attribuito particolare riguardo sia alla tra<strong>di</strong>zione più popolare dei<br />

repertori lirico e sinfonico, sia ad un decisivo apporto innovativo al proprio raggio d’attività<br />

comprendente titoli raramente eseguiti, anche con importanti incursioni in area<br />

contemporanea; a questa impronta varia e decisamente vincente è da aggiungere il<br />

costante impegno nella <strong>di</strong>ffusione e valorizzazione della sezione cameristica. La vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

questo organismo, si denota anche dal valore dei <strong>di</strong>rettori che lo hanno e che lo <strong>di</strong>rigono,<br />

tra i quali: Janos Acs, Yuri Ahronovitch, Maurizio Arena, Marco Balderi, Maurizio Benini,<br />

Angelo Campori, Giuliano Carella, Fabrizio Carminati, David Colemann, Claude Cuguillere,<br />

Alessandro Dagostini, Massimo De Bernart, Giovanni Distefano, Marco Fracassi, Carlo<br />

Franci, David Garforth, Julian Kovatchev, Leo Kramer, Guido Maria Gui<strong>di</strong>, Alain Guingal,<br />

Herbert Handt, Will Humburg, Alberto Leone, Marko Letonja, Ivo Lipanovic, Daniel Lipton,<br />

Fabio Luisi, Leone Magiera, Karl Martin, Daniele Mores, Pier Giorgio Moran<strong>di</strong>, Edoardo<br />

Müller, Piercarlo Orizio, Marcello Panni, Francois Pantillon, Walter Proost, Stefano Ranzani,<br />

Nicola Rescigno, Carlo Rizzi, Marcello Rota, Nello Santi, Nino Sanzogno, Michel Sasson,<br />

Aldo Sisillo, Giampiero Taverna, Roberto Tolomelli, Paolo Vaglieri, Marcello Viotti, Giuseppe<br />

Zanaboni, Giacomo Zani, Filippo Zigante, Ottavio Ziino, Alessio Vlad. Dal barocco al<br />

neoclassicismo, dal romanticismo all’ecclettismo, dal verismo al contemporaneo: l’Ofi è<br />

presente in Italia e all’estero con un saldo repertorio che l’ha <strong>di</strong>stinta per impegno, serietà<br />

e resa qualitativa che spazia dai titoli popolari <strong>di</strong> “cartellone” alle riproposte moderne, fino<br />

alle prime esecuzioni assolute. Di eccezionale riguardo gli interpreti vocali che sempre si<br />

sono avvalsi della collaborazione dell’Ofi, stimandola e richiedendola per l’apprezzata<br />

professionalità. Si ricordano: Fabio Armigliato, Carlo Bergonzi, Renato Bruson, Piero<br />

Cappuccilli, José Carreras, Silvano Carroli, Masako Deguci, Daniela Dessì, Mariella Devia,<br />

Ghena Dimitrova, Chantal Duburry, Tiziana Fabbricini, Cecilia Gas<strong>di</strong>a, Giuseppe Giacomini,<br />

Raina Kabaivanska, Nicola Martinucci, Leo Nucci, Fiorelia Pe<strong>di</strong>coni, Michele Pertusi, Katia<br />

Ricciarelli, Martha Senn, Olivia Stapp, Paolo Washington. Fra le notevoli produzioni <strong>di</strong><br />

balletto che hanno evidenziato e consolidato il prestigio che l’Ofi ha meritato nel corso<br />

degli anni presso pubblico e critica, si ricordano danzatori quali: Carla Fracci, Rudolf<br />

Nureyev, Luciana Savignano, Alessandra Ferri. Hanno inoltre richiamato notevole interesse<br />

le sue produzioni all’estero, come la tournée <strong>di</strong> musica italiana tenuta in Belgio e Olanda<br />

per la <strong>di</strong>ffusione della cultura nazionale con consenso dello stato italiano, nonché le


LeVilli libretto:LeVilli libretto 2008 28-11-2008 10:13 Pagina 36<br />

rappresentazioni operistiche in Libano. L’Ofi è stata ripresa e trasmessa sia televisivamente<br />

che ra<strong>di</strong>ofonicamente in più occasioni, attraverso i canali nazionali, dalla rete vaticana,<br />

anche in mondovisione, e inoltre ha al proprio attivo incisioni <strong>di</strong>scografiche e video. Ampio<br />

interesse e gra<strong>di</strong>mento della critica ha suscitato la registrazione <strong>di</strong> ben sei titoli <strong>di</strong> opere<br />

buffe settecentesche cadute nell’oblio, nonché il dvd del tenore Andrea Bocelli “A night in<br />

Tuscany”, <strong>di</strong>stribuito con grande successo a livello mon<strong>di</strong>ale dalla Polygram.<br />

Da <strong>di</strong>versi anni accompagna il M° Andrea Bocelli nelle tournées italiane ed estere; <strong>di</strong> rilievo<br />

il concerto “evento” dell’estate 2006 in mondovisione, per l’inaugurazione del “Teatro del<br />

Silenzio” <strong>di</strong> Laiatico. Altro evento <strong>di</strong> portata mon<strong>di</strong>ale è stato il concerto per i 10 anni<br />

dell’emittente satellitare “Al Jazeera", l’Orchestra è stata chiamata ad eseguire in prima<br />

mon<strong>di</strong>ale ed in mondovisione <strong>di</strong>retta “Shark”.<br />

CORO LIRICO DEL TEATRO COCCIA<br />

Formato da professionisti con esperienze nei maggiori teatri Italiani. Tra le molte<br />

esecuzioni: il Concerto lirico con il soprano Cecilia Gas<strong>di</strong>a, la Missa Brevis <strong>di</strong> Mozart, il<br />

Requiem <strong>di</strong> Mozart, la IX Sinfonia <strong>di</strong> Beethoven, la Messa S.Cecilia <strong>di</strong> Gounod, il Requiem<br />

<strong>di</strong> Faurè, i Vespri solenni de Confessore <strong>di</strong> Mozart, il Requiem <strong>di</strong> Cherubini, il Gloria <strong>di</strong><br />

Vival<strong>di</strong>, lo Stabat Mater e Petite Messe Solennelle <strong>di</strong> Rossini, i Carmina Burana <strong>di</strong> Orff, la<br />

Sinfonia Lobgesang <strong>di</strong> Mendelssohn. Ha in repertorio opere liriche quali: La Bohème,<br />

Turandot, Madama Butterfly, Tosca e Le Villi <strong>di</strong> Puccini, La Traviata, Il Trovatore <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>,<br />

Barbiere <strong>di</strong> Siviglia, Italiana in Algeri, Il Turco in Italia <strong>di</strong> Rossini, Clotilde <strong>di</strong> Coccia (con<br />

incisione <strong>di</strong>scografica), eseguita in prima assoluta in tempi moderni, Faust <strong>di</strong> Gounod,<br />

Cavalleria Rusticana <strong>di</strong> Mascagni, Pagliacci <strong>di</strong> Leoncavallo, Adriana Lecouvreur <strong>di</strong> Cilea,<br />

Carmen <strong>di</strong> Bizet, L’Elisir d’Amore e La figlia del reggimento <strong>di</strong> Donizetti, La Sonnambula <strong>di</strong><br />

Bellini. Gode <strong>di</strong> consensi espressi dalle principali riviste <strong>di</strong> settore tra cui: “Opera” firmati<br />

da Sabino Le Noci e Alessandro Mormile. Direttore musicale ed organizzativo il<br />

M°Gianmario Cavallaro.<br />

Coro del Teatro Coccia <strong>di</strong> Novara<br />

Soprani<br />

Silvia Carretta<br />

Elena Ceranini<br />

Elisabetta Farris<br />

Alessandra Ferrari<br />

Angela Fiordalise<br />

Rossella Giacchero<br />

Elena Lunar<strong>di</strong><br />

Laila Santangelo<br />

Maria Grazia Nobili<br />

Gabriella Selvaggio<br />

Nicoletta Strano<br />

Elisabetta Cantando<br />

Olga Zhdan<br />

Mezzosoprani<br />

Viviana Bal<strong>di</strong>ssin<br />

Clau<strong>di</strong>a Galanti<br />

Anna Giumentaro<br />

Polina Ku<strong>di</strong>shkina<br />

Michela Gienti<br />

Rumyana Petrova<br />

Tenori<br />

Arturo Carretta<br />

Davide Rufo<br />

Damiano Cerutti<br />

Alessandro Raimon<strong>di</strong><br />

Mario Scalabrini<br />

Francesco Torrisi<br />

Michele Viselli<br />

Bassi<br />

Luca Bauce<br />

Daniele Facchin<br />

Alessandro Scuccimarro<br />

Luca Ludovici<br />

Giovanni Battaglino<br />

Tommaso Quanilli<br />

Gianclau<strong>di</strong>o Zanchetta<br />

Corpo <strong>di</strong> Ballo del Teatro Coccia<br />

Savina Bellotto<br />

Laura Colucci<br />

Anna Kolesarova<br />

Maria Teresa Molino<br />

Giorgio Colpani<br />

Alessio Di Stefano<br />

Francesco Pelli<br />

Federico Veratti<br />

Maître de Ballet<br />

Cristina Molteni


LeVilli libretto:LeVilli libretto 2008 28-11-2008 10:13 Pagina 38<br />

Organigramma<br />

Sindaco <strong>di</strong> <strong>Rovigo</strong><br />

Fausto Merchiori<br />

Assessore alla Cultura e Spettacolo<br />

Federico Frigato<br />

Sovrintendente e Direttore Artistico<br />

Marcello Lippi<br />

Dirigente Settore Cultura e Servizi Generali<br />

Domenico Santaniello<br />

Funzionario Settore Cultura e Spettacolo<br />

Angela Baruchello<br />

Segretario Artistico<br />

Andrea Attucci<br />

Funzionario Amministrativo<br />

Laura Cuozzo<br />

Funzionario Contabile<br />

Lucia Toffanin<br />

Promozione e Immagine<br />

Milena Dolcetto<br />

Ufficio Stampa del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Rovigo</strong><br />

Paola Gasperotto<br />

Segreteria e amministrazione<br />

Ilaria Viaro<br />

Roberta Ponzetto<br />

Otello Galasso<br />

Mara Lazzarin<br />

Natalia Favaro<br />

Sandra Andreotti<br />

Monica Luciano<br />

Monica Scaranello<br />

Paola Gallo<br />

Direttore tecnico <strong>di</strong> palcoscenico<br />

Roberto Lunari<br />

Direttore <strong>di</strong> palcoscenico<br />

Federico Bertolani<br />

Capo elettricista<br />

Gianluca Quaglio<br />

Elettricisti<br />

Francesco Piva, Carlo Busson<br />

Aiuto elettricista<br />

Lorenzo Franco<br />

Capo macchinista<br />

Matteo Fasano<br />

Macchinisti<br />

Alex Berto, Fabian Tartari, Marco Aurelio Sagre<strong>di</strong>n<br />

Aiuto macchinista<br />

Lorenzo Giacomello<br />

Scenografi realizzatori<br />

Tiziana Bellinato, Giulio Magnetto, Samantha Pigozzo<br />

Capo sarta<br />

Mirella Magagnini<br />

Sarte<br />

Valeria Andriotto, Maria Magagnini, Angela Shaw, Francesca Milan<br />

Capo parrucchiera<br />

Daniela Berto<br />

Parrucchiere<br />

Giovanna Almi, Alessandra Pirani<br />

Capo truccatrice<br />

Monica Salomoni<br />

Truccatori<br />

Chiara Marzolla, Riccardo De Agostini


LeVilli libretto:LeVilli libretto 2008 28-11-2008 10:13 Pagina 40<br />

Presentazione dell’opera<br />

giovedì 11 <strong>di</strong>cembre 08 ore 18.00<br />

<strong>Rovigo</strong> - Accademia dei Concor<strong>di</strong>, Sala Oliva<br />

a cura dell’Associazione Amici del Teatro Sociale <strong>di</strong> <strong>Rovigo</strong><br />

Relatore Sergio Garbato<br />

Le Villi<br />

a Mantova<br />

Teatro Sociale<br />

14 <strong>di</strong>cembre 07<br />

16 <strong>di</strong>cembre 07<br />

a Novara<br />

Teatro Coccia<br />

venerdì 18 gennaio 08<br />

domenica 20 gennaio 08<br />

Questo libretto è stato curato da Milena Dolcetto<br />

Si ringraziano Cristina Molteni, Giulia Annovati e Isabella Arnol<strong>di</strong> del Teatro Coccia <strong>di</strong> Novara per il materiale fornito.<br />

Illustrazione <strong>di</strong> copertina <strong>di</strong> Alessandro Raise<br />

Foto <strong>di</strong> Aurelio Dessì e Carla Moro<br />

Realizzazione grafica: FANCY GRAFICA - <strong>Rovigo</strong><br />

Stampa: Europrint - <strong>Rovigo</strong><br />

In stampa <strong>di</strong>cembre 2008<br />

Il Teatro Sociale <strong>di</strong> <strong>Rovigo</strong> è a <strong>di</strong>sposizione degli aventi <strong>di</strong>ritti<br />

per le fonti iconografiche che non è stato possibile in<strong>di</strong>viduare<br />

Stampato su carta Gardapat Kiara 13<br />

(patinata senza legno, senza aggiunta <strong>di</strong> imbiancanti ottici)

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