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Come descrivere un nistagmo
Il primo passo da compiere sarà sar quello di abituarsi a "descrivere" un nistagmo, analizzando tutti tutti
quegli
aspetti che ci aiuteranno a classificare la forma.
E’ noto che il nistagmo può essere:
1. saccadico, saccadico,
costituito cioè cio da un movimento lento di deriva seguito da una rapida ripresa di di
fissazione
(saccade saccade), ), oppure
2. pendolare caratterizzato da lente oscillazioni, in cui non è riconoscibile la saccade di rifissazione.
rifissazione
Il nistagmo saccadico ha una sua direzione determinata dalla direzione della fase rapida, in altre
parole dal punto verso cui “batte batte” il nistagmo. Una sua peculiarità, peculiarit , nota come legge di Alexander, è
data dall’aumento dall aumento dell’ampiezza dell ampiezza delle scosse quando lo sguardo è diretto verso la fase rapida.
3. Anche il piano di oscillazione deve essere annotato (orizzontale, verticale, rotatorio rotatorio
ecc.); in genere il
nistagmo è uniplanare, uniplanare,
cioè cio solo orizzontale (es. nistagmo congenito) o verticale (es. downbeat), downbeat),
anche se è possibile che si associno più pi componenti, e che ad un movimento orizzontale si
accompagni, per esempio, una torsione del bulbo.
4. L’ampiezza ampiezza, , ovvero l’entit l entità dell’escursione dell escursione oscillatoria, (fine, media, grossolana) e
5. la frequenza (tremore, bassa, moderata e alta) sono altri importanti attributi del nistagmo. Questi
elementi possono essere egregiamente valutati, in un paziente sopra sopra
i tre anni, utilizzando il monitor
dell’autorefrattometro
dell autorefrattometro, , che permette di rilevare, a forte ingrandimento, tutti i dati relativi al
comportamento monoculare.
6. In un secondo tempo sarà sar sufficiente valutare se il nistagmo sia coniugato, coniugato,
ovvero presenti direzione,
ampiezza e frequenza simili in entrambi gli occhi, o dissociato.
dissociato
.