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Breve introduzione al paganesimo germanico - Lingue e Letterature ...

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<strong>Breve</strong> <strong>introduzione</strong> <strong>al</strong> <strong>paganesimo</strong> <strong>germanico</strong><br />

Problemi di ricostruzione della religione germanica<br />

La cristianizzazione dei popoli germanici ha portato <strong>al</strong>la scomparsa quasi tot<strong>al</strong>e del patrimonio<br />

socio-cultur<strong>al</strong>e e religioso pagano, con l’unica parzi<strong>al</strong>e eccezione dei popoli scandinavi, i qu<strong>al</strong>i<br />

anche dopo la Conversione il cristianesimo, ma hanno continuato a conservare <strong>al</strong>cune tradizioni e<br />

un patrimonio cultur<strong>al</strong>e.<br />

Pertanto, la maggior parte di ciò che sappiamo della religione germanica precristiana deriva da fonti<br />

scandinave. Occorre però considerare che il <strong>paganesimo</strong> <strong>germanico</strong> non aveva una forma<br />

"canonica", basata su testi scritti e su un clero difensore di questa ortodossia, come il cristianesimo.<br />

Tutt'<strong>al</strong> più, i testi religiosi potevano essere trasmessi or<strong>al</strong>mente, da membri di rilievo della<br />

comunità. Pertanto è probabile che la religione non sia sempre stata identica presso tutte le genti<br />

germaniche pagane in tutto il tempo in cui l’hanno praticata, ma che si sia evoluta, anche se gli<br />

studiosi dell'Ottocento (soprattutto tedesco) hanno cercato di ricostruire un sistema di miti e<br />

credente omogeneo e coerente, spesso a costo di p<strong>al</strong>esi f<strong>al</strong>sificazioni, semplicemente estendendo le<br />

notizie delle fonti scandinave (trascritte per lo più tra XII e XV secolo) <strong>al</strong> periodo della comune<br />

cultura germanica, cioè oltre un millennio prima! A questa loro pertinace ossessione si deve l'uso<br />

ormai inv<strong>al</strong>so di chiamare le divinità germaniche con i loro nomi scandinavi (per esempio, di<br />

chiamare Wōðanaz "Odino").<br />

Asi e Vani<br />

Certamente, <strong>al</strong>cuni punti fermi sulla religione dei Germani possono essere stabiliti; sicuramente si<br />

trattava di una religione politeista, cioè in cui si adoravano più dei. Come tutte le religioni pagane,<br />

quella germanica era aperta a nuove credenze e culti e nuove divinià. Le fonti nordiche ci<br />

presentano gli dèi divisi in due stirpi, quella degli Asi e dei Vani, contrapposte <strong>al</strong>le varie stirpi dei<br />

giganti (che rappresentano le forze ostili della natura) e invece più vicine a quella degli uomini. La<br />

suddivisione degli dèi in due famiglie divine (o piuttosto due clan, due tribù) la ritroviamo anche<br />

nella cultura indiana antica ed è verosimilmente un tratto dell'antico cultura indoeuropea.<br />

Gli studiosi ottocenteschi hanno tracciato un modello un po' schematico, ma piuttosto veritiero, in<br />

base <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e gli Asi appaiono essere divinità prev<strong>al</strong>entemente guerriere e celesti, mentre i Vani<br />

sono più legati <strong>al</strong>la fertilità della terra, <strong>al</strong>la procreazione e in genere <strong>al</strong>le attività che recano frutto<br />

(c’è stato chi ha cercato di collegare il nome “Vani” con quello della dea latina “Venere”). Le stirpi<br />

germaniche avrebbero dunque sancito il predominio degli Asi, bellicosi invasori, sui Vani, pacifici<br />

agricoltori, durante il periodo della Völkerwanderung (le "Grandi Migrazioni") in cui<br />

princip<strong>al</strong>mente queste popolazioni vivevano di saccheggio ai danni delle popolazioni stanzi<strong>al</strong>i,<br />

dediche <strong>al</strong>la coltivazione.<br />

Tīwaz<br />

Nel <strong>paganesimo</strong> delle popolazioni germaniche abbiamo traccia di diversi passaggi di leadership tra<br />

gli dèi: la forma classica del <strong>paganesimo</strong> presuppone Odino come capo degli dèi, mentre le fonti<br />

scandinave più tarde sembrano privilegiare Thor. Anche i nomi di luogo e di persona ci attestano un<br />

culto odinico più forte a oriente e più debole ad occidente, mentre quello di Thor sembra affermarsi<br />

sopratutto ad occidente e in epoca più tarda.<br />

Eppure, In base <strong>al</strong> nome, possiamo affermare con una certa sicurezza che inizi<strong>al</strong>mente il dio più<br />

importante doveva essere Týr (<strong>germanico</strong> comune *Tīwaz), anche se nelle fonti nordiche non<br />

compare molto di frequente: infatti il suo nome deriva d<strong>al</strong>la stessa radice indoeuropea *deiw-os<br />

(che verosimilmente voleva dire “splendente [come il sole]”; basti vedere il latino divus “dio”)


d<strong>al</strong>la cui radice deriva (con un passaggio deiw- > djew- facilmente spiegabile a livello etimologico)<br />

il nome *djeus che ha dato origine <strong>al</strong> greco Zeus, e <strong>al</strong> latino Iuppiter (cioè *Dius pater, “Dieus<br />

padre”); anche nella cultura indiana esiste una divinità secondaria con questo nome (Dyaus), che è<br />

chiamata “padre” e questo appellativo indica che anticamente era il dio supremo. L’appellativo<br />

“padre”, infatti, nelle culture patriarc<strong>al</strong>i a struttura trib<strong>al</strong>e indica il capo della comunità (infatti<br />

anche il Dio dei Cristiani è chiamato “Padre” dai suoi seguaci). Týr (o Tīwaz) è l’unica divinità<br />

germanica di sicura origine indoeuropea. Le fonti nordiche ci presentano Týr come un dio bellicoso,<br />

la cui arma è la spada e che accetta di perdere una mano per s<strong>al</strong>vare gli <strong>al</strong>tri dèi.<br />

Wōðanaz e il suo lato oscuro, Loki<br />

In base <strong>al</strong> nome, possiamo invece supporre che Odino originariamente fosse la divinità<br />

dell’es<strong>al</strong>tazione mistica; la radice germanica *wōd- da cui deriva il nome <strong>germanico</strong> di Odino,<br />

*Wōðanaz, è la stessa della parola it<strong>al</strong>iana “vate”, cioè “colui che è divinamente ispirato”.<br />

Evidentemente, questa ispirazione divina può assumere la forma della poesia, ma anche quella<br />

dell’ardore bellicoso; sappiamo infatti che Odino è il dio dei berserks, soldati fanatici che andavano<br />

in battaglia vestiti solo di una pelle di orso e che erano in preda ad un parossismo t<strong>al</strong>e da superare in<br />

ferocia ogni <strong>al</strong>tro guerriero. Non è un caso che gli anim<strong>al</strong>i sacri ad Odino siano l’orso per la sua<br />

forza, il corvo per la sua saggezza, il lupo per la sua ferocia; e corvi e lupi erano le bestie della<br />

battaglia, che seguivano gli eserciti per cibarsi dei corpi dei soldati uccisi in battaglia.<br />

Nelle fonti nordiche classiche lo troviamo ancora come il capo degli Asi, la famiglia divina più<br />

importante, anche se perde gradu<strong>al</strong>mente terreno nei confronti di Thor. Le ragioni della perdita di<br />

importanza della figura di Odino risiedono forse nella sua tradizion<strong>al</strong>e ambiguità che lo rende<br />

inquietante, a partire d<strong>al</strong> suo nome, che deriva d<strong>al</strong>la radice germanica *wōð- (la stessa del latino<br />

vatem) che indica il furore dell’ispirazione divina. In quanto dio della conoscenza, della letteratura<br />

e comandante supremo degli dèi nella loro guerra contro i giganti e il caos, Odino non si priva di<br />

nessuna forma di sapere, neanche di quelle di origine oscura: utilizza anche forme di magia nera e la<br />

femminilizzazione; le fonti nordiche ci presentano Odino come fratello di sangue di uno strano dio,<br />

Loki, originario della razza dei giganti. Loki è bello e m<strong>al</strong>vagio, ama travestirsi da donna e ha figli<br />

mostruosi (la dèa della morte, il serpente che avvolge il mondo, il lupo che ingoierà Odino <strong>al</strong><br />

Ragnarok) che lui stesso ha partorito con una gigantessa m<strong>al</strong>vagia. Una volta, è stato costretto dagli<br />

<strong>al</strong>tri dèi a distrarre un cav<strong>al</strong>lo magico e lo ha fatto trasformandosi in cav<strong>al</strong>la e facendosi ingravidare,<br />

e in t<strong>al</strong> forma ha partorito un cav<strong>al</strong>lo ad Odino.Spesso Loki riesce ad aiutare gli dèi proprio usando<br />

le sue particolari prerogative di muoversi tra i generi sessu<strong>al</strong>i, le forme e i comportamenti, e questo<br />

conferma che Odino, in quanto supremo dio, non può privarsi della conoscenza del Lato oscuro di<br />

cui Loki è padrone.<br />

Θunaraz<br />

Thor, invece, in origine era il dio del tuono, come testimonia il nome Θunaraz corrispondente<br />

<strong>al</strong>l'inglese moderno thunder, tedesco Donner (sappiamo che anche i lituani adoravano una divinità<br />

del tuono, di nome Perkunas). A differenza di Loki, Thor è un personaggio fondament<strong>al</strong>mente<br />

positivo, il più amato d<strong>al</strong>le genti del nord; il suo nome denuncia che originariamente si tratta di una<br />

divinità minore; gradu<strong>al</strong>mente, però, Thor diventa il modello delle popolazioni scandinave, tanto<br />

che gli autori più tardi, dovendo comparare Thor a una divinità classica, lo identificavano con<br />

Giove. Thor è essenzi<strong>al</strong>mente un dio della guerra, dotato di un’arma invincibile (un martello in<br />

grado di uccidere qu<strong>al</strong>unque essere vivente e per questo chiamato Mjöllnir, “Il frantumatore”). Un<br />

carme pagano scandinavo rappresenta in modo esemplare il contrasto tra Loki e Thor: costretti a<br />

recarsi nella terra dei giganti travestiti da donne, mentre Thor sacramenta e accetta a fatica di vestire<br />

quei panni per lui inconsueti, Loki si trova a suo agio e con la sua astuzia s<strong>al</strong>va più volte il<br />

coraggioso, ma poco sensato dio del tuono. L’anim<strong>al</strong>e-totem di questo dio coraggioso ma un po’<br />

scemotto è - chiaramente - il caprone.


Friiō e le <strong>al</strong>tre divinità vaniche<br />

Le fonti germaniche ci attestano la presenza di una sola dèa donna, Friiō, equiparata <strong>al</strong>la Venere dei<br />

romani. Nelle fonti scandinave, questa dèa corrisponde a Frigg, la moglie di Odino, grande filatrice<br />

di lana, madre esemplare e sottomessa. Ma c’è un’<strong>al</strong>tra dèa d<strong>al</strong> nome simile, Freyja, che è la dèa<br />

dell’amore. Probabilmente queste due dèe rappresentano due aspetti differenti di Friiō, quello<br />

domestico dell’amore coniug<strong>al</strong>e e quello selvaggio della sessu<strong>al</strong>ità sfrenata: tanto più che le fonti<br />

rappresentano Freyja sposata con un dio viaggiatore poco noto, che ha diversi tratti in comune con<br />

Odino. Anim<strong>al</strong>i-totem di Freyja (e probabilmente di Friiō) sono il gatto e soprattutto la scrofa, e<br />

infatti quando i primi cristiani decisero di dileggiarla, la insultarono chiamandola “cagna”, in<br />

quanto “scrofa” non sarebbe stato un grande insulto per la dèa! Un aspetto in particolare sembra<br />

collegare Friiō a Freyja piuttosto che a Frigg: entrambe devono essere dèe vaniche.<br />

Una caratteristica che distingue i Vani dagli Asi è la pratica ritu<strong>al</strong>e dell’incesto: le fonti nordiche ci<br />

presentano solo tre Vani importanti: Njörðr, dio del mare (e dunque del commercio e della<br />

pirateria), Freyr, dio della ricchezza e della fertilità, e Freyja, dèa della sessu<strong>al</strong>ità. Con qu<strong>al</strong>che<br />

imbarazzo, uno studioso islandese ricorda che Njörðr, prima che gli Asi lo vietassero per legge,<br />

aveva sposato sua sorella.<br />

Dato che Freyr e Freyja hanno praticamente lo stesso nome (derivato d<strong>al</strong>la parola germanica *frauj-<br />

che vuol dire “padrone, signore”) e le fonti ci dicono che anch’essi erano stati insieme, è stato<br />

ipotizzato che anche Njörðr avesse una sorella con lo stesso nome; in effetti Tacito parla del culto,<br />

presso <strong>al</strong>cuni germani, di una dèa di nome Nerthus (la forma del nome di Njörðr in <strong>germanico</strong><br />

comune è appunto *Nerþuz).<br />

Dunque, oggi si ricostruisce a livello <strong>germanico</strong> una bella famigliuola composta da fratello e sorella<br />

divini, entrambi di nome Nerþuz, sposati tra loro e con una prole composta da due figli di nome<br />

Fraujaz e Fraujō (o forse anche Friiaz e Friiō) anch’essi sposati tra loro. Tanto più che sappiamo<br />

che in Svezia c’era un tempio in cui veniva venerato un dio maschile di nome Fricco il cui idolo si<br />

ergeva cum ingente priapo (e cioè “con un grosso ...”), evidentemente dunque un dio della<br />

sessu<strong>al</strong>ità, proprio come Freyja/Friiō.<br />

L'an<strong>al</strong>isi dei nomi dei giorni della settimana<br />

Le testimonianze del <strong>paganesimo</strong> <strong>germanico</strong> in ambito inglese e tedesco sono scarse e non sempre<br />

coincidenti: una preziosa indicazione ci può venire d<strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>isi dei nomi dei giorni della settimana<br />

[vedi schema3.jpg]: infatti nella tarda latinità, i giorni della settimana erano dedicati ciascuno ad<br />

una divinità. Quando i Germani imitarono questo sistema di misurazione del tempo, cercarono di<br />

far corrispondere ad ogni divinità romana una divinità germanica equiv<strong>al</strong>ente (solo per Saturno non<br />

c’erano riusciti, e l’avevano tenuto così). Chiaramente, quest’uso quotidiano dei nomi di dèi pagani<br />

non piaceva affatto ai Padri della chiesa e quando i popoli furono cristianizzati, i Padri<br />

raccomandavano spesso ai fedeli di chiamare i giorni della settimana in modo diverso: come si<br />

vede, però, ci riuscirono solo in parte. Possiamo osservare, del resto, che, tra le lingue romanze,<br />

solo il portoghese abbandonò definitivamente i nomi pagani (anche in it<strong>al</strong>iano la maggior parte dei<br />

nomi sono conservati, tranne “sabato” che viene d<strong>al</strong>l’ebraico shabbat e “domenica” che viene d<strong>al</strong><br />

latino dies dominica, cioè “giorno del signore”).<br />

Quest’an<strong>al</strong>isi ci dà risultati interessanti: tutte le lingue germaniche avevano originariamente<br />

attribuito ad Odino il giorno di Mercurio. Questa equiv<strong>al</strong>enza si spiega se si considera che<br />

Mercurio, come Odino, ha un lato oscuro (è dio degli imbroglioni oltre che dei mercanti) e che è il<br />

dio della sapienza, e questo doveva essere considerato il lato più importante della sua person<strong>al</strong>ità:<br />

infatti già Tacito diceva che presso i Germani il dio più importante era Mercurio. Il giorno di Marte<br />

era attribuito a Týr, considerato solo una divinità guerriera, mentre Thor aveva già assunto un<br />

carattere preminente, come Giove. L’unica dèa importante, in ogni cultura patriarc<strong>al</strong>e, è quella


dell’amore e del sesso (dato che questo ruolo non può essere svolto da una divinità maschile):<br />

quindi la corrispondenza tra Friio e Venere fu quella in assoluto più semplice.<br />

Ma è anche interessante notare che, mentre l’inglese ha conservato i nomi dei giorni così com’erano<br />

(persino Saturno), il tedesco ha conservato solo i nomi degli elementi natur<strong>al</strong>i: sole, luna e tuono (il<br />

significato di Thunaraz) mentre ha modificato il nome della dèa Frijo, che probabilmente voleva<br />

dire “cara” o “amore”, nella parola “libero” (i due termini erano anticamente collegati per origine<br />

oltre che per associazione di idee: solo chi è libero può amare!) e ha sostituito il “giorno di Týr” con<br />

il “giorno del servizio”; secondo <strong>al</strong>cuni studiosi, t<strong>al</strong>e sostituzione è dovuta <strong>al</strong> fatto che Týr era il dio<br />

dell’assemblea, cioè della Ding (sarebbe dunque stato *dingstac): quando la parola ding perse<br />

questo significato per limitarsi a quello di “cosa”, la parola fu sostituita da una di suono simile e<br />

divenne il “giorno del servizio” (Dienst). La parola shabbat evidentemente veniva spesso distorta in<br />

sambat e da lì l’antico tedesco sambats-tac (scritto sambatztac).<br />

Il nordico ha fin d<strong>al</strong>le attestazioni più antiche un nome a parte per il sabato: il “giorno del<br />

bagno” (in Scandinavia nel Medio Evo non era cosa facile lavarsi, quando d’inverno l’acqua per il<br />

bagno andava sciolta sul fuoco a legna!). Occorre notare che lo studioso tedesco Jakob Grimm<br />

riteneva probabile che la forma laugardagr fosse una corruzione di **lokadagr, e che<br />

originariamente il giorno fosse dedicato a Loki, identificato con Saturno in quanto entrambi<br />

tendevano ad essere ricondotti a Satana: il povero Saturno solo in quanto simbolo del <strong>paganesimo</strong>,<br />

Loki invece per la m<strong>al</strong>vagità e per le sue “tendenze” poco apprezzate dai vichinghi. D’<strong>al</strong>tra parte,<br />

nel Medioevo anche lavarsi era vista come attività demoniaca, tanto più se fatta di sabato,<br />

presumibilmente <strong>al</strong> fine dedicarsi <strong>al</strong>la lussuria: le persone oneste, nel Medioevo, si lavavano poco, e<br />

preferibilmente con acqua ghiacciata.<br />

latino <strong>germanico</strong> inglese<br />

antico<br />

inglese tedesco<br />

antico<br />

tedesco nordico<br />

antico<br />

svedese<br />

dies lunae *mēnan-dagaz mōnan-dæg monday manontac Montag mánadagr måndag<br />

dies martis *tīwōs-dagaz tīwes-dæg tuesday ziestac Dienstag týsdagr tisdag<br />

dies mercurii *wōðanōs-dagaz wōdnesdæg wednesday mittawecha Mittwoch óðinsdagr onsdag<br />

dies jovis *θunarōs-dagaz þunresdæg thursday donarestac Donnerstag þórsdagr torsdag<br />

dies veneris *frījō(z)-dagaz frīgedæg friday frīatac Freitag frjádagr fredag<br />

dies saturni *saturnōsdagaz sæternesdæg saturday sambaztac Samstag laugardagr lördag<br />

dies Solis *sunnan-dagaz sunnandæg sunday sunnuntac Sonntag sunnudagr söndag

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