Rivista l'Arbitro 2/2012 - Associazione Italiana Arbitri
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TRIBUNA STAMPA<br />
Sono gli arbitri<br />
l’unico deterrente<br />
di Italo Cucci*<br />
La sera di Juve-Milan (Coppa Italia) ho<br />
provato una singolare soddisfazione: ho<br />
visto una bella partita e ho registrato un<br />
eccellente arbitraggio chiedendomi solo<br />
alla fine chi fosse quel giovane signore<br />
che, armato di fischietto, aveva gestito al<br />
meglio tutte le fasi, anche le più drammatiche,<br />
del match. Il sogno di una vita: essere<br />
soddisfatto dell’arbitro senza sapere<br />
chi fosse nella stagione in cui si parla più<br />
24 n. 2/<strong>2012</strong><br />
del direttore di gara – e dei suoi inevitabili<br />
errori – più di quanto non si discuta di celebratissimi<br />
campioni capaci di fallire facilissimi<br />
gol a porta vuota. L’Arbitro Ignoto è<br />
il meglio in un calcio malato di divismo e<br />
vittimismo: è la garanzia di un giudizio serio,<br />
giusto e corretto là dove la correttezza<br />
sta drammaticamente scemando. Convinto<br />
della necessità di soccorrere gli arbitri<br />
quando le partite diventano risse, quan-<br />
do i signori giocatori diventano teppisti,<br />
quando le aree di rigore sembrano arene<br />
per lottatori, quando i dirigenti stessi si<br />
trasformano in ultrà scatenati, già da una<br />
dozzina d’anni – era appena nata la paytivù<br />
– ho raccomandato l’utilizzo dei giudici di<br />
porta da poco comparsi in Champions.<br />
Senza successo. Fino a quando dirigenti<br />
di primissimo piano – quelli che gestiscono<br />
da sempre il torneo interessati soprat-