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Rivista l'Arbitro 2/2012 - Associazione Italiana Arbitri

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Piergiorgio Betrò è un agente di polizia<br />

arruolatosi nel 1998. Attualmente lavora<br />

presso la Centrale operativa di Telecomunicazioni<br />

della questura di Vibo; si occupa<br />

anche di Sicurezza sui luoghi di lavoro<br />

in qualità di esperto di Protezione civile<br />

ed è istruttore presso la Scuola allievi<br />

agenti di Vibo.<br />

L’autore dell’utilissimo e pratico manuale<br />

è tesserato per l’Aia dal 1992. Impegni<br />

vari di lavoro e nel mondo del volontariato<br />

non gli hanno consentito in questi<br />

anni di dedicarsi all’arbitraggio come<br />

sperava, ma con umiltà e soprattutto<br />

tanta passione dirige a tutt’oggi gare di<br />

Seconda e Terza categoria. “Se mi sono<br />

affermato in un lavoro superparte e coltivato<br />

il mio hobby devo molto all’attività<br />

arbitrale – ha commentato Betrò - che mi<br />

ha fatto maturare e crescere celermente.<br />

Nel corso di questi anni ho capito quanto<br />

sia importante il volontariato per alleviare<br />

le sofferenze del prossimo, quindi anche<br />

la valenza della nostra passione per l’arbitraggio<br />

nel mondo del calcio: noi arbitri,<br />

per la magra consistenza dei rimborsi<br />

che percepiamo, siamo volontari a tutti<br />

gli effetti – ha concluso - che diamo un<br />

forte quanto indispensabile contributo<br />

allo sport più bello del mondo, volano di<br />

crescita e socializzazione che toglie tanti<br />

giovani dalla strada”.<br />

Piergiorgio dal 1995 al 2006 ha prestato<br />

la propria attività presso la Croce rossa<br />

italiana calabrese e siciliana dapprima da<br />

volontario poi da dirigente, impegnato<br />

nello specifico nel settore della Protezione<br />

civile; vanta nel suo palmares numerosi<br />

interventi in ambito regionale e<br />

nazionale.<br />

“Professione Soccorritore”, imbattendoci<br />

in qualche particolare, ha il fine di<br />

fornire alle forze di polizia - nonché a<br />

enti, istituzioni e associazioni di volontariato<br />

appartenenti al sistema nazionale<br />

di Protezione civile – “uno strumento organico”,<br />

come si legge in una nota della<br />

questura di Vibo, “che segua un protocollo<br />

basato su un linguaggio univoco<br />

e funzionale, prerogativa indispensabile<br />

per la riduzione dei tempi di intervento”.<br />

Nel testo una mappa d’azioni e competenze<br />

nell’emergenza, tenendo in considerazione<br />

l’aspetto legislativo, nonché<br />

quello scientifico per l’individuazione<br />

delle possibili cause della calamità e<br />

quello psicologico per fronteggiare al<br />

meglio la stessa.<br />

A collaborare con Betrò nella realizzazione<br />

dell’opera il vice questore aggiunto<br />

Lucia Muscari, la psicologa e psicoterapeuta<br />

Maria Vittoria Cannatelli, il caposquadra<br />

dei vigili del fuoco Federico<br />

Brizio, tutti impegnati nelle attività di soccorso<br />

e in diverse iniziative benefiche.<br />

Significativa la nota dell’autore sulla<br />

copertina del libro: “Se con tale lavoro<br />

contribuirò a salvare anche solo una vita<br />

umana avrò già raggiunto il mio scopo,<br />

isbn 978-88-96895-64-1<br />

perché la vita è il bene più prezioso che<br />

9 788896 895641<br />

possediamo!”.<br />

Red.<br />

Il libro di Salvatore è uscito a Gennaio, si intitola “Il ricordo<br />

del 9”. Salvatore Lanno è un arbitro della Sezione di<br />

Abbiategrasso, dove da parecchi anni continua la sua<br />

passione calcando i campi di calcio. Nel tempo libero<br />

l’autore insegna e suona il sax oltre che essere un<br />

soccorritore. Nel romanzo Salvatore Lanno cerca di dare<br />

un messaggio di vita tramite il racconto di una durissima<br />

esperienza, un incidente stradale, che segnerà la vita<br />

del personaggio. Protagonista un ragazzino che vive in<br />

campagna e dalla campagna si lascia permeare in tutto se stesso. Le corse e i giochi<br />

con i fratelli, gli interminabili giri in bici, le capanne di paglia. Leggendo una<br />

pagina dopo l’altra il lettore viene dolcemente<br />

sommerso dai ricordi di un’infanzia sicura.<br />

Dopo poche pagine ci viene incontro il<br />

personaggio dell’amico Simone dove<br />

condividono studi, divertimento e un<br />

lavoretto per arrotondare. La vendemmia il<br />

9 settembre del 1999 (9/9/99), una giornata<br />

faticosa e perfetta ma che, si conclude<br />

con un incidente tragico. E l’ospedale, la<br />

terapia intensiva, i dolori di chi è arrivato<br />

ad un passo della morte. Ma poi le cose<br />

cambiano portandosi dietro le ferite non<br />

solo fisiche ma interne, l’autore dice<br />

“quelle che ho nel cuore”. Nel romanzo<br />

si parla anche dell’esperienza arbitrale<br />

che l’autore apprezza e considera un<br />

buon strumento di crescita. Il libro è<br />

presente in tutte le librerie Feltrinelli e<br />

Mondadori (anche on-line).<br />

n. 2/<strong>2012</strong><br />

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