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Da vedere - Alpine-space.org

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La cultura tradizionale<br />

Usi, credenze, leggende. Il folklore<br />

I folletti dei boschi<br />

I nani o i folletti sono protagonisti<br />

diusi del mondo favolistico walser:<br />

essi rappresentano la natura animata<br />

e sono depositari di un’antica saggezza<br />

che risiedeva nei boschi. Stockj in valle<br />

del Lys, Twergi a Ornavasso, Zwärgj a<br />

Formazza, Tacchie a Rima, Gutwiärginj<br />

a Macugnaga: i nomi sono diversi, ma<br />

identiche le creature leggendarie nate<br />

nei secoli dalla fantasia di pastori e<br />

montanari. L’immaginario popolare li<br />

vede abitare i boschi, loro dimora per<br />

eccellenza. Piccoli e vestiti di stracci e<br />

di foglie, erano esseri bonari e giocherelloni<br />

che a volte si divertivano a fare<br />

scherzi ai pastori e ai boscaioli. Erano<br />

anche molto furbi e possedevano una<br />

La “valle perduta”<br />

È la più famosa leggenda walser: parla di un<br />

luogo sereno e felice dove la segale cresce rigogliosa<br />

e l’erba non ingiallisce, al di là dei<br />

ghiacciai. È il mito della patria lontana. Per<br />

cercarla, nel 1778 sette giovani di Gressoney<br />

scalarono il Monte Rosa raggiungendo<br />

il Colle del Lys. Nell’aria rarefatta dell’altezza,<br />

aggrappati ad una roccia emergente dai<br />

La città di Felik<br />

La città di Felik, ricca e armoniosa, s<strong>org</strong>eva<br />

dove oggi vi à l’omonimo ghiacciaio. Il<br />

mugnaio magico di Eselboden, un alpeggio<br />

sopra Gressoney, ricorda: ... Ho visto Eselboden<br />

sette volte coltivato e sette volte ricoperto<br />

di boschi.” La leggenda (“storia incompiu-<br />

Il ghiacciaio infernale<br />

Il ghiacciaio era il luogo dove transitavano<br />

le anime in pena prima dell’ascesa in paradiso.<br />

I rumori dei crepacci erano i lamenti<br />

delle anime penitenti. A Macugnaga la “processione<br />

dei morti” avveniva sul ghiacciaio<br />

saggezza antica che a volte trasmettevano<br />

agli alpigiani. Alcuni raccontano<br />

che furono i folletti dei boschi ad inse-<br />

ghiacci, videro lontano una valle verdeggiante.<br />

Chiamarono quella roccia Entdeckungsfeld<br />

(roccia della scoperta). A Macugnaga,<br />

il torrente Anza che nasce dal ghiacciaio del<br />

Monte Rosa viene chiamato Vischpu, come<br />

il ume che scende la “valle perduta” di Zermatt.<br />

ta”) ricorda le oscillazioni del clima, come la<br />

scomparsa delle mitiche città di Verra in Val<br />

d’Ayas o di Lihla in Valle del Lys inghiottite<br />

dal ghiacciaio. Il ghiacciaio di Kaltwasser sul<br />

Sempione nasconde invece antichi tesori.<br />

del Monte Rosa, i lumini in movimento sul<br />

ghiaccio erano il dito indice in amme delle<br />

anime dannate. Le morene di un ghiacciaio<br />

in Val Formazza erano mucchi di sassi raccolti<br />

dalle streghe.<br />

gnare agli uomini a fare il bucato con<br />

la cenere del focolare oppure a lavorare<br />

il latte per farne burro, ricotta, formaggio.<br />

Le pastore li incontravano a volte<br />

percorrendo le coste della montagna<br />

alla ricerca di erba selvatica da portare<br />

all’alpe per le giornate di pioggia.<br />

I vecchi insegnano ad essere sempre<br />

gentili con loro perché, ricordano, una<br />

volta insegnarono ad un pastore buono<br />

come ottenere l’oro dai sassi e dal carbone<br />

di legna. Ma il pastore morì portando<br />

con sé il segreto di una ricchezza<br />

impossibile.<br />

In alto: gli uomini dei boschi in un’incisione del 1854.<br />

Al centro: il Twergi, il folletto dei boschi, nel disegno<br />

degli alunni della scuola media di Ornavasso.<br />

In basso: il ghiacciaio, luogo del mistero e dimora delle<br />

anime dannate (Lory, 1854)

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