UN FIUME DI TENEBRE - Longanesi

sul letto, come se vi fosse stata scaraventata con violenza, le
gambe divaricate, le braccia aperte, le dita serrate. Una vestaglia
di seta decorata con un motivo orientale di fiori rossi
ricamati, legata in vita con una fusciacca, si stendeva sul letto
ai lati del suo corpo come un ventaglio semiaperto. Le
gambe e il ventre erano nudi. Alla vista dei peli pubici, Billy
arrossì e distolse lo sguardo. Non poteva vederla in faccia,
poiché la testa era girata dall’altra parte, ma quando seguì
Madden attorno ai piedi del letto scorse la cascata di capelli
chiari.
« Non si avvicini », lo avvertì bruscamente Madden. « Ci
sarà del sangue sul pavimento. »
Billy si stava chiedendo come faceva a saperlo (era in
grado di vedere al buio?) quando la risposta divenne chiara.
Fissando il livido squarcio sulla colonna di carne bianca,
provò un senso di violazione più forte di qualsiasi cosa
avesse vissuto quel giorno.
« Perché l’hanno fatto? » non poté fare a meno di chiedere.
« Perché hanno dovuto tagliarle la gola? »
Quando uscirono di nuovo sullo spiazzo, Boyce li stava
aspettando. Il sole era più basso nel cielo, le ombre si stavano
allungando.
« L’ispettore capo Sinclair ha telefonato da Guildford »,
informò Madden. « Presto sarà qui. »
« Può cominciare a far perlustrare il giardino. » L’ispettore
si accese una sigaretta. « Ma per il momento lasciate
perdere il bosco. »
Boyce si chiese cosa avesse dedotto l’ispettore dalla carneficina
all’interno della casa. Ne cercò invano un indizio
negli occhi scuri e introversi.
« Non crede che siano arrivati da quella parte, vero? »
Madden scrollò le spalle. « Se sono entrati in macchina
dal cancello, perché aggirare la casa per penetrarvi? Avrebbero
potuto bussare alla porta. » Si rivolse a Billy. « Mi trovi
il poliziotto del villaggio. Come si chiama, Stackpole? »
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