UN FIUME DI TENEBRE - Longanesi

in un copriletto, l’ha caricata in macchina e l’ha portata
dritto a casa sua. »
« La conosce da molto, la dottoressa Blackwell? »
« Da quando eravamo bambini, signore. » L’agente fece
un gran sorriso. « Helen è del villaggio. Ottimo dottore, dicono.
»
« Ma non il suo? »
« Be’, no, signore. » Sembrava imbarazzato. « Voglio dire,
mia moglie e i miei figli vanno da lei, ma in un certo senso
non mi pare giusto, essendo una donna... E poi c’è suo
padre, il vecchio dottor Collingwood. Ha ancora qualche
paziente. »
Spensero le sigarette. Madden fece scorrere il chiavistello
del cancelletto. Poco distante, un enorme faggio tendeva
i rami penduli su un angolo del giardino. L’ispettore vide la
casa stagliarsi sullo sfondo del cielo serale. Come Melling
Lodge, fronteggiava i boschi di Upton Hanger, a quell’ora
del giorno scuri e misteriosi. Lo stesso ruscello che avevano
attraversato poche ore prima separava la cresta della collina
da un frutteto in fondo al giardino, che era delimitato da un
muretto di pietra.
Risalirono il declivio del prato fino alla casa, dove un
ampio bovindo li fronteggiava con le tende aperte. La luce
dell’interno si riversava su uno spiazzo bordato di vasi di
fiori. Le rose si arrampicavano su un graticcio, e nell’aria
aleggiava un forte profumo di gelsomino.
Quando si avvicinarono alla casa un cane cominciò ad
abbaiare e una porta si aprì. Stackpole si toccò l’elmetto.
« ’Sera, Miss Helen. »
« Salve, Will. » La dottoressa era una sagoma alta in controluce.
« Buona, Molly! » comandò mentre un pointer nero
usciva dalla porta dietro di lei e si avvicinava baldanzoso
ai due uomini.
« Questo è l’ispettore Madden, da Londra. Signore... la
dottoressa Blackwell. »
Si diedero la mano. La stretta di Helen Blackwell era decisa.
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