UN FIUME DI TENEBRE - Longanesi

cui non è stata pugnalata. La voleva viva. Ma cosa ha usato
per ucciderla? »
« Un rasoio, direi. »
« Sì, ma di chi? Del colonnello? Oppure si era portato il
suo? »
L’ispettore capo esalò un lungo sospiro. Osservò un investigatore
in borghese passare sopra il telaio della porta finestra
per depositare una busta bianca in una scatola di
cartone numerata, che insieme ad altre tre formava una fila
sul lastricato dello spiazzo. Poco distante c’era la sacca da
viaggio di Sinclair, la sua « borsa nera », che conteneva gli
attrezzi da lui ritenuti necessari per indagare su un omicidio:
guanti, pinzette, flaconi, buste. Il nuovo approccio
scientifico alle indagini criminali stava lentamente conquistando
terreno, anche se con qualche resistenza. Le giurie
continuavano a diffidare di quel tipo di prove. Perfino i
giudici erano inclini a darvi scarsa importanza nelle loro ricapitolazioni.
« Ho mandato a chiamare il carro funebre », aveva ripreso
Sinclair. « Le autopsie le faremo stasera a Guildford, tutte
quelle che potremo. Voglio dirigere le indagini da lì,
quanto meno nelle prime fasi. Domani, si porti dietro una
borsa. Pernotterà al pub.
« Nel frattempo, bisogna pensare alla bambina. Vada
dalla dottoressa Blackwell, John, le dispiace? Scopra se la
bambina ha visto qualcosa. E la faccia ricoverare immediatamente
in ospedale. La deposizione della dottoressa potremo
raccoglierla domani. Ora devo rientrare. » Tornò ad
alzare gli occhi sulla casa. « Voglio tener d’occhio il patologo,
non lo conosco. Avevo chiesto il santo Spilsbury, ma
non era disponibile. In vacanza alle isole Scilly, si figuri! Ho
dovuto prendere uno dei suoi assistenti al St. Mary. » Mentre
parlava, la polvere del flash di un fotografo illuminò una
finestra come un lampo. « E come se non bastasse, ci si è
messo anche il Lord Lieutenant! »
« L’ha conosciuto, vero? » Madden si infilò la giacca.
« Quando sono arrivato se ne stava andando. Con le dita
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