"Il Diogene Moderno" Ottobre - Novembre 2009 ... - Scalea .it
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14 ❏ Storia e Cultura ottobre-novembre <strong>2009</strong><br />
Specchio retrovisore<br />
I COMMERCIANTI di SCALEA DAL 1900 al 1960<br />
Protagonisti dello sviluppo economico della nostra C<strong>it</strong>tà<br />
di ERCOLE SERRA<br />
<strong>Il</strong> commercio, in quest’ultimi anni, ha subìto una<br />
trasformazione sconvolgente sotto l’aspetto della<br />
distribuzione dei prodotti che, invero, si sviluppa<br />
ormai nei grossi punti di vend<strong>it</strong>a (supermercati ed<br />
ipermercati). Questo fenomeno mi induce ad<br />
esternare alcune considerazioni e ricordi rifer<strong>it</strong>i al<br />
secolo scorso. Ovviamente mi soffermo su <strong>Scalea</strong>,<br />
la quale, nel comprensorio dell’alto Tirreno cosentino,<br />
ha sempre avuto un ruolo importante nell’attiv<strong>it</strong>à<br />
commerciale. Nel secolo XIX nella nostra c<strong>it</strong>tà<br />
erano prevalenti i settori dell’agricoltura, della pesca,<br />
dell’allevamento e dell’artigianato; il commercio<br />
vi si svolgeva nelle botteghe (putije), in prevalenza<br />
per la vend<strong>it</strong>a al dettaglio di mercanzie che<br />
arrivavano maggiormente dalla Campania ed, in minore<br />
quant<strong>it</strong>à, dalla Sicilia. È chiaro che anche i<br />
prodotti e le derrate locali sviluppavano operazioni<br />
commerciali fra produttori e vend<strong>it</strong>ori al dettaglio<br />
del posto. Nel primo quarantennio del ‘900, a<br />
<strong>Scalea</strong> il commercio era più fiorente rispetto ad altri<br />
centri del comprensorio, perché avvantaggiato<br />
anche dall’esistenza di un approdo naturale mar<strong>it</strong>timo<br />
nell’insenatura della piccola penisola di Torre<br />
Talao, ove facevano scalo i bastimenti ed altre<br />
grosse imbarcazioni per il trasporto di variegate<br />
merci. Nel porto di <strong>Scalea</strong>, con gli stessi mezzi, arrivavano<br />
commercianti dalla costiera amalf<strong>it</strong>ana, da<br />
quella sorrentina e dall’hinterland napoletano per<br />
vendere, inizialmente in forma ambulante, merci<br />
che non si producevano nel nostro terr<strong>it</strong>orio. Successivamente<br />
il commercio, anche grazie al trasporto<br />
per ferrovia (dopo la costruzione della strada<br />
ferrata e delle stazioni negli anni venti), ebbe<br />
un crescente sviluppo, per cui tutti quei commercianti<br />
ambulanti provenienti dalla Campania e, meno<br />
frequentemente, anche dalla Sicilia, iniziarono<br />
la loro l’attiv<strong>it</strong>à commerciale in sede fissa, aprendo<br />
negozi nel centro storico di <strong>Scalea</strong> ove si sistemarono<br />
defin<strong>it</strong>ivamente (fenomeno che avvenne anche<br />
in altri centri della provincia). Spuntarono, allora,<br />
in piazza De Palma, i negozi delle d<strong>it</strong>te A.<br />
Cacace e S. Didona, (poi d<strong>it</strong>ta P. Stabil<strong>it</strong>o). In via<br />
Gregorio Caloprese (poi via Cesare de Bonis) fu<br />
aperta la bottega gest<strong>it</strong>a della d<strong>it</strong>ta N. Pacifico. Nei<br />
pressi di “Cimalonga” esisteva il primo negozio di<br />
Andrea De V<strong>it</strong>o (detto ‘u marf<strong>it</strong>ano perché era originario<br />
di Strani, vicino ad Amalfi) che sposò Rosa<br />
Imparato, sorella di Antonio e Luigi Imparato<br />
(un’altra famiglia proveniente dall’hinterland napoletano),<br />
i quali avevano aperto un proprio punto<br />
di vend<strong>it</strong>a rispettivamente in Via V<strong>it</strong>torio Emanuele<br />
III ed in Piazza De Palma. La d<strong>it</strong>ta Andrea De V<strong>it</strong>o incrementò<br />
la sua attiv<strong>it</strong>à commerciale, aprendo altri<br />
due punti vend<strong>it</strong>a: uno in Via V<strong>it</strong>torio Emanuele III<br />
(piazza mercato vecchio), gest<strong>it</strong>o dalla moglie Rosa<br />
Imparato, e l’altro in Piazza Caloprese con la costruzione<br />
di nuovi capannoni ove si svolgeva anche<br />
il commercio all’ingrosso, con la collaborazione dei<br />
figli Vincenzo, Erminio e Nicola. Negli anni venti l’azienda<br />
si divise perché Nicola De V<strong>it</strong>o morì durante<br />
il confl<strong>it</strong>to mondiale 1915/18 ed Erminio aprì<br />
una propria bottega nei pressi dello scalo ferroviario<br />
di <strong>Scalea</strong>, mentre Vincenzo continuò a gestire<br />
l’azienda originaria paterna che ancora esiste e che<br />
è stata gest<strong>it</strong>a, nel corso degli anni, dai coeredi d<strong>it</strong>ta<br />
G. ed E. De V<strong>it</strong>o che l’incrementarono anche con<br />
la vend<strong>it</strong>a di materiale edile (attuale negozio nella<br />
“Fischija”). Nel 1948, nella vecchia bottega di Rosa<br />
Imparato fu aperto un punto vend<strong>it</strong>a di alimentari<br />
e generi diversi dal nipote Andrea Serra, di cui il<br />
12 novembre di quest’anno ricorre il trentennale<br />
della morte. Questa azienda (gest<strong>it</strong>a dai figli e rispettivi<br />
coniugi) ha cessato l’attiv<strong>it</strong>à nel 2007 dopo<br />
sessant’anni. La d<strong>it</strong>ta A. Serra, all’inizio degli anni<br />
trenta, aveva già avviato un’attiv<strong>it</strong>à commerciale all’ingrosso<br />
ed al dettaglio (ancora esistente) nello<br />
scalo ferroviario di Verbicaro (attuale Marcellina)<br />
che forniva merce di vari generi a tutti i dettaglianti<br />
dei paesi dell’Alto Tirreno cosentino (cfr <strong>Diogene</strong><br />
Moderno n. 7- <strong>Novembre</strong> 1999, pag. 6). Altri commercianti<br />
campani di stabilirono a <strong>Scalea</strong>, come la<br />
d<strong>it</strong>ta Gambardella nel settore dell’abbigliamento e<br />
stoffe con il punto vend<strong>it</strong>a in Piazza Caloprese ancora<br />
esistente e, nella stessa piazza, le d<strong>it</strong>te C.<br />
Scoppetta, A. D’Acunti con i loro negozi di stoffe<br />
e merceria, nonché la d<strong>it</strong>ta Paolillo con il negozio<br />
in via M. Bianchi. Anni prima, si stabilì a <strong>Scalea</strong>, a<br />
largo “Marina”, la d<strong>it</strong>ta M. Corcione, sempre nel<br />
settore stoffe ed abbigliamento, mentre uno dei<br />
suoi figli, d<strong>it</strong>ta P. Corcione, aprì successivamente un<br />
negozio in via V<strong>it</strong>torio Emanuele III. Un esercizio fu<br />
aperto dalla d<strong>it</strong>ta A. Corcione per la vend<strong>it</strong>a al<br />
dettaglio di generi diversi. Un grosso negozio fu attivato<br />
in Piazza Caloprese dalla d<strong>it</strong>ta Ciriaco Scoppetta<br />
prima della seconda guerra mondiale, per la<br />
vend<strong>it</strong>a di stoffe e prodotti vari che, dopo la scomparsa<br />
del t<strong>it</strong>olare, diventò d<strong>it</strong>ta “Scoppetta & Calvano”.<br />
Nello stesso posto, esisteva la D<strong>it</strong>ta E. Pezzotti,<br />
un noto commerciante all’ingrosso ed al<br />
dettaglio di generi alimentari e prodotti vari, con<br />
vasti magazzini ove si fornivano tanti dettaglianti<br />
della zona. Alla sua prematura morte, l’attiv<strong>it</strong>à dell’azienda<br />
continuò con il figlio Peppino ed il genero<br />
A. De V<strong>it</strong>o e successivamente con la d<strong>it</strong>ta A. Calvano.<br />
Tanti altri operatori economici hanno<br />
eserc<strong>it</strong>ato, ed alcuni eserc<strong>it</strong>ano ancora nella nostra<br />
c<strong>it</strong>tà il commercio al dettaglio in vari settori merceologici<br />
e nella prestazione di servizi vari. Nel<br />
campo degli alimentari ne c<strong>it</strong>o alcuni, così come mi<br />
sovvengono in mente: le d<strong>it</strong>te C. Galiano, O. Posteraro,<br />
F. De Paola, E. Conte, Francesco Serra, C.<br />
Stabil<strong>it</strong>o, C. Galiano, R. Laregina; il commercio ambulante<br />
di generi alimentari N. Fornaio; le macellerie<br />
delle d<strong>it</strong>te C. e L. Gonnella, G. Ferraro, G. Galiano<br />
C. Barbarello, Lanuara; i bar delle d<strong>it</strong>te G. e M.<br />
Cardillo, V. Ianniello, B. Didona; la prima pasticceria<br />
della d<strong>it</strong>ta A. De Angelis e la prima pizzeria della<br />
d<strong>it</strong>ta O. Scarfone; i fruttivendoli delle d<strong>it</strong>te M. Senatore,<br />
N. Bencardino e N. Bove. In altri settori mi<br />
sovvengono, le cartolibrerie delle d<strong>it</strong>te G. Serra e<br />
M. Le Rose; l’emporio della d<strong>it</strong>ta G. Didona; la tipografia<br />
del giornalista Mario Manco; l’edicole “La<br />
Specola” di M. Manco, quella di G. Aloe e di F. Bernardo;la<br />
prima gioielleria della d<strong>it</strong>ta F. Z<strong>it</strong>o e, poi,<br />
quella della d<strong>it</strong>ta A. Oliva; gli oleifici -ì trapp<strong>it</strong>(i)delle<br />
d<strong>it</strong>te P. Luongo e B. Didona; le pompe di benzina<br />
delle d<strong>it</strong>te A. Luongo e A. Barbarello e la stazione<br />
di servizio “Agip”; i ristoranti “Barbarello”,<br />
“Genova” e “Sassone” (a’ lanterna); i lidi “Ajnella“,<br />
“La Casetta”, “Vaccaro” e “Olgarino”; i mulini di N.<br />
Pacifico e “Sadiam”; i panifici delle d<strong>it</strong>te E. De V<strong>it</strong>o,<br />
M. Conte, V. Laino ed i vapoforni delle d<strong>it</strong>te De V<strong>it</strong>o<br />
Rosina, G. De V<strong>it</strong>o e B. Didona; i tabacchini di G.<br />
Serra fu G. con il coniuge Angiolina De V<strong>it</strong>o, O.<br />
Spagnolo e M. Risoli; le farmacie “Bergamo”; le botteghe<br />
di chincaglierie-cretaglie delle d<strong>it</strong>te C. Crudo,<br />
O. Manco, e V. Laino; la vend<strong>it</strong>a di mobili delle<br />
d<strong>it</strong>te G. Spinelli, M. Luongo, V. Ciaccio e P. Forgione<br />
che aprì la prima pescheria del paese; gli alberghi<br />
“Barbarello”, “Genova”, “Santa Marta” e “Santa<br />
Caterina”; la torrefazione del caffè della d<strong>it</strong>ta V. Didona;<br />
il negozio di abbigliamento E. Cantisani e la<br />
merceria Q. Barletta. Qualora mi fossero sfugg<strong>it</strong>e altre<br />
attiv<strong>it</strong>à, se segnalate saranno pubblicate prossimamente.<br />
Come è evidente, tutte queste aziende,<br />
in gran parte cessate da tempo e sempre gest<strong>it</strong>e a<br />
livello familiare, certamente nel loro insieme hanno<br />
contribu<strong>it</strong>o alla cresc<strong>it</strong>a economica del nostro terr<strong>it</strong>orio.<br />
All’epoca la clientela nelle “putjie” trovava<br />
soprattutto un rapporto umano e fiduciario che<br />
oggi raramente si riscontra nelle attuali megastrutture<br />
commerciali dove il “protagonista” è “il carrello<br />
della spesa” che fa da compagno ai clienti vaganti<br />
fra gli espos<strong>it</strong>ori delle merci fino alle casse,<br />
spesso affollate. È ovvio che tantissime piccole e<br />
medie aziende individuali al dettaglio hanno dovuto<br />
cessare la loro attiv<strong>it</strong>à, comprese quelle che<br />
eserc<strong>it</strong>avano il commercio all’ingrosso, ormai in via<br />
di estinzione. R<strong>it</strong>engo che anche i rappresentati di<br />
commercio stiano perdendo il loro ruolo di intermediari<br />
perché i contratti di compravend<strong>it</strong>a ora<br />
vengono stipulati direttamente con le moderne e<br />
veloci reti di comunicazione telematica. Oggi in<br />
tanti piccoli e medi centri urbani continuano a sorgere<br />
i mega supermercati, tant’è che il rapporto<br />
ab<strong>it</strong>anti/punti-vend<strong>it</strong>a, a mio giudizio, è stato sforato<br />
da tempo, come pure la microeconomia delle<br />
storiche “putije” che sviluppava ricchezza e benessere,<br />
creando lavoro. ❑<br />
DIAMANTE NON SI FERMA<br />
Dopo il Peperoncino Festival, è toccato all’Operazione<br />
Muralespanso <strong>2009</strong>, promossa dall’Assessore<br />
alla Cultura Battista Maulicino, dare spazio all’arte,<br />
nelle tre forme della musica, della poesia e<br />
della p<strong>it</strong>tura, con la realizzazione di una ventina di<br />
murales che consentono alla rinomata c<strong>it</strong>tadina tirrenica<br />
di mantenere il primo posto fra i paesi “dipinti”<br />
d’Italia. La direzione artistica della manifestazione<br />
è stata affidata per le rispettive competenze<br />
ai p<strong>it</strong>tori Gabriele Marino e Luciano Russo V<strong>it</strong>ale ed<br />
alla poetessa Antonietta Dell’Arte e, per la costola<br />
“i spurt”, a Francesco Cirillo; il tutto con la consulenza<br />
del noto cr<strong>it</strong>ico d’arte Aurelio De Rose. Gli<br />
artisti inv<strong>it</strong>ati a dipingere sono stati: Giorgio Crisafi,<br />
Gennaro Caiazzo, Gabriele Castaldo, Francesca Di<br />
Martino, Antonio Fomez, Paola Cioncolini, Mario<br />
Lanzione. I poeti, che hanno firmato altri muri del<br />
centro storico e di nuove zone del capoluogo e<br />
della frazione di Cirella, sono stati: Leopoldo Attolico,<br />
Davide Borinsztajn, Maria Teresa Ciammaruconi,<br />
Antonietta Dell’Arte, Mariella De Santis, Franco<br />
Dionesalvi, Luigi Fontanella, Giovanni Grimaldi, Aldino<br />
Leoni, Nina Maroccolo, Giulia Niccolai, Guido<br />
Oldani, Plinio Perilli, V<strong>it</strong>o Riviello, Ottavio Rossani e<br />
Antonio Spagnuolo. Durante la serata di presentazione<br />
di Muralespanso <strong>2009</strong>, in Piazzetta San Biagio,<br />
si è esib<strong>it</strong>o il soprano Antonella Biondo, accompagnata<br />
al pianoforte dal maestro Romeo<br />
Lombardi, mentre nella serata conclusiva dal t<strong>it</strong>olo<br />
“Arcobaleno in versi”, svoltasi presso l’hotel Cristina,<br />
la lettura delle poesie degli artisti presenti, affidata<br />
a Sonia Benedetto, è stata alternata alle esibizioni<br />
del Gruppo dell’incanto - Ambasciatori di<br />
poesia, di Alessandria, composto da Aldino Leoni<br />
(cantore) Mario Martinengo (musicista) e degli artisti<br />
locali, il tenore Francesco Bevilacqua e il musicista<br />
Salvatore Sangiovanni.<br />
(M.P.)