PaGAGnini L’evoluzione della comicità musicale di Massimo Locuratolo
Con un’intensa attività performativa gli spagnoli Pagagnini hanno acquisito in patria il ruolo di attrazione comicomusicale di primissimo piano, e quest’anno hanno varcato i confini per conquistare il pubblico internazionale. Il recente tour in Francia rappresenta l’occasione ideale per riprendere il filo del discorso sulla contaminazione tra performance musicale e clownesca iniziato su queste pagine alcuni mesi fa. Pagagnini è il nome di un ensemble da camera composto da primo e secondo violino, viola e violoncello. Il progetto è nato da un’idea di Ara Malikian, primo violino, e David Ottone – il regista di Yllana, la compagnia madrilena che, coi catalani Tricicle, ha fatto conoscere al mondo il grande teatro comico-visivo iberico di matrice clownesca. Malikian e Ottone hanno creato uno spettacolo in cui il rispetto dei modelli storici, il virtuosismo interpretativo di ottimo livello e l’accurato dosaggio delle trovate e dei tempi teatrali sono termini di un’alchimia che consente di collocare la formazione all’interno di un genere che qui definiremo “post-classico”. Laddove per classicità, scrivendo di clownerie musicale, si intendono sia la lezione magistrale del pioniere (Grock) che gli sviluppi elaborati dai suoi eredi. E i migliori clown musicali moderni sono, in ordine cronologico decrescente, Dimitri e Le Quatuor - i primi, da venticinque anni a questa parte, ad aver trasformato il quartetto d’archi in una macchina da guerra di grandi trovate comico/surreali; poi Buffo, Microband e Banda Osiris, Framboise Frivole e Paul Morocco, e più di recente gli svizzeri Thomas & Lorenzo e i francesi Les Voilà, i clown musicali di Dralion. Lo scorso luglio, su questa rivista, è stato pubblicato un intervento di Lorenzo Manetti che di seguito riportiamo: “Noi (Thomas&Lorenzo,ndr) abbiamo scommesso sulla forma-concerto sviluppata su una storia. Alla fine di una nostra performance il pubblico non sa se ha assistito a un concerto o a uno spettacolo. Credo che il pubblico apprezzi il concerto perché era sorretto da una storia. Facciamo gag con strumenti e gag clownesche, come quello della corda del violino che si spezza o quello del foglio di spartito che cade, dove c’è il conflitto tra la storica impassibilità del concertista e le reazioni che invece io esprimo. La gag del fischietto proviene da 13 anni di teatro e per noi è stato facile arrivare lì. Oggi poi troviamo effetti comico-musicali inconsapevoli anche in situazioni seriosissime, come quella volta che Zubin Metha dirigeva in frac un’orchestra di giovani tenendo una gestualità scalmanata senza accorgersi che aveva un buco nella giacca sotto l’ascella, che il pubblico vedeva benissimo”. Qui si lascia intendere che uno dei percorsi possibili per piegare le convenzioni del concerto da camera ai meccanismi clowneschi è rappresentato dalla dissacrazione, ed è perciò che conviene definire il linguaggio di Thomas & Lorenzo e Pagagnini usando tale termine – al posto di parodia. I loro spettacoli non si basano, infatti, sulle prove 19