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di un personaggio il quale, per competere col bravo<br />
musicista che lo ha preceduto, cerca di fare qualcosa<br />
senza esserne capace, risultando comico per quello. Se<br />
col termine parodia possiamo indicare la rappresentazione<br />
dei tentativi messi in atto da un (falso) inetto per emulare<br />
goffamente, mettiamo, il grande musicista, con dissacrazione<br />
si può intendere invece l’azione di un interprete all’altezza<br />
del suo modello, il quale sovverte consapevolmente le<br />
convenzioni espressive stratificate sulla pura interpretazione,<br />
creandone altre del tutto originali.<br />
In questo modo, colui che dissacra il concerto classico<br />
sorprende il pubblico rivelandogli nuove angolazioni da<br />
cui poter fruire l’esecuzione di una partitura, regalandogli<br />
il doppio piacere del buon ascolto e del divertimento.<br />
Nello spettacolo di Pagagnini l’oggetto demistificato è il<br />
ruolo, istituzionalmente percepito come severo e distaccato<br />
dalle umane ambasce, del musicista classico puro, che<br />
qui viene assunto per essere smontato con metodo sin<br />
dall’apertura di sipario.<br />
L’operazione avviene sia sul piano musicale che teatrale.<br />
Riguardo le modalità con cui si attua la destrutturazione<br />
del tipico programma per quartetto d’archi in frac, va<br />
precisato, innanzitutto, che i quattro artisti eseguono in<br />
concerto partiture che contengono spunti armonici adatti<br />
ad essere contaminati da musiche di generi differenti. Ad<br />
esempio, se un numero inizia con l’interpretazione di<br />
Mozart o Boccherini avverrà che un certo accordo, o un<br />
determinato tema armonico, consentiranno di passare,<br />
senza stacchi fastidiosi, a una canzone popolare o ad un<br />
pezzo cantautoriale, oppure renderanno possibile un lavoro<br />
sul ritmo per portare la musica classica altrove. Se no<br />
potrà succedere che gli strumenti a corda vengano pizzicati,<br />
e non più accarezzati dall’archetto, e il quartetto classico<br />
si trasformerà in una gaia orchestrina country.<br />
Questa metamorfosi non è inedita. Appartiene da anni al<br />
repertorio di Le Quatuor, il cui lavoro presenta notevoli<br />
differenze rispetto a quello di Pagagnini.<br />
Le Quatuor sono stati la prima formazione europea ad<br />
aver proposto uno spettacolo in cui il repertorio da camera<br />
era eseguito con tempi ed effetti comici. La regia dei loro<br />
spettacoli è studiata per far sì che la musica motivi,<br />
incorniciandole, le parti cantate e recitate dai concertisti<br />
medesimi. Pertanto nella loro estetica le scelte di repertorio<br />
restano funzionali a un progetto teatrale di partenza.<br />
Con Pagagnini, invece, il nucleo dello spettacolo è la<br />
musica, e la scrittura registica sta in funzione della visualizzazione<br />
teatrale dei brani. Il lavoro di David Ottone si è<br />
sviluppato a partire dalle suggestioni prodotte da note,<br />
ritmo e suoni, mentre la chiave interpretativa con cui ha<br />
strutturato visivamente le esecuzioni è quella clownesca.<br />
Lo spettacolo presenta un susseguirsi di effetti esilaranti<br />
ben recitati, a partire dalla riproposizione moderna della<br />
routine di Grock presente nel numero col violino preso in<br />
prestito dall’orchestrale - la postura sistemata a colpi<br />
d’archetto. Ma i meccanismi classici ci sono tutti.<br />
C’è il conflitto, ad esempio, utilizzato quando si scatena