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Leggi il formato PDF - Ordine degli Avvocati di Lecco

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caratterizzati dal fatto che tale comunità si<br />

sia organizzata me<strong>di</strong>ante la costituzione <strong>di</strong><br />

un ente preposto alla tutela dei medesimi,<br />

essi vengono definiti ed in<strong>di</strong>viduati come<br />

interessi collettivi. Al contrario <strong>degli</strong> interessi<br />

<strong>di</strong>ffusi, gli interessi collettivi, in quanto<br />

soggettivizzati e corporatizzati, sono<br />

suscettib<strong>il</strong>i <strong>di</strong> tutela giuris<strong>di</strong>zionale poiché<br />

trovano titolarità negli enti esponenziali<br />

capaci <strong>di</strong> agire.<br />

Secondo la giurisprudenza amministrativa<br />

<strong>il</strong> passaggio da interesse <strong>di</strong>ffuso a interesse<br />

collettivo, soggetto a tutela, avviene<br />

quando l’interesse <strong>di</strong>viene oltre che <strong>di</strong>fferenziato,<br />

anche qualificato. Fattori essenziali<br />

della qualificazione sono la partecipazione<br />

proce<strong>di</strong>mentale ed <strong>il</strong> collegamento<br />

territoriale. Quando l’interesse <strong>di</strong>ffuso <strong>di</strong>viene<br />

interesse collettivo qualificato, agli<br />

enti esponenziali che sono portatori <strong>di</strong> tali<br />

interessi collettivi viene riconosciuto l’accesso<br />

alla tutela amministrativa.<br />

Applicazione in sede civ<strong>il</strong>e e penale<br />

delle riflessioni sv<strong>il</strong>uppate in campo<br />

amministrativo.<br />

Acquisito tale risultato in sede amministrativa,<br />

si è effettuato un identico ragionamento<br />

in sede civ<strong>il</strong>e e penale.<br />

Così si è affermato che la titolarità <strong>di</strong> un<br />

interesse legittimo in capo agli enti collettivi<br />

costituisce presupposto per la loro legittimazione<br />

all’azione.<br />

Ove l’associazione abbia elevato l’interesse<br />

<strong>di</strong>ffuso a proprio scopo primario, ogni<br />

pregiu<strong>di</strong>zio a questa finalità che esprime<br />

l’affectio societatis comporta un danno<br />

non patrimoniale per la frustrazione e l’afflizione<br />

<strong>degli</strong> associati. Si parla, in tal senso,<br />

<strong>di</strong> lesione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> personalità del<br />

sodalizio, con riferimento allo scopo e ai<br />

suoi componenti (cfr. Cass. Pen, sez. III n.<br />

10.03.93, Tessarolo).<br />

In particolare, in materia ambientale e’<br />

stato ripetutamente osservato che qualora<br />

l’ente o l’associazione abbia fatto proprio,<br />

nell’atto costitutivo o nello statuto,<br />

l’interesse alla salvaguar<strong>di</strong>a dell’integrità<br />

dell’ambiente rispetto a una situazione storica<br />

determinata e circostanziata, la finalità<br />

statutaria viene assunta come con<strong>di</strong>zione<br />

stessa <strong>di</strong> esistenza del sodalizio, come elemento<br />

interno e costitutivo dell’ente. Da<br />

ciò consegue la fondatezza della prospettazione<br />

che dal fatto produttivo <strong>di</strong> danno ambientale<br />

sia derivata la lesione del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

personalità dell’ente, cioè <strong>di</strong> una posizione<br />

giuri<strong>di</strong>ca tutelata nelle forme del <strong>di</strong>ritto<br />

soggettivo (cfr. sez. sesta 1/6/89, Monenticelli;<br />

sez. terza 13/11/92, Serlenga; Cass.<br />

Sez. terza, 21/5/93, Tessarolo; sez. prima,<br />

15/6/93, Benericetti) e che sia pertanto<br />

ammessa la costituzione <strong>di</strong> parte civ<strong>il</strong>e.<br />

3. Art. 9 co. 3 D.L.vo 267/00: rafforzamento<br />

della tesi sulla legittimazione..<br />

Tale tesi è stata ancor maggiormente<br />

avallata in conseguenza dell’entrata in<br />

vigore dapprima delle <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> cui<br />

all’art. 4 L.265/99, poi dalla <strong>di</strong>sposizione<br />

<strong>di</strong> cui all’art. 9 co. 3 D. L.vo. 267/00, che<br />

hanno espressamente attribuito alle associazioni<br />

riconosciute ai sensi dell’art. 13<br />

L.349/86 la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> proporre azioni risarcitorie<br />

per <strong>il</strong> danno ambientale spettante<br />

al Comune ed alla Provincia, nell’eventualità<br />

<strong>di</strong> inerzia <strong>degli</strong> enti territoriali.<br />

L’art. 9 co. 3 D. L.vo. 267/00 <strong>di</strong>spone che,<br />

in caso <strong>di</strong> azione “sostitutiva”, l’eventuale<br />

liquidazione del risarcimento spetta a favore<br />

dell’ente territoriale sostituito, mentre<br />

a favore dell’associazione ambientalista<br />

sono liquidate solo le spese processuali<br />

(cfr. Cass. Pen. 43238/02).<br />

Alla luce <strong>di</strong> tale ulteriore normativa, si<br />

era affermato che avendo la legge riconosciuto<br />

alle associazioni l’azione in via suppletiva,<br />

a maggior ragione tali associazioni<br />

dovevano essere legittimate ad agire nelle<br />

forme della costituzione <strong>di</strong> parte civ<strong>il</strong>e, a<br />

tutela dei danni <strong>di</strong>retti ed imme<strong>di</strong>ati, patrimoniali<br />

e non, da loro stesse patiti.<br />

4. Associazioni non riconosciute.<br />

L’elaborazione giurisprudenziale sv<strong>il</strong>uppatasi<br />

nel regime della L. 346/86, era<br />

dunque (già) approdata al principio in base<br />

al quale anche per le associazioni ambientaliste<br />

non riconosciute era consentito costituirsi<br />

parte civ<strong>il</strong>e iure proprio nei proce<strong>di</strong>menti<br />

per reati ambientali se dal danno<br />

propriamente ambientale <strong>di</strong> carattere pubblicistico<br />

derivano ulteriori danni materiali<br />

e/o morali. In tal caso i soggetti danneggiati<br />

potevano agire in giu<strong>di</strong>zio per <strong>il</strong> risarcimento:<br />

“le associazioni ambientaliste sono<br />

legittimate in via autonoma all’azione <strong>di</strong><br />

risarcimento del danno ambientale quando<br />

siano statutariamente portatrici <strong>di</strong> interessi<br />

ambientali territorialmente determinati,<br />

concretamente lesi da un’attività <strong>il</strong>lecita”<br />

(Cass. Pen. 07.04.06 n. 33887).<br />

A tal proposito, non era sufficiente che<br />

un’associazione o un comitato non riconosciuto<br />

ex art. 13 ponesse l’interesse <strong>di</strong><br />

tutela ambientale del proprio territorio a<br />

scopo del sodalizio, per legittimarlo a costituirsi<br />

parte civ<strong>il</strong>e in un processo per reati<br />

ambientali ma occorreva qualcosa <strong>di</strong> più <strong>di</strong><br />

un interesse semplice alla tutela dell’ambiente<br />

genericamente inteso. Occorreva,<br />

cioè, un interesse specifico dell’ente territorialmente<br />

localizzato, al fine <strong>di</strong> poter prospettare<br />

che la lesione dello stesso avesse<br />

dato vita ad un danno <strong>di</strong>retto, imme<strong>di</strong>ato<br />

e risarcib<strong>il</strong>e, ossia le con<strong>di</strong>zioni che legittimano<br />

una costituzione <strong>di</strong> parte civ<strong>il</strong>e.<br />

Solo se si soggettivizza l’interesse <strong>di</strong><br />

cui l’ente è portatore si può ritenere che<br />

lo stesso si <strong>di</strong>fferenzi da quello semplice<br />

della generalità dei consociati, relativo<br />

al corretto esercizio della tutela dei beni<br />

ambientali, che in sé è una mera finalità <strong>di</strong><br />

interesse pubblico (interesse <strong>di</strong>ffuso non<br />

soggetto a tutela giuris<strong>di</strong>zionale).<br />

Secondo la giurisprudenza della Suprema<br />

Corte, gli elementi che valevano (e valgono)<br />

a <strong>di</strong>fferenziare la posizione delle associazioni<br />

ambientaliste consistono nella:<br />

1) continuità <strong>di</strong> azione;<br />

2) aderenza al territorio;<br />

3) r<strong>il</strong>evanza del loro contributo;<br />

4) rappresentanza <strong>di</strong> un gruppo significa<br />

tivo <strong>di</strong> consociati.<br />

In sostanza, l’interesse <strong>di</strong>ffuso alla tutela<br />

ambientale doveva essersi concretizzato in<br />

una determinata realtà storica <strong>di</strong> cui <strong>il</strong> sodalizio<br />

ha fatto <strong>il</strong> proprio scopo 2 ed anzi, veniva<br />

affermato che lo stab<strong>il</strong>e collegamento<br />

<strong>di</strong> interessi con una determinata zona costituiva<br />

elemento sintomatico della possib<strong>il</strong>e<br />

sussistenza del pregiu<strong>di</strong>zio concreto<br />

2. Cfr. Cass. Pen. 21.10.2004 n. 46746.<br />

Passaggi salienti della decisione: “..Per taluni la<br />

facoltà <strong>di</strong> intervento consente alle associazioni solo<br />

l’ingresso nel processo alle con<strong>di</strong>zioni e con i limiti<br />

<strong>di</strong> cui agli artt. 91 ss c.p.p.; tale tesi è sostenuta<br />

con riferimento al testo letterale della norma, ai<br />

lavori preparatori da cui emergerebbe una volontà<br />

del Legislatore in tale senso, ed all’art. 212 delle<br />

norme <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento al co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> procedura vigente<br />

secondo <strong>il</strong> quale - quando le leggi o i decreti<br />

consentono la costituzione <strong>di</strong> parte civ<strong>il</strong>e al <strong>di</strong> fuori<br />

delle ipotesi in<strong>di</strong>cate nell’art. 74 c.p.p. - è permesso<br />

solo l’intervento nei limiti <strong>di</strong> cui agli artt. 91 ss<br />

c.p.p. (Cass. Sez. IV, 17.12.1988, n. 12659 imp. Zorzi;<br />

Sez. III, 23.6.1994 n. 7572, imp Galletti)...Il Collegio<br />

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