2010 - Aiaf
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IL RAPPORTO GERIN-RAOULT SUL VELO ISLAMICO RIACCENDE IL DIBATTITO<br />
Angela Cossiri<br />
Ricercatrice di Istituzioni di diritto pubblico presso il Dipartimento di diritto pubblico e teoria<br />
del governo, professore aggregato di Diritti sociali e di cittadinanza presso la Facoltà<br />
di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Macerata<br />
1. Il rapporto Gerin-Raoult sul velo islamico integrale: non solo repressione<br />
EUROPA<br />
Il Parlamento francese sta discutendo una proposta di legge che prevede il divieto di indossare il<br />
velo islamico integrale nei luoghi pubblici 1 . La normativa riguarderebbe esclusivamente il niqab, il<br />
velo che lascia spazio agli occhi, e il burqa, in cui il viso è interamente coperto. Il 26 gennaio è stato<br />
depositato il Rapporto elaborato dalla Commissione parlamentare di studio, che conclude sei mesi<br />
di lavori e di audizioni 2 .<br />
La relazione, dai toni molto prudenti, si esprime a favore dell’introduzione di una disposizione legislativa,<br />
il più possibile condivisa dalle forze politiche, che vieti di dissimulare il viso negli esercizi<br />
e servizi pubblici (per esempio nel settore dei trasporti), escludendo peraltro di estendere il bando<br />
a tutti gli spazi pubblici, data l’assenza di una veduta unanime sul punto.<br />
Il rapporto raccomanda di optare per uno strumento legislativo che possa essere declinato per via<br />
amministrativa: la violazione di questa regola non dovrebbe quindi costituire un crimine o un reato<br />
e potrebbe, al più, prevedere un’ammenda di importo contenuto e potrebbe implicare un rifiuto<br />
di corrispondere il servizio richiesto.<br />
La misura descritta, per quanto del tutto omessa nel dibattito italiano scaturito dalla presentazione<br />
del documento, si inserisce in un quadro assai più ampio che riconosce come prioritaria un’incisiva<br />
politica di dialogo interculturale e di integrazione, considerata lo strumento principale, da un lato,<br />
per contrastare apartheid sessuale e derive settarie liberticide e, dall’altro, per garantire una giu-<br />
1 Il presente contributo è stato chiuso in data 5 febbraio <strong>2010</strong>.<br />
In aggiornamento si segnala che il 25 marzo <strong>2010</strong>, il Consiglio di Stato francese ha pronunciato un parere in merito al divieto per<br />
legge dell’uso di velo integrale negli spazi pubblici, rilevando gli ostacoli giuridici di una simile generalizzata interdizione, “di ordine<br />
costituzionale e rispetto alla Convenzione europea dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. Secondo il Consiglio di Stato<br />
francese spetta all’autorità amministrativa competente prescrivere eventualmente il divieto solo per ragioni di sicurezza e identificazione,<br />
limitandosi ad alcuni luoghi pubblici: “tribunali, seggi elettorali, comuni, scuole, ospedali e università o qualsiasi luogo<br />
in cui si viene sottoposti ad un esame”. Il documento è disponibile nel sito www.olir.it.<br />
Successivamente, in data 13 luglio <strong>2010</strong>, l’Assemblea Nazionale francese ha approvato il progetto di legge per la messa al bando<br />
del velo integrale islamico (niqab e burqa) nei luoghi pubblici, con 335 voti a favore e uno contrario. La gran parte dei membri<br />
del Partito socialista, principale forza di opposizione, si è rifiutata di partecipare al voto.<br />
Il Senato esaminerà a sua volta il progetto di legge il prossimo settembre, e non dovrebbero esserci ostacoli per la sua approvazione<br />
finale. Il testo votato oggi, presentato dal ministro della Giustizia Michele Alliot-Marie, prevede il divieto di indossare il velo<br />
integrale in tutti i luoghi pubblici. Mariti o conviventi che obbligano le loro compagne a indossare il velo saranno suscettibili di arresto<br />
fino a un massimo di un anno e potrebbero essere condannati a pagare un’ammenda di 15.000 euro.<br />
Invece, in Belgio, il 31 marzo <strong>2010</strong>, la Commissione parlamentare Affari interni ha approvato, con il favore di tutti i gruppi politici,<br />
una modifica al locale codice penale, imponendo un’ammenda o sette giorni di carcere “a chi si presenterà in uno spazio pubblico<br />
con il volto coperto, del tutto o in parte, che ne impedisca l’identificazione”, salvo eccezioni autorizzate, come nel caso del<br />
Carnevale. Se la modifica sarà confermata in aula, il Belgio sarebbe il primo Paese europeo a dire “no” al velo islamico integrale.<br />
2 Assemblée Nationale-Treizième Législature, Rapport d’information fait en application de l’article 145 du règlement, au nom<br />
de la mission d’information sur la pratique du port du voile intégral sur le territoire national, 26 janvier <strong>2010</strong>. Il documento è disponibile<br />
all’indirizzo www.assemblee-nationale.fr/13/rap-info/i2262.asp<br />
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