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IL PARERE DELL’ESPERTO<br />
L’ACQUA: UN PATRIMONIO<br />
PREZIOSO DA CONSERVARE<br />
Riduzione delle risorse idriche e possibili strategie di intervento<br />
La storia dell’evoluzione umana racconta<br />
come l’acqua abbia rivestito un ruolo<br />
fondamentale nello sviluppo delle civiltà e<br />
come sia sempre stata, oltre che una preziosa<br />
risorsa naturale, anche un elemento<br />
carico di significati simbolici e psicologici.<br />
Nonostante ciò, in questi ultimi anni assistiamo<br />
al verificarsi di un preoccupante fenomeno:<br />
la riduzione delle falde acquifere<br />
planetarie.<br />
E gli scenari futuri si prospettano preoccupanti:<br />
l’aumento dell’aspettativa media<br />
di vita comporterà ulteriori incrementi nei<br />
consumi di acqua. Parallelamente, lo sviluppo<br />
industriale richiederà più acqua per<br />
i cicli produttivi.<br />
Anche per l’agricoltura si pone una sfida<br />
enorme: produrre più cibo per nutrire<br />
una popolazione mondiale in espansione,<br />
usando le risorse idriche in maniera più<br />
efficiente.<br />
Alimentare la popolazione mondiale in<br />
modo sostenibile, fronteggiando la minaccia<br />
del crescente cambiamento climatico,<br />
richiede infatti una forte volontà politica<br />
per risolvere i sempre maggiori problemi<br />
globali legati all’acqua.<br />
66 RM 115/2012<br />
Le cause della riduzione<br />
delle risorse idriche<br />
È inevitabile a questo punto il richiamo<br />
alla non trascurabile quantità d’acqua<br />
resa inutilizzabile dalle carenze strutturali,<br />
gestionali e di manutenzione dei sistemi<br />
idrici, che dà luogo a perdite significative.<br />
Un altro elemento significativo da annoverare<br />
nell’elenco dei fattori destinati a ridurre<br />
la quantità d’acqua disponibile è l’inquinamento,<br />
che agisce su tre distinti fronti:<br />
- la contaminazione diretta delle falde<br />
sotterranee dovuta a percolazione o sversamento<br />
di sostanze tossiche (pesticidi,<br />
nitrati, metalli e altre sostanze di sintesi);<br />
- l’eutrofizzazione, cioè l’eccessivo accrescimento<br />
degli organismi vegetali all’interno<br />
di un ecosistema acquatico a causa<br />
di dosi troppo elevate di sostanze come<br />
azoto, fosforo o zolfo, provenienti dal<br />
massiccio impiego di fertilizzanti azotati o<br />
dagli scarichi civili o industriali, e il conseguente<br />
degrado dell’ambiente divenuto<br />
asfittico;<br />
- l’effetto serra che, con l’innalzamento<br />
delle temperature, innesca un aumento<br />
della percentuale di vapore acqueo<br />
in atmosfera, il quale causa fenomeni di<br />
siccità nelle aree geografiche più esposte<br />
(desertificazione).<br />
In Italia la situazione non ha ancora raggiunto<br />
livelli di particolare gravità, anche<br />
se in molte zone del Sud, durante le stagioni<br />
estive, si verificano emergenze idriche<br />
alle quali fanno seguito razionamenti.<br />
Nel nostro Paese le precipitazioni annuali<br />
raggiungono i 290 miliardi di m 3 che, a<br />
seguito di dispersione e assorbimento, si<br />
riducono a circa 110 m 3 . A questi vanno<br />
detratti i 13 m 3 che percolano nel suolo.<br />
L’acqua estratta dal suolo corrisponde al<br />
32% di quella disponibile (la media europea<br />
è del 20%).<br />
Ciò nonostante nelle regioni del Sud il<br />
70% della popolazione soffre di difficoltà<br />
a reperire acqua potabile, anche per la già<br />
citata inefficienza delle reti di distribuzione.<br />
Inquadrata l’entità della riduzione della<br />
risorsa idrica e delineate le cause che<br />
l’hanno determinata, restano da citare i<br />
molteplici possibili fronti di intervento in<br />
grado di ovviare, o almeno contenere, la<br />
gravità del problema prospettato.