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degli Odradek, ebbene, loro sono come ombre, e specchi, e<br />
occhi nei tuoi occhi...<br />
Pensa alle comodità, anche... Trasferisci fuori da te il tuo<br />
subconscio e lo materializzi nell'Odradek... Lo osservi e<br />
impari a conoscerlo giorno per giorno... Senza offrire il<br />
fianco ad attacchi improvvisi... Crisi isteriche, attacchi<br />
nervosi, schizofrenie e dubbi atroci... L'Odradek sale dal più<br />
recondito angolo della tua anima e ti racconta chi sei..."<br />
Castelli di carta. Il mio Odradek s'era stancato delle<br />
marionette e ora stava costruendo castelli con i pezzi del<br />
tovagliolo del cafè, mentre quello del Matus si divertiva a<br />
raccogliere gli avanzi dei nostri piatti accatastandoli vicino al<br />
suo bicchiere, fino a che non vi salì in cima e si tuffò nel<br />
tequila...<br />
"Avanti, Adam, prendi la penna di corvo e scrivi la tua<br />
parola sulle pergamene... A questo punto, manchi solo tu..."<br />
"... Ma di quale parola parlate?... E poi, che cosa volete<br />
ancora da me??... Mi sembra che gli Odradek funzionino<br />
benissimo..."<br />
"... La cena non si è ancora conclusa, Adam... Non vorrai<br />
lasciare gli Odradek a digiuno, spero... Loro non hanno<br />
ancora mangiato niente... "<br />
"... Allora ordiniamo due micro-scodelle di tacos e ce ne<br />
andiamo..."<br />
"...Non è di tacos che hanno bisogno, Adam, ma di una tua<br />
parola..."<br />
"...Una mia parola...?"<br />
"...Vedi, il rito del Meggilat Yuhasin prevede che due Judas e<br />
un Jesus scrivano su una pergamena il Nome magico di tre<br />
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