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LA CARNE DI ADAM

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trovai rifugio e pace nello sguardo del mio Odradek, che fino<br />

ad allora mi aveva quasi (e volutamente) ignorato.<br />

Fu uno sguardo lento, complice, e cerimonioso.<br />

L'Odradek lasciò le sue assurde occupazioni e mi si piazzò<br />

davanti, a pochi centimetri di distanza.<br />

I suoi occhi ormai erano solo per me.<br />

O solo per la parola.<br />

Tra me e l'Odradek ben presto si focalizzò una immagine,<br />

che restò comunque molto confusa, quasi un ricordo di<br />

quattromila anni fa...<br />

Era uno specchio... Uno specchio che rifletteva l'immagine<br />

di un altro specchio... Più in la, obliquo e frontale...<br />

Che rifletteva a sua volta l'immagine di un altro specchio<br />

ancora...<br />

Come in un corridoio di specchi che riflettevano l'un l'altro<br />

un'immagine...<br />

Regressus ad infinitum...<br />

Rimasi fermo così a lungo, il tempo necessario per<br />

l'affabulazione e una minima guida per il viaggio...<br />

"...Attento, Adam...<br />

...Non seguire la linea mediana...<br />

...Discorda da te stesso, renditi acentrico, frammèntati...<br />

...La logica della creazione e così la sua parola...<br />

...Devono essere disturbate, contenere certi difetti...<br />

...Una P che si trasforma in B, la rottura dei vasi, il peccato<br />

originale... Son cose che possono sempre servire..."<br />

In quel labirinto di specchi e di immagini, io vagai confuso,<br />

e impaurito... Vedevo Odradeek dappertutto, e mi<br />

sembravano mostruosi, e sapevo che era solo la mia<br />

immagine riflessa, ed ero io...<br />

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