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Linee guida per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell ...

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Mortalità o<strong>per</strong>atoria, morb<strong>il</strong>ità e complicanze<br />

posto<strong>per</strong>atorie<br />

La mortalità e morb<strong>il</strong>ità <strong>per</strong>io<strong>per</strong>atorie variano a seconda del<br />

tipo di patogeno responsab<strong>il</strong>e <strong>dell</strong>’infezione, <strong>dell</strong>’estensione<br />

del danno alle strutture cardiache, del grado di disfunzione<br />

ventrico<strong>la</strong>re sinistra e <strong>dell</strong>e condizioni emodinamiche del paziente<br />

al momento <strong>dell</strong>’intervento. Allo stato attuale, <strong>la</strong> mortalità<br />

o<strong>per</strong>atoria nell’EI è compresa tra <strong>il</strong> 5% e <strong>il</strong> 15% 234-239 . In base<br />

ai dati di un recente studio, quando <strong>la</strong> procedura chirurgica<br />

deve necessariamente essere eseguita durante <strong>la</strong> prima settimana<br />

di terapia antimicrobica, <strong>la</strong> mortalità intraospedaliera è<br />

del 15%, con un rischio di recidiva e di disfunzione valvo<strong>la</strong>re posto<strong>per</strong>atoria<br />

non corre<strong>la</strong>ta all’infezione rispettivamente del 12%<br />

e 7% 239 . Nei casi meno complessi, vale a dire quando <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia<br />

è confinata alle sole strutture valvo<strong>la</strong>ri consentendo l’escissione<br />

completa del tessuto infetto, <strong>la</strong> mortalità è praticamente<br />

sim<strong>il</strong>e a quel<strong>la</strong> associata ad un qualsiasi intervento chirurgico.<br />

Le principali cause di mortalità, sebbene spesso multifattoriali,<br />

sono rappresentate da insufficienza multiorgano, SC, sepsi non<br />

trattab<strong>il</strong>e, coagulopatie e ictus 237 .<br />

Nell’immediato posto<strong>per</strong>atorio si può verificare con una<br />

certa frequenza l’insorgenza di complicanze, le più comuni <strong>dell</strong>e<br />

quali sono: coagulopatia severa che richiede un <strong>trattamento</strong><br />

con fattori coagu<strong>la</strong>nti, riesplorazione chirurgica del torace <strong>per</strong><br />

sanguinamento o tamponamento, insufficienza renale acuta<br />

con necessità di emodialisi, ictus, sindrome da bassa portata,<br />

polmonite e blocco atrioventrico<strong>la</strong>re secondario a resezione radicale<br />

di ascessi del<strong>la</strong> radice aortica con necessità di impianto di<br />

PM 235,237 . La presenza di blocco di branca sinistra all’ECG preo<strong>per</strong>atorio<br />

è predittivo del<strong>la</strong> necessità di procedere ad impianto<br />

di PM <strong>per</strong>manente nel posto<strong>per</strong>atorio 104 .<br />

J. Altre complicanze <strong>dell</strong>’endocardite infettiva<br />

Parte 1. Complicanze neurologiche,<br />

terapia antitrombotica<br />

Complicanze neurologiche<br />

Gli eventi neurologici si sv<strong>il</strong>uppano nel 20-40% di tutti i pazienti<br />

con EI e sono <strong>per</strong> <strong>la</strong> maggior parte dei casi dovuti ad embolizzazione<br />

come conseguenza del distacco di frammenti di vegetazioni<br />

192,240,241 . Queste complicanze presentano un ampio<br />

spettro clinico che include: ictus emorragico od ischemico, attacchi<br />

ischemici transitori, embolia cerebrale s<strong>il</strong>ente, aneurismi<br />

infettivi sintomatici o asintomatici, ascesso cerebrale, meningite,<br />

encefalopatia tossica e attacchi ep<strong>il</strong>ettici. S. aureus è responsab<strong>il</strong>e<br />

del tasso complessivo più elevato di complicanze neurologiche<br />

192,240 , che risultano associate ad un eccesso di mortalità, in<br />

partico<strong>la</strong>r modo nell’evenienza di ictus 98,194 . Al fine di prevenire<br />

l’insorgenza o <strong>la</strong> recidiva di complicanze neurologiche è di estrema<br />

importanza una <strong>diagnosi</strong> precoce e l’avvio di un’appropriata<br />

terapia antibiotica. Nel<strong>la</strong> gestione di questi pazienti è indispensab<strong>il</strong>e<br />

<strong>il</strong> coinvolgimento di un neurologo o neurochirurgo.<br />

Dopo un primo episodio neurologico, <strong>la</strong> maggior parte dei<br />

pazienti presenta ancora almeno una indicazione al <strong>trattamento</strong><br />

cardiochirurgico 194 . Il rischio di deterioramento neurologico<br />

posto<strong>per</strong>atorio è basso dopo embolia cerebrale s<strong>il</strong>ente o attacco<br />

ischemico transitorio 194 ed è quindi raccomandato di eseguire<br />

l’intervento chirurgico senza ulteriori ritardi se questo rimane<br />

indicato. Dopo un episodio di ictus ischemico, <strong>la</strong> cardiochi-<br />

e25<br />

<strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> ESC<br />

rurgia non è controindicata a meno che <strong>la</strong> prognosi neurologica<br />

non sia ritenuta troppo sfavorevole (Figura 3). In mancanza<br />

di studi control<strong>la</strong>ti, le evidenze disponib<strong>il</strong>i circa l’intervallo di<br />

tempo ottimale tra l’evento ictale e <strong>la</strong> procedura cardiochirurgica<br />

sono controverse 194,242-246 . Una volta esclusa <strong>la</strong> presenza di<br />

emorragia cerebrale mediante indagine tomografica e in assenza<br />

di danno neurologico severo (coma), l’opzione chirurgica<br />

non deve essere rimandata quando ne sussiste l’indicazione<br />

<strong>per</strong> <strong>la</strong> presenza di SC, infezione non control<strong>la</strong>ta, ascessi e <strong>per</strong>sistente<br />

rischio embolico elevato, essendo associata ad un rischio<br />

neurologico re<strong>la</strong>tivamente basso (3-6%) con buona probab<strong>il</strong>ità<br />

di completo ristab<strong>il</strong>imento neurologico 246,247 . Viceversa, nel<br />

caso di emorragie intracraniche, <strong>la</strong> prognosi neurologica è peggiore<br />

e <strong>la</strong> chirurgia deve essere rinviata di almeno 1 mese 242 .<br />

Qualora debba essere eseguito un intervento di chirurgia in urgenza,<br />

è tassativa <strong>la</strong> stretta col<strong>la</strong>borazione con l’equipe dei<br />

neurochirurghi. Le raccomandazioni <strong>per</strong> <strong>la</strong> gestione <strong>dell</strong>e complicanze<br />

neurologiche nell’EI sono riassunte nel<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> 20 e<br />

nel<strong>la</strong> Figura 3.<br />

In sintesi, gli eventi neurologici si sv<strong>il</strong>uppano nel 20-40% di<br />

tutti i pazienti con EI e sono <strong>per</strong> lo più dovuti ad embolia. L’ictus<br />

è associato ad un eccesso di mortalità. Al fine di prevenire<br />

l’insorgenza o <strong>la</strong> recidiva di complicanze neurologiche è di<br />

estrema importanza una <strong>diagnosi</strong> precoce e l’avvio di un’appropriata<br />

terapia antibiotica. Dopo un primo evento neurologico,<br />

<strong>la</strong> maggior parte dei pazienti presenta ancora almeno<br />

una indicazione al<strong>la</strong> chirurgia, che in linea generale non è controindicata.<br />

Terapia antitrombotica<br />

Non esistono indicazioni <strong>per</strong> <strong>la</strong> somministrazione di farmaci antitrombotici<br />

(trombolitici, anticoagu<strong>la</strong>nti o antipiastrinici) durante<br />

<strong>la</strong> fase attiva <strong>dell</strong>’EI. I pazienti già in <strong>trattamento</strong> con anticoagu<strong>la</strong>nti<br />

orali presentano un rischio di emorragia intracranica<br />

che sembra raggiungere <strong>il</strong> picco nei casi di PVE da S. aureus<br />

o con pregresso evento neurologico 248 . Le raccomandazioni<br />

• Emorragia intracranica<br />

• Coma<br />

• Gravicomorb<strong>il</strong>ità<br />

• Ictussevero<br />

Complicanzeneurologiche<br />

• Scompensocardiaco<br />

• Infezionenoncontrol<strong>la</strong>ta<br />

• Ascesso<br />

• Rischioembolicoelevato<br />

Sì No<br />

No<br />

Considerare<strong>la</strong>chirurgia<br />

Sì<br />

TCcerebrale<br />

Trattamentoconservativo<br />

emonitoraggio<br />

Figura 3. Strategia terapeutica <strong>per</strong> i pazienti con endocardite infettiva che<br />

presentano complicanze neurologiche.

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