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Linee guida per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell ...

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G Ital Cardiol Vol 11 Suppl 2 al n 10 2010<br />

abbiano una patologia valvo<strong>la</strong>re nota 14 sia che siano portatori<br />

di protesi valvo<strong>la</strong>re 15 .<br />

Una recente rassegna sistematica di 15 studi di popo<strong>la</strong>zione<br />

<strong>per</strong> un numero complessivo di 2371 casi di EI nell’ambito di<br />

7 paesi industrializzati (Danimarca, Francia, Italia, O<strong>la</strong>nda, Svezia,<br />

UK e Stati Uniti) ha riportato un’incidenza più elevata di EI<br />

associata al<strong>la</strong> presenza di protesi valvo<strong>la</strong>re, un aumento dei casi<br />

con sottostante pro<strong>la</strong>sso valvo<strong>la</strong>re mitralico ed una riduzione<br />

dei casi con sottostante ma<strong>la</strong>ttia reumatica a localizzazione cardiaca<br />

16 .<br />

Sono emersi nuovi fattori predisponenti – protesi valvo<strong>la</strong>ri,<br />

lesioni valvo<strong>la</strong>ri degenerative, abuso di stupefacenti <strong>per</strong> via endovenosa<br />

– corre<strong>la</strong>ti ad un più esteso ut<strong>il</strong>izzo di procedure invasive<br />

che possono determinare lo sv<strong>il</strong>uppo di batteriemia con<br />

successiva comparsa di EI 17 . Un’analisi combinata di 3784 episodi<br />

di EI ha evidenziato come gli agenti patogeni siano più frequentemente<br />

staf<strong>il</strong>ococchi e non streptococchi orali 1 . Questa<br />

apparente evoluzione osservata nel tempo da un’EI ad eziologia<br />

prevalentemente streptococcica ad una prevalentemente<br />

staf<strong>il</strong>ococcica può essere in parte riconducib<strong>il</strong>e a bias di arruo<strong>la</strong>mento/selezione<br />

presso i centri specialistici, dato che un trend<br />

analogo non viene riportato nelle indagini epidemiologiche di<br />

popo<strong>la</strong>zione 18 . Nei paesi in via di sv<strong>il</strong>uppo <strong>per</strong>mangono invece<br />

i c<strong>la</strong>ssici pattern. In Tunisia, ad esempio, <strong>la</strong> maggior parte dei casi<br />

di EI si verificano in pazienti affetti da ma<strong>la</strong>ttia valvo<strong>la</strong>re reumatica,<br />

hanno un’eziologia prevalentemente streptococcica e<br />

<strong>per</strong> <strong>il</strong> 50% sono associati ad emocolture negative 19 . In altri paesi<br />

del continente africano, <strong>per</strong>siste anche un elevato impatto legato<br />

al<strong>la</strong> presenza di febbre reumatica, ma<strong>la</strong>ttia cardiaca reumatica<br />

ed EI 20 .<br />

Infine, sono state messe in evidenza anche <strong>dell</strong>e importanti<br />

variazioni geografiche. L’aumento più consistente <strong>dell</strong>’incidenza<br />

di EI da staf<strong>il</strong>ococco è stato riportato negli Stati Uniti 21 ,<br />

dove l’emodialisi cronica, <strong>il</strong> diabete mellito ed i dispositivi intravasco<strong>la</strong>ri<br />

costituiscono i fattori più frequentemente associati allo<br />

sv<strong>il</strong>uppo di EI da Staphylococcus aureus 21,22 . In altri paesi <strong>il</strong><br />

fattore che può maggiormente predisporre all’EI da S. aureus è<br />

l’abuso di stupefacenti <strong>per</strong> via endovenosa 23 .<br />

Incidenza <strong>dell</strong>’endocardite infettiva<br />

L’incidenza di EI varia a seconda dei paesi da 3 a 10 casi <strong>per</strong> 100 000<br />

soggetti/anno 14,24-26 , <strong>il</strong> cui range riflette verosim<strong>il</strong>mente le differenze<br />

metodologiche <strong>dell</strong>e varie indagini più che una vera e<br />

propria variab<strong>il</strong>ità. Da sottolineare che in queste indagini l’incidenza<br />

di EI risultava partico<strong>la</strong>rmente bassa nei pazienti giovani<br />

ma mostrava un drastico incremento con l’avanzare <strong>dell</strong>’età,<br />

raggiungendo <strong>il</strong> picco di 14.5 casi <strong>per</strong> 100 000 soggetti/anno fra<br />

i 70 e gli 80 anni di età. In tutti gli studi epidemiologici sull’EI, <strong>il</strong><br />

rapporto maschi/femmine è pari a ≥2:1, dove <strong>la</strong> preponderanza<br />

del sesso masch<strong>il</strong>e rimane ancora da chiarire. Infatti, i pazienti<br />

di sesso femmin<strong>il</strong>e hanno in teoria una prognosi peggiore e<br />

sono più raramente sottoposti ad interventi di chirurgia valvo<strong>la</strong>re<br />

rispetto ai pazienti di sesso masch<strong>il</strong>e 27 .<br />

Tipi di endocardite infettiva<br />

L’EI deve essere considerata come un insieme di situazioni cliniche,<br />

talvolta estremamente diverse l’una dall’altra. Al fine di<br />

evitare sovrapposizioni, sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> localizzazione <strong>dell</strong>’infezione<br />

e del<strong>la</strong> presenza o assenza di materiale esogeno intracardiaco,<br />

è necessario distinguere le seguenti quattro categorie: EI<br />

del cuore sinistro su valvo<strong>la</strong> nativa, EI del cuore sinistro su protesi<br />

valvo<strong>la</strong>re, EI del cuore destro ed EI corre<strong>la</strong>ta a dispositivi<br />

e4<br />

(quest’ultima comprendente l’EI che si sv<strong>il</strong>uppa sugli elettrocateteri<br />

di pacemaker (PM) o defibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tori con o senza coinvolgimento<br />

valvo<strong>la</strong>re) (Tabel<strong>la</strong> 3). Per quanto riguarda le modalità<br />

di acquisizione, queste possono essere distinte in EI acquisita in<br />

comunità, EI associata alle cure sanitarie (nosocomiale e non<br />

nosocomiale) ed EI associata ad abuso di stupefacenti <strong>per</strong> via<br />

endovenosa (intravenous drug abuse, IVDA).<br />

Microbiologia<br />

Sul<strong>la</strong> base dei risultati degli esami microbiologici, vengono delineate<br />

le seguenti categorie.<br />

1. Endocardite infettiva ad emocoltura positiva<br />

Questa categoria è <strong>la</strong> più importante, responsab<strong>il</strong>e di circa<br />

l’85% dei casi di EI. I microrganismi coinvolti sono solitamente<br />

gli staf<strong>il</strong>ococchi, gli streptococchi e gli enterococchi 28 .<br />

a. Endocardite infettiva causata da streptococchi<br />

ed enterococchi<br />

Gli streptococchi orali (precedentemente denominati viridans)<br />

formano un eterogeneo gruppo di microrganismi, che comprendono<br />

le specie S. sanguis, S. mitis, S. salivarius, S. mutans e<br />

Gemel<strong>la</strong> morb<strong>il</strong>lorum. I microrganismi appartenenti a questo<br />

gruppo sono quasi sempre sensib<strong>il</strong>i al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina G. Devono<br />

poi essere contraddistinti i membri del gruppo <strong>dell</strong>o “S. m<strong>il</strong>leri”<br />

e “S. anginosus” (S. anginosus, S. intermedius e S. constel<strong>la</strong>tus),<br />

<strong>per</strong>ché tendono a provocare ascessi ed infezioni con disseminazione<br />

ematogena, con conseguente prolungamento del<strong>la</strong><br />

terapia antibiotica. Allo stesso modo, devono essere contraddistinti<br />

gli streptococchi con variante nutrizionale, di recente ric<strong>la</strong>ssificati<br />

in una nuova specie (Abiotrophia e Granulicatel<strong>la</strong>),<br />

in quanto sono spesso tolleranti al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina [concentrazione<br />

minima battericida (minimal bactericidal concentration-<br />

MBC di molto su<strong>per</strong>iore al<strong>la</strong> concentrazione minima inibente<br />

(minimal inhibitory concentration-MIC]. Gli streptococchi di<br />

gruppo D formano <strong>il</strong> complesso “Streptococcus bovis/Streptococcus<br />

equinus”, comprendenti le specie commensali <strong>dell</strong>’intestino<br />

umano, ed erano fino a poco tempo fa uniti sotto <strong>la</strong> denominazione<br />

di Streptococcus bovis. Al pari degli streptococchi,<br />

sono generalmente sensib<strong>il</strong>i al<strong>la</strong> penic<strong>il</strong>lina G. Fra gli enterococchi,<br />

le tre specie che causano EI sono E. faecalis, E. faecium<br />

e in misura minore E. durans.<br />

b. Endocardite infettiva staf<strong>il</strong>ococcica<br />

Di solito l’EI staf<strong>il</strong>ococcica su valvo<strong>la</strong> nativa è causata da S. aureus,<br />

generalmente sensib<strong>il</strong>e all’oxac<strong>il</strong>lina almeno <strong>per</strong> quanto<br />

riguarda i casi di EI acquisita in comunità. Viceversa, l’EI staf<strong>il</strong>ococcica<br />

su protesi valvo<strong>la</strong>re è <strong>il</strong> più <strong>dell</strong>e volte determinata da<br />

staf<strong>il</strong>ococchi coagu<strong>la</strong>si-negativi (coagu<strong>la</strong>se-negative staphylococci,<br />

CNS) resistenti all’oxac<strong>il</strong>lina. In un recente studio su 1779<br />

casi di EI raccolti prospetticamente in 16 paesi, S. aureus è risultato<br />

l’agente patogeno più frequentemente responsab<strong>il</strong>e non<br />

solo di EI ma anche di EI su protesi valvo<strong>la</strong>re 22 . Di contro, è stato<br />

dimostrato che le specie CNS posso provocare EI su valvo<strong>la</strong><br />

nativa 29-31 , in partico<strong>la</strong>r modo S. lugdunensis, con decorso clinico<br />

spesso aggressivo.<br />

2. Endocardite infettiva ad emocoltura negativa<br />

<strong>per</strong> precedente terapia antibiotica<br />

Questa situazione si verifica in quei pazienti che hanno assunto<br />

antibiotici prima di eseguire l’emocoltura <strong>per</strong> <strong>la</strong> comparsa di<br />

accessi febbr<strong>il</strong>i di origine sconosciuta e nei quali non era stata

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