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Linee guida per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell ...

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Diagnosi<br />

La <strong>diagnosi</strong> è più difficoltosa <strong>per</strong> <strong>la</strong> PVE rispetto al<strong>la</strong> NVE, <strong>per</strong>ché<br />

<strong>la</strong> presentazione clinica è spesso atipica, specie nel <strong>per</strong>iodo<br />

posto<strong>per</strong>atorio quando è frequente che insorgano febbre e<br />

stati infiammatori in assenza di EI. Come <strong>per</strong> <strong>la</strong> NVE, <strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong><br />

di PVE si basa fondamentalmente sui r<strong>il</strong>ievi ecocardiografici e<br />

sull’esito <strong>dell</strong>e emocolture, anche se spesso risultano entrambi<br />

negativi 285 . In caso di sospetta PVE, se da un <strong>la</strong>to è im<strong>per</strong>ativo<br />

eseguire l’ETE (Figura 1), dall’altro <strong>la</strong> resa diagnostica di questa<br />

metodica è più limitata rispetto a quando ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> porre<br />

<strong>diagnosi</strong> di NVE. Infatti, nei pazienti con PVE l’esame ecocardiografico<br />

risulta molte volte negativo, non consentendo di escludere<br />

<strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong>, così come anche le emocolture danno spesso<br />

esito negativo, con una frequenza su<strong>per</strong>iore rispetto a quanto<br />

avviene <strong>per</strong> <strong>la</strong> NVE.<br />

A differenza del<strong>la</strong> NVE, nel<strong>la</strong> PVE l’infezione è prevalentemente<br />

di eziologia staf<strong>il</strong>ococcica e micotica e solo occasionalmente<br />

streptococcica. Gli agenti patogeni più spesso responsab<strong>il</strong>i<br />

del<strong>la</strong> PVE precoce sono gli staf<strong>il</strong>ococchi, i miceti ed i batteri<br />

Gram-negativi, mentre <strong>la</strong> microbiologia del<strong>la</strong> PVE tardiva, sim<strong>il</strong>e<br />

a quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> NVE, vede coinvolti più frequentemente staf<strong>il</strong>ococchi,<br />

streptococchi orali, S. bovis ed enterococchi, verosim<strong>il</strong>mente<br />

come conseguenza di infezioni acquisite in comunità.<br />

I criteri di Duke, che si sono dimostrati ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> porre <strong>diagnosi</strong><br />

di NVE con una sensib<strong>il</strong>ità del 70-80% 92,285 , risultano invece<br />

meno adeguati nel<strong>la</strong> PVE a causa del<strong>la</strong> loro ridotta sensib<strong>il</strong>ità<br />

in questo contesto 286,287 .<br />

Prognosi e <strong>trattamento</strong><br />

Nel<strong>la</strong> PVE è stata riportata una mortalità intraospedaliera<br />

estremamente elevata pari al 20-40% 279,280 . Come <strong>per</strong> <strong>la</strong> NVE,<br />

anche nel<strong>la</strong> PVE <strong>la</strong> valutazione prognostica riveste un’importanza<br />

decisiva, consentendo di identificare quelle categorie di<br />

pazienti ad alto rischio che potrebbero necessitare di una strategia<br />

aggressiva. I fattori che nel<strong>la</strong> PVE 134,263,288-290 sono risultati<br />

associati ad una prognosi sfavorevole sono l’età, l’infezione<br />

staf<strong>il</strong>ococcica, <strong>la</strong> PVE precoce, lo SC, l’ictus e gli ascessi intracardiaci<br />

e, fra questi, i marker più potenti sono rappresentati dalle<br />

PVE complicate e dalle infezioni da staf<strong>il</strong>ococchi, che identificano<br />

quei pazienti da sottoporre a <strong>trattamento</strong> più aggressivo.<br />

La terapia antimicrobica <strong>per</strong> <strong>la</strong> PVE è analoga a quel<strong>la</strong> prevista<br />

<strong>per</strong> <strong>la</strong> NVE, ad eccezione <strong>dell</strong>e PVE da S. aureus che richiedono<br />

un regime antibiotico più prolungato (in partico<strong>la</strong>r modo<br />

con aminoglicosidi) e l’ut<strong>il</strong>izzo frequente di rifampicina (vedi<br />

Sezione H).<br />

Per quanto riguarda le indicazioni al<strong>la</strong> chirurgia nel<strong>la</strong> PVE<br />

valgono gli stessi principi generali descritti <strong>per</strong> <strong>la</strong> NVE. Per definizione,<br />

<strong>la</strong> maggior parte dei casi di PVE indirizzati al<strong>la</strong> chirurgia<br />

corrisponde ad un’EI non control<strong>la</strong>ta e viene trattata come<br />

tale. In questo contesto, <strong>il</strong> debridement radicale sta ad indicare<br />

<strong>la</strong> rimozione di tutto <strong>il</strong> materiale estraneo, compresa <strong>la</strong> valvo<strong>la</strong><br />

protesica originaria ed eventuali calcificazioni residue. Nel<strong>la</strong><br />

PVE del<strong>la</strong> valvo<strong>la</strong> aortica può essere preso in considerazione l’uso<br />

di homograft, xenograft stentless o autograft, mentre in<br />

presenza di alterazioni a carico del<strong>la</strong> radice aortica che determinano<br />

una distorsione dei seni aortici è indicata <strong>la</strong> sostituzione<br />

del<strong>la</strong> radice aortica con homograft o xenograft o, in alternativa,<br />

l’apposizione di un condotto valvo<strong>la</strong>to in Dacron 278 .<br />

Nei casi di PVE si rende spesso necessario <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> chirurgico,<br />

ma l’opzione terapeutica ottimale rimane controversa<br />

13,283,291-295 . Nelle PVE complicate da severa disfunzione valvo<strong>la</strong>re<br />

protesica o da SC, in genere <strong>la</strong> migliore opzione è rappre-<br />

e29<br />

sentata dal<strong>la</strong> chirurgia, ma nel<strong>la</strong> Euro Heart Survey 79 so<strong>la</strong>mente<br />

<strong>il</strong> 50% dei pazienti con PVE è stato sottoposto a procedura<br />

chirurgica, una <strong>per</strong>centuale analoga a quel<strong>la</strong> dei pazienti con<br />

NVE. Dati simi<strong>la</strong>ri sono stati riportati anche in altri studi 106,283 .<br />

Anche se non sono disponib<strong>il</strong>i dati basati sull’evidenza, <strong>la</strong> strategia<br />

chirurgica è raccomandata in tutte le categorie di pazienti<br />

con PVE c<strong>la</strong>ssificati ad alto rischio sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> valutazione<br />

prognostica, che presentano cioè PVE complicata da SC, severa<br />

disfunzione valvo<strong>la</strong>re protesica, ascessi o febbre <strong>per</strong>sistente. La<br />

chirurgia precoce è altresì necessaria nel<strong>la</strong> PVE precoce da staf<strong>il</strong>ococchi<br />

134,290 o nel<strong>la</strong> PVE causata da miceti o da altri agenti<br />

patogeni altamente resistenti. La chirurgia deve inoltre essere<br />

presa in considerazione in tutti i casi di PVE precoce, in quanto<br />

generalmente causati da staf<strong>il</strong>ococchi o da altri microrganismi<br />

aggressivi 283,291 . Al contrario, nei pazienti con PVE tardiva non<br />

complicata e ad eziologia non staf<strong>il</strong>ococcica o micotica può essere<br />

adottato un approccio conservativo 288,294,295 . Tuttavia, i pazienti<br />

che inizialmente ricevono un <strong>trattamento</strong> medico devono<br />

essere sottoposti a stretto follow-up <strong>per</strong> <strong>il</strong> rischio di eventi<br />

tardivi. Le principali indicazioni al<strong>la</strong> chirurgia e <strong>il</strong> timing chirurgico<br />

proposto sono riassunti nel<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> 23.<br />

In sintesi, <strong>la</strong> PVE rappresenta <strong>il</strong> 20% di tutti i casi di EI con<br />

un’incidenza in continuo aumento. La <strong>diagnosi</strong> è più difficoltosa<br />

rispetto al<strong>la</strong> NVE. Quando non trattata chirurgicamente, <strong>la</strong><br />

PVE complicata, da staf<strong>il</strong>ococchi o tardiva è associata ad una<br />

prognosi peggiore e deve essere attuata una strategia aggressiva.<br />

Nei pazienti con PVE tardiva non complicata e ad eziologia<br />

non staf<strong>il</strong>ococcica o micotica può essere adottato un approccio<br />

conservativo sotto stretto follow-up.<br />

Parte 2. Endocardite infettiva su pacemaker<br />

e defibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tori impiantab<strong>il</strong>i<br />

<strong>Linee</strong> <strong>guida</strong> ESC<br />

Le infezioni di dispositivi cardiaci (cardiac devices, CD), quali PM<br />

<strong>per</strong>manenti e defibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tori impiantab<strong>il</strong>i (imp<strong>la</strong>ntable cardioverter-defibr<strong>il</strong><strong>la</strong>tors,<br />

ICD), costituiscono <strong>dell</strong>e gravi ma<strong>la</strong>ttie che<br />

si associano ad un’elevata mortalità 296 . Il crescente numero di<br />

portatori di CD impiantab<strong>il</strong>i rende ragione <strong>dell</strong>’aumentata frequenza<br />

di EI riscontrata in questa categoria di pazienti. L’incidenza<br />

<strong>dell</strong>e infezioni che coinvolgono i PM <strong>per</strong>manenti è estremamente<br />

variab<strong>il</strong>e fra i vari studi 297 . Un recente studio di popo<strong>la</strong>zione<br />

ha riportato un’incidenza di infezioni su CD <strong>dell</strong>’1.9 <strong>per</strong><br />

1000 dispositivi-anno ed una probab<strong>il</strong>ità più elevata di infezione<br />

dopo impianto di ICD che di PM <strong>per</strong>manente 298 . L’incidenza<br />

complessiva si colloca tra quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> NVE nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

generale e quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> PVE 297,299 . In questi pazienti, tanto <strong>la</strong><br />

strategia terapeutica quanto <strong>la</strong> <strong>diagnosi</strong> sono partico<strong>la</strong>rmente<br />

complesse.<br />

Definizione e fisiopatologia <strong>dell</strong>e infezioni<br />

dei dispositivi cardiaci<br />

Occorre distinguere le infezioni dei dispositivi con diffusione locale<br />

(local device infection, LDI) dall’EI corre<strong>la</strong>ta ai dispositivi<br />

cardiaci (cardiac device-re<strong>la</strong>ted infective endocarditis, CDRIE).<br />

Più precisamente, <strong>per</strong> LDI si intendono quelle infezioni circoscritte<br />

al<strong>la</strong> tasca del CD <strong>il</strong> cui sospetto clinico viene posto in presenza<br />

di segni locali di infiammazione a livello del<strong>la</strong> tasca del<br />

generatore, quali eritema, calore, ispessimento dei margini,<br />

deiscenza del<strong>la</strong> ferita, erosione, tumefazione o secrezione purulenta<br />

300 , mentre <strong>per</strong> CDRIE si intendono quelle infezioni che<br />

si estendono agli elettrocateteri, ai lembi valvo<strong>la</strong>ri e al<strong>la</strong> su<strong>per</strong>-

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