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I Propulsori navali - Nauticokr.it

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A. Vega − I propulsori <strong>navali</strong><br />

La variazione della quant<strong>it</strong>à di moto della quant<strong>it</strong>à di acqua che attraversa il disco dell’elica<br />

può essere indicato da :<br />

Δq = m ⋅ Δ(V – V’)<br />

dove con V si indica la veloc<strong>it</strong>à d’ingresso dell’acqua e con V’ la veloc<strong>it</strong>à di usc<strong>it</strong>a dell’acqua a<br />

valle del disco dell’elica; evidentemente il termine Δ(V – V’) rappresenta la variazione di veloc<strong>it</strong>à<br />

dell’acqua attraverso il disco dell’elica.<br />

In fisica si definisce impulso il prodotto di una forza F che agisce per un piccolo intervallo<br />

di tempo dt ovvero :<br />

I = F ⋅ dt<br />

l’impulso I può però essere espresso anche mediante la variazione della quant<strong>it</strong>à di moto; quindi<br />

ragionando per analogie si può scrivere:<br />

e ponendo dt = 1 si ottiene :<br />

I = F ⋅⋅⋅⋅ dt = Δq = m ⋅ Δ(V – V’)<br />

F = m ⋅ Δ(V – V’)<br />

relazione che esprime la Teoria Impulsiva dell’elica e secondo la quale una stessa forza di spinta T<br />

può essere forn<strong>it</strong>a:<br />

- o agendo su di una grande massa d’acqua che subisce una piccola variazione di veloc<strong>it</strong>à<br />

- o agendo su di una piccola massa d’acqua facendole subire una forte variazione di veloc<strong>it</strong>à.<br />

Con la prima soluzione si ottengono eliche di grande diametro ed a bassa veloc<strong>it</strong>à come<br />

quelle dei rimorchiatori, con la seconda soluzione si ottengono le eliche veloci e di piccolo diametro<br />

come i motoscafi, i fuori bordo o per le navi bielica (a due eliche) come è il caso delle navi mil<strong>it</strong>ari<br />

o navi dove la veloc<strong>it</strong>à è una necessaria qual<strong>it</strong>à nautica.<br />

La teoria alare trae origine dallo studio della portanza, la forza che permette ad un aereo di<br />

volare mantenendosi in aria. La portanza P si origina quando una lastra posta in fluido si trova in<br />

moto relativo rispetto ad esso e viene inclinata rispetto al flusso della corrente: nascerà una forza P<br />

perpendicolare alla veloc<strong>it</strong>à dei filetti fluidi che compongono la corrente ed una forza R opposta<br />

alla veloc<strong>it</strong>à degli stessi filetti fluidi. La somma R + P rappresenta la forza F che agisce sulla<br />

lastra.<br />

La genesi della portanza P si può spiegare con il fatto che la presenza della lastra costringe i<br />

filetti fluidi ad addensarsi sulla faccia superiore e a diradarsi su quella inferiore; ciò provoca una<br />

depressione sul dorso che risucchia la lastra verso l’alto ed una pressione sul dorso inferiore che<br />

tende a spostarla nello stesso verso. La portanza è dunque generata dall’azione combinata di una<br />

pressione e di una depressione. Se al posto di una lastra si considera un profilo alare, ovvero una<br />

superficie spessa le cui facce sono curvate in maniera diversa, la portanza generata risulta essere<br />

superiore a quella della lastra. È questo che si fa con le ali degli aerei, da cui il termine profilo<br />

alare cioè sezione di un’ala.

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