Clicca per scaricare il giornalino della Fondazione - RadioFriends

Recommendations

Info

AIUTIAMOLI A VIVERE 18 proposte dai vari gruppi di volontariato, immediatamente si è instaurato un clima di amicizia, con uno scambio culturale, e un notevole interesse verso un popolo quasi sconosciuto e diverso per lingua e cultura. I bambini bielorussi, da parte loro, hanno cercato di ricambiare proponendo assaggi delle loro usanze e dei loro costumi. (….) Ed è con riconoscenza, pertanto, che mi rivolgo ai Presidenti e ai componenti dei Comitati, qui convenuti, per dirvi un grazie per ciò che fate, con l’auspicio che la nostra “Associazione” prosegua nel tempo e raggiunga sempre nuovi traguardi. (…) Auspico infine che l’impegno volontario, che ha caratterizzato il formarsi e l’affermarsi di codesto sodalizio, prosegua con sempre maggiore incisività per far sentire ancor più il suo peso in favore dei bambini. Un’ amica mi ha scritto una frase che diceva: Quando c’è posto nel cuore, ce n’è anche nella casa !! Grazie e… aiutateci ad aiutare Il Presidente del Comitato locale, Marco Sassudelli, a sua volta, aprendo il Convegno, aveva detto fra l’altro: Attuare l’accoglienza ha permesso di aprirsi, di crescere, di intraprendere un cammino gioioso incentrato sul passo di un altro che fa fatica, che soffre e che comunque ha un passo diverso dal nostro, di trovare una mediazione tra le nostre abitudini e libertà consolidate e i bisogni altrui. L’accoglienza per molte famiglie ha significato sperimentazione familiare, nell’accettare al proprio interno un piccolo intruso di cultura e abitudini differenti, con tempi e necessità diversi, ha significato mettere in discussione gli equilibri all’interno del nucleo, gestendo le piccole gelosie dei propri figli, che non si sentivano più al centro di tutto, o ritagliando nuovi spazi a quelli già occupati dal nonno o dai genitori anziani, ha significato prendere coscienza di quanto poco importanti siano mete e bisogni della nostra ricca esistenza a fronte delle battaglie quotidiane affrontate al di fuori del nostro mondo. Far parte del Comitato, che è attivo tutto l’anno, ha poi permesso alle famiglie di conoscersi fra loro, di consolidare amicizie o di instaurarne di nuove, crescendo assieme e dimostrandosi capaci di grande operatività e impegno. (…) L’appuntamento annuale con il convegno non vuole essere autocelebrazione delle cariche sociali, né magnificazione dei risultati ottenuti nel corso dell’anno, ma un momento di confronto dove tutti sono autorizzati a portare il loro contributo, un momento in cui tutti i Comitati, e ancor più tutte le famiglie diventano i primi protagonisti per: proporre nuovi obiettivi da raggiungere,suggerire e consigliare nuove forme per realizzare gli scopi sociali, offrire il proprio impegno diretto, presentare nuovi amici che vogliono aderire al nostro progetto, annunciare nuove collaborazioni e proposte di aiuto. Molto spesso nella nostra società “democratica”, e forse anche la nostra Associazione non ne è immune, i vertici decidono e i cittadini o i soci sono costretti ad adeguarsi. Le scelte di mediazione che vengono fatte possono risultare incomprensibili o qualcuno può percepire non considerate le proprie proposte. Il convegno vuole essere il momento di verifica di questi meccanismi e per questo ci auguriamo la massima partecipazione. Nel corso del Convegno sono intervenuti fra gli altri il prof. Mirco Elena sul tema “Tutto ebbe inizio con il disastro nucleare di Chernobyl” e i responsabili dei progetti gestiti dall’Associazione Trentina. Il Presidente ha concluso i lavori invitando a una partecipazione numerosa al Convegno Nazionale della Fondazione a Terni dal 7 al 9 dicembre. D.B.
Agli Riuniti di Bergamo una partnership solidale Nella pluriennale esperienza dei progetti sanitari della Fondazione si colloca anche la recente collaborazione con gli Ospedali Riuniti di Bergamo, che ha portato alla firma di un protocollo d’intesa tra i due enti, indirizzato all’aiuto, formazione e gestione di interventi sanitari rivolti a pazienti provenienti dalle nazioni in cui agisce la Fondazione, quali Bielorussia, Congo e Giappone. Gli Ospedali Riuniti, in collaborazione con la Regione Lombardia, si impegnano a mettere a disposizione l’intera area per la realizzazione del progetto. L’area individuata si trova in una posizione estremamente favorevole e si estende per circa 18.000 mq. La Fondazione metterà a disposizione la sua decennale esperienza nella realizzazione di strutture per l’infanzia, sia a livello di organizzazione e progettazione sia per quanto riguarda la realizzazione diretta dei lavori; essa potrà utilizzare le sue squadre di volontari per la realizzazione rapida delle finiture andando a tagliare significativamente i costi di realizzazione. Le squadre composte da volontari provenienti da tutta Italia (è molto forte la presenza di lavoratori bergamaschi) sono infatti rodate dai numerosi interventi che ogni anno realizzano in Bielorussia all’interno del progetto vacanze-lavoro. Il progetto: La casa del sole L’intervento della Fondazione presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo nasce nell’ottica di fornire al nuovo ospedale una serie di servizi complementari alla struttura principale. Sempre più spesso infatti l’accorciarsi dei ricoveri ospedalieri genera la necessità di strutture che ospitino il malato con la sua famiglia e lo accompagnino nel suo percorso di guarigione. In particolare gli Ospedali Riuniti di Bergamo, essendo una struttura di eccellenza a livello internazionale nel campo dei trapianti pediatrici, necessitano di un luogo dove le famiglie dei piccoli pazienti, spesso provenienti dall’estero, possano risiedere temporaneamente. È infatti palese come, all’interno di un percorso di guarigione, la presenza dei familiari sia basilare come supporto logistico ed emotivo, in particolar modo per i pazienti in età pediatrica. All’interno della struttura saranno poi presenti spazi appositi per ospitare medici e stagisti che trascorrono un periodo di residenza temporanea presso gli ospedali. La Fondazione propone quindi la realizzazione di una struttura con moduli abitativi minimi, che nell’ottica del massimo contenimento degli spazi e dei costi siano in grado di ospitare circa 15 pazienti e le loro famiglie per periodi di permanenza che si aggirano in medi attorno ai 3 mesi. La struttura è pensata in maniera modulare, organizzandosi intorno a un corridoio centrale che ospita una serie di funzioni di servizio alle unità abitative: spazi gioco interni ed esterni, aree lettura e scuola, internet point, piccola zona relax... All’interno della struttura troveranno poi posto le sedi delle diverse associazioni che operano nell’ospedale e che contribuiranno alla gestione della struttura. L’edificio, oltre a una serie di funzioni di completamento rispetto alla degenza (area ristorante, lavanderia...), presenterà poi uno spazio più ampio che potrà essere utilizzato sia come auditorium sia come sala polifunzionale in occasione di eventi interni all’ospedale. Il progetto: i servizi all’ospedale I servizi a favore della comunità di dipendenti previsti nel progetto sono principalmente due: l’asilo nido e la palestra. L’asilo nido consentirà alle neomadri di continuare a lavorare, potendo usufruire di un servizio a costi contenuti e immediatamente prossimo al posto di lavoro. L’asilo potrà essere dato in gestione a una cooperativa sociale fissando preventivamente i costi per gli impiegati degli Ospedali Riuniti. La palestra è un altro servizio utile sia ai lavoratori dell’ospedale sia agli abitanti delle zone limitrofe; potrebbe anch’essa prevedere una convenzione particolare per gli impiegati degli Ospedali. La struttura potrà funzionare in maniera ambivalente, sia come centro per il recupero fisico e per la ginnastica post-operatoria sia come normale centro fitness e wellness. Il progetto: le attività commerciali Altre attività che potrebbero essere in- serite nell’area sono invece di tipo commerciale; è infatti da considerare come la realizzazione del nuovo ospedale dovrà necessariamente generare una serie di servizi che sono attualmente mancanti anche nei quartieri limitrofi. All’interno dell’area potrebbero trovare posto esercizi commerciali come: un supermercato, un ristorante, un bar-tabaccheria, uno sportello bancario ed un ufficio postale. La presenza delle attività commerciali potrebbe favorire la realizzazione degli altri interventi attraverso un progetto di project financing, in cui un investitore privato si accolli i costi di realizzazione di tutte le strutture in cambio della gestione della parte commerciale (e del conseguente cash flow) per un numero di anni che consenta il ritorno dell’investimento iniziale. La Fondazione Aiutiamoli a Vivere ha già intrapreso contatti con il gruppo Cremonini s.p.a. che possiede tutte le capacità economiche e logistiche per affrontare un progetto di questo tipo ed è inoltre interessato ad approfondire i rapporti con l’Est europeo, dove opera principalmente la Fondazione e da dove provengono la maggior parte dei pazienti degli Ospedali Riuniti di Bergamo per i trapianti in età pediatrica. A questo proposito gli Ospedali Riuniti e la Fondazione stanno organizzando una missione congiunta in Russia allo scopo di consolidare e ampliare i rapporti già avviati. Pietro Giacomo Galli ERRATA CORRIGE Nel numero di settembre del Giornale, nell’articolo dedicato al “Monitoraggio istituti” (pagg. 8-10), sono state pubblicate per errore foto relative a lavori effettuati nel 2008 in Romania e non in Bielorussia. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori. La Redazione 19 AIUTIAMOLI A VIVERE
Page 1 and 2: Aiutiamoli a Vivere - Dicembre 2012
Page 3 and 4: Un convegno che rimarrà indelebile
Page 5 and 6: 20 ANNI: LA FONDAZIONE È GIOVANE E
Page 7 and 8: mergenza; sentirsi parte della Fond
Page 9 and 10: Siamo stati al convegno per la prim
Page 11 and 12: Altro motivo di soddisfazione è av
Page 13 and 14: I NUMERI DELL’ACCOGLIENZA Analizz
Page 15 and 16: Siamo diversi ma siamo uguali Il 5
Page 17: L’opera umana più bella è di es

Clicca per scaricare il giornalino della Fondazione - RadioFriends

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?