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antiche sacre rappresentazioni - San Marco in Lamis Web

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pastori, che ballava e sonava, avanti l’altare maggiore, fra quali mescolandosi anco il<br />

Padre, <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciò a ballare <strong>in</strong>sieme con loro. L’episodio è ricordato da tutte le<br />

biografie del santo perché anche <strong>in</strong> quella occasione egli entrato <strong>in</strong> estasi, si elevò <strong>in</strong><br />

volo sopra l’altare e stette più di un quarto d’ora librato nel vuoto. 47<br />

L’uso delle marionette era diffusissimo anche per realizzare le <strong>sacre</strong> <strong>rappresentazioni</strong>.<br />

“Durante il medioevo nelle chiese, nelle <strong>sacre</strong> <strong>rappresentazioni</strong> e nelle corti feudali<br />

non mancavano figure mosse da fili e da convegni, ma si trattava, per il poco che si<br />

sa, più di marionette, di fantocci cavallereschi.” 48 Le scene erano semplici e i testi<br />

erano popolari. “Il repertorio si estende dalle leggende bibliche (creazione, diluvio,<br />

Davide e Golia, Giona), dal Vangelo (natale, passione), dalle vite dei santi, dalle<br />

<strong>sacre</strong> <strong>rappresentazioni</strong> e dalle epopee cavalleresche, s<strong>in</strong>o alle leggende rom<strong>antiche</strong><br />

(Genoveffa di Brabante) alle fiabe fantastiche, alle battaglie (assedio di Temesvàr)<br />

alle commedie dell’arte. Questo svariato repertorio, presentato più o meno<br />

<strong>in</strong>genuamente, era spesso lardellato di sproloqui, di lazzi dialettali, di bastonature,<br />

processioni, cortei, duelli, danze e diavolerie (il diavolo e lo scheletro erano<br />

personaggi frequenti). Non di rado nel loro repertorio i popolari teatri di marionette<br />

contribuirono alla propaganda degli ideali nazionali e alle volgarizzazioni della<br />

cultura elementare.” 49 “Spettacoli di marionette venivano eseguiti <strong>in</strong> varie chiese di<br />

Spagna, di Francia e d’Inghilterra, ed erano i sacerdoti a manovrare le m<strong>in</strong>uscole<br />

figure. A Dieppe dal 1443 al 1647, tra le altre <strong>rappresentazioni</strong>, vennero eseguiti dei<br />

misteri della Natività nella chiesa di <strong>San</strong> Giacomo. Ma <strong>in</strong> seguito ad abusi, vari S<strong>in</strong>odi<br />

e Concili proibirono i giuochi delle marionette nell'<strong>in</strong>terno dei templi, che - ad<br />

imitazione di quanto era già avvenuto per le <strong>sacre</strong> <strong>rappresentazioni</strong>- dovettero ridursi<br />

negli atri delle chiese ed alle porterie dei conventi. La proibizione delle marionette<br />

sull’altare, avvenne <strong>in</strong> Inghilterra, sotto lo scisma dl Enrico VIII, mentre <strong>in</strong> Spagna, fu<br />

il S<strong>in</strong>odo di Orihuela -tenuto nel 1600- a lanciare la proibizione. Non soltanto nelle<br />

chiese, venivano eseguiti spettacoli di marionette, ma pure nelle pubbliche piazze ad<br />

opera di abili marionettisti. Le piccole figure, <strong>in</strong> questo caso, anziché azionate<br />

dall’alto erano mosse mediante un filo che passava loro attraverso il corpo, e<br />

provocava quei movimenti che sembrano quasi preludere le créches parlantes<br />

francesi, azionate dal disotto. Girolamo Cardani, medico e matematico, nato a Pavia<br />

nel 1501, chiama le marionette magatelli, e ci ha lasciato una vivace descrizione di<br />

tali spettacoli. Scrive dunque il nostro matematico: Io ho veduto due siciliani che<br />

operavano delle vere meraviglie per mezzo di due statuette di legno che recitavano<br />

fra di loro. Un unico filo le traversava da una parte all’altra. Esso era attaccato da<br />

una parte ad una statua di legno fissa, e dall'altra alla gamba che il giocatore faceva<br />

muovere. Questo filo era teso da ambo le parti. Non vi era sorta di danze che queste<br />

statuette non fossero capaci d’imitare, compiendo i gesti più sorprendenti dei piedi,<br />

delle gambe, delle braccia, della testa; tutte con movenze così variate, che io non<br />

posso, lo confesso, rendermi conto di un così <strong>in</strong>gegnoso meccanismo perché non vi<br />

erano molti fili ora tesi ed ora distesi: ve ne era uno solo <strong>in</strong> ciascuna statuetta, e<br />

questo filo era sempre teso. Io ho veduto molte altre figure di legno azionate da più<br />

fili alternativamente tesi e distesi, che non avevano nulla di meraviglioso. Aggiungerò<br />

che era uno spettacolo veramente piacevole, osservare come i gesti ed i passi di<br />

queste bambole andavano d’accordo con la musica. Qualcuno ha voluto vedere nel<br />

47 B. Tragni, cit., p. 119 e s.<br />

48 Voce Marionetta, <strong>in</strong> Enciclopedia Italiana di scienza, lettere ed arti, Vol. XXII, Roma,<br />

1951, p. 357.<br />

49 Idem, p. 357.

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