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Rischio sismico, paesaggio, architettura: l'Irpinia, contributi ... - Amra

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14 Donatella Mazzoleni<br />

tivi “contenuti” funzionali (gli usi degli edifici), attraverso il “corpo” della costruzione<br />

(i materiali e le tecniche). Il significato che si coglie nella percezione dell’identità<br />

ambientale è di tipo complesso: è infatti contemporaneamente denotativo<br />

(indice cioè di alcuni usi e di alcune tecniche) e connotativo (metafora e simbolo<br />

di valori culturali condivisi). È dunque qualcosa che ha a che fare con il “senso”<br />

da noi esperito nel nostro stare nello spazio del mondo.<br />

L’identità ambientale è dunque un quantum di valore aggiunto, che si crea in<br />

presenza di una percezione socialmente condivisa di un’oggettiva e specifica<br />

coerenza tra funzioni, forme e tecniche dell’<strong>architettura</strong> di un insediamento umano<br />

in un particolare contesto 3 . L’identità ambientale ha radici che risalgono all’origine<br />

del tempo storico: eredita infatti le tracce dei miti di fondazione degli insediamenti<br />

umani, e le tramanda attraverso la toponomastica, e l’iconografia dei luoghi.<br />

Come risultato di un processo articolato e complesso di interferenze di fattori naturali<br />

e artificiali, e di irripetibili stratificazioni createsi via via nel tempo, l’identità<br />

ambientale è ciò che permette l’identificazione affettiva e dunque il radicamento<br />

stanziale profondo degli abitanti nei territori: processi originari, necessari a determinare<br />

l’innesco di ogni futuro sviluppo di cura dell’ambiente, e di propulsione<br />

alla crescita economica, sociale e culturale. L’identità ambientale costituisce dunque<br />

(come riconosciuto anche formalmente dall’UNESCO) uno dei valori principali<br />

del patrimonio dell’umanità.<br />

L’identità ambientale nella problematica del rischio<br />

La formulazione attuale delle problematiche del rischio definisce il rischio come<br />

“probabilità di perdita di valore di un oggetto esposto agli effetti di un evento pericoloso”e<br />

lo rappresenta come generato dal prodotto di tre fattori – la pericolosità,<br />

la vunerabilità, e il valore esposto al pericolo: questa relazione viene scritta nella<br />

3 I riferimenti scientifici che sostengono una definizione di questo tipo si ritrovano nel ventaglio di studi riconducibili<br />

al grande tema del significato delle arti: le ascendenze sono costituite dalle intuizioni estetiche di Erwin<br />

Panofsky, che definiscono come “iconologia” il campo degli studi sul significato non immediato ma profondo<br />

delle immagini e da quelle poetico-epistemologiche di Gaston Bachelard e Gilbert Durand, che sviluppando la<br />

grande lezione junghiana costruiscono una vera e propria archetipologia dell’immaginario; dalle riflessioni storico-critiche<br />

di Christian Norberg-Schulz sulle “intenzioni” dell’<strong>architettura</strong> e sui rapporti tra spazio architettonico<br />

e spazio vissuto e dall’analisi dei miti e dei riti di fondazione delle città nel mondo antico di Joseph Rykwert.<br />

L’impostazione teorica che costituisce la base di questi studi è comunque il prodotto della ricerca di base da noi<br />

stessi condotta negli ultimi venti anni. Cfr: Panofsky E. (1939) Studies in Iconology; Bachelard G. (1963) La poétique<br />

de l’espace; Durand G. (1963) Les structures anthropologiques de l’imaginaire; Durand G. (1964)<br />

L’imagination symbolique; Norberg-Schulz C. (1963) Intentions in Architecture; Norberg-Schulz C. (1971)<br />

Existence Space and Architecture; Norberg-Schulz C. (1986) Genius Loci; Rykwert J. (1981) L’idea di città;<br />

Mazzoleni D. (1974) Spazio e comportamento; Mazzoleni D. (1983) Metapolis. Strutture e storia di una grande<br />

città, con P. Belfiore; Mazzoleni D. (1985) La città e l’immaginario; Mazzoleni D. (1989) Tessiture. Architetture<br />

dello spazio interno; Mazzoleni D. (1989) Spazi della vita collettiva; Mazzoleni D. (1995) Tra Castel dell’Ovo e<br />

Sant’Elmo. Napoli: il percorso delle origini; Mazzoleni D. (1998) Nature Architecture Diversity/Natura<br />

Architettura Diversità; Mazzoleni S., Mazzoleni D. (1990) L’Orto Botanico di Portici; Mazzoleni D., Anzani G.<br />

(1993) Cilento antico. I luoghi e l’immaginario.

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