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Rischio sismico, paesaggio, architettura: l'Irpinia, contributi ... - Amra

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Ambiente, economia, società: l’esposizione al rischio<br />

diatamente impennare verso l’alto il PIL in seguito al calcolo della ricchezza prodotta<br />

dall’opera di ricostruzione, non si può trascurare che questa ricchezza è ottenuta al<br />

prezzo dell’ impoverimento derivante dalla quantità di vittime prodotte dal terremoto<br />

e dalla perdita di valore dell’ambiente (naturale e costruito). Per restare nell’esempio,<br />

il terremoto che nel 1989 ha colpito l’Umbria ha provocato una immediata<br />

opera di costruzione, ma il patrimonio storico, artistico culturale di Assisi, Foligno,<br />

Colfiorito ne è risultato impoverito e spesso irreversibilmente impoverito. A queste<br />

perdite di valore è poi da aggiungere anche la perdita di identità di centri sradicati dai<br />

loro luoghi tradizionali. Insomma il rattoppo 2 di queste situazioni non arricchisce, ma<br />

impoverisce. E questa consapevolezza consente anche di riconoscere la convenienza<br />

economica di interventi preventivi piuttosto che riparativi. Come l’adeguamento<br />

anti<strong>sismico</strong> che pure mette in moto un processo di sviluppo dell’edilizia, ad esempio,<br />

e produce ricchezza. Una ricchezza però stabile e non fittizia che non si esaurisce<br />

nella crescita quantitativa, ma si accompagna allo sviluppo qualitativo.<br />

È chiaro che sposare un principio di questo tipo significa anche essere pronti a<br />

dare un peso a valori “intangibili” come la bellezza di un <strong>paesaggio</strong>, o l’estinzione<br />

di una specie che, apparentemente, non hanno un valore di mercato.<br />

Dunque non è facile dare risposte e immaginare immediate soluzioni. Una<br />

soluzione intermedia sembra quella dei cosiddetti “conti satellite” da tenere a fianco<br />

della contabilità nazionale tradizionale.<br />

Da qualche tempo l’Europa Comunitaria sembra avere intrapreso questa strada<br />

3 con le risoluzioni del Parlamento europeo dell’11 ottobre 1995, e del Consiglio<br />

il 12 dicembre 1997. È stato a questo proposito approntato un Manuale degli Indici<br />

della Pressione Ambientale avente per oggetto un Sistema europeo di Indici<br />

Ambientali della Pressione (ESEPI), con l’obiettivo di dare una elencazione esauriente<br />

di attività umane ecologicamente nocive (“pressioni”).<br />

Il passaggio successivo deve essere quello della monetarizzazione del danno<br />

all’ambiente tramite due calcoli di non facile quantificazione che consistono nella<br />

valutazione del costo del danno e del costo della prevenzione.<br />

In un Paese come l’Italia fortemente esposto e in una regione tra le più vulnerabili<br />

come la Campania, queste considerazioni acquistano particolare valore.<br />

In particolare per la Campania, dove l’ampia “varietà” di rischi naturali (<strong>sismico</strong>,<br />

vulcanico, idrogeologico) e umani (inquinamento in tutte le sue componenti,<br />

produzione di rifiuti…) si manifesta soprattutto nelle aree a maggiore densità di<br />

popolazione. In una regione, quindi, nella quale Vu e Va determinano livelli molto<br />

elevati di R indipendentemente dal valore di H. Quindi in una regione nella quale<br />

i problemi della prevenzione e della mitigazione sono di eccezionale importanza e<br />

propongono impegnativi propositi di intervento.<br />

2 Cfr. Leone U. (1990) La politica del rattoppo, CUEN, Napoli.<br />

3 Si veda Comunicazione dalla Commissione al Consiglio ed al Parlamento europeo sulle “Direzioni per l’UE<br />

sugli Indicatori Ambientali e sulla Contabilità Nazionale Verde” COM (94) 670 def., 21.12.94.<br />

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