Rosa d'Irlanda

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concorso. Non riusciva a crederci. Non importava se non si fosse classificata tra i primi posti, se non avesse vinto la borsa di studio che era in palio per i primi tre classificati. Aveva comunque diritto alla pubblicazione del suo libro. Ed era ciò che più contava. Che enorme soddisfazione veder pubblicato il suo primo esperimento narrativo! --------------------------------------------------------------------------- --- Lisa fu invitata nel palco a leggere un passo del suo romanzo. La sua Sicilia. Era di quella terra tanto amata e tanto odiata che aveva scritto, di una ragazza siciliana che aveva affrontato la vita con dignità, inseguendo i suoi ideali, anche dopo la morte del padre. Di una ragazza che aveva vinto. Era un po' la sua storia. Si aggiudicò il quarto posto e gli applausi degli intervenuti alla manifestazione. Ma soprattutto i complimenti di Dacia Maraini, da sempre considerata il suo modello. Riuscì a farsi notare dal direttore di un'importante testata romana. Era tra il pubblico e si trovava a Milano per un puro e semplice scherzo del destino. Sapeva intuire un talento e, ascoltando Lisa leggere un passaggio del suo libro, capì che stava per aggiungere all'équipe della sua testata una grande penna. Appena scese dal palco, la chiamò in disparte, volle conoscerla meglio. Alla fine della conversazione il direttore le propose ciò che Lisa aveva sognato per una vita intera: entrare a far parte di una grande testata. Era un sogno che si realizzava. Bastò che il direttore scendesse nei particolari per farla piombare nella cruda realtà. Ciò che le veniva proposto era di andare all'estero, a Londra precisamente. Avrebbe dovuto scrivere un diario di viaggio, ciò a cui era ormai abituata, e poi svolgere una sorta di inchiesta, per inserirla nella rubrica Notizie dal mondo. Il tutto a proprie spese. Era una possibilità che le veniva offerta. Avrebbe dovuto partire tra due settimane. Se avesse fatto un buon lavoro, avrebbe avuto il rimborso completo delle spese e sarebbe stata assunta subito. In caso contrario avrebbe continuato a fare esperienza, aspettando un'altra occasione. Lisa parlò chiaramente con Franco Ritondi, il direttore che le proponeva di dare una svolta alla propria vita. Disse chiaramente che non poteva, per questioni economiche, affrontare quel viaggio. E in due settimane, per quanto lavorasse, non avrebbe mai potuto mettere insieme tutto quel denaro. Lui rimase in silenzio, l'espressione infastidita per quella risposta. Come poteva una ragazza, a 22 anni, rifiutare una proposta del genere? Aveva la chiave del suo futuro offerta in un piatto d'argento e stava per rifiutarla. "Tutto quel denaro? Dovrà star via una settimana, mica un anno! Basteranno due milioni circa per il biglietto e un posto dove mangiare e dormire. Ha appena concluso il suo corso di studi, ha vinto un concorso letterario e le viene data una possibilità del genere. È davvero una pazza se rifiuta la proposta. Oggi è stata baciata dalla fortuna ma forse è troppo giovane per rendersene conto. Ci pensi bene, signorina. Ha due settimane di tempo per
ipensarci. Sa dove trovarmi". Se ne andò così, lasciandole tra le mani il suo biglietto da visita con il suo recapito telefonico. ---------------------------------------------------------------------------- -- Lisa pensò e ripensò a quella proposta. La sua vita poteva cambiare da un giorno all'altro ma non aveva i mezzi per farlo. Aveva concluso gli studi, vinto il concorso ma non era stato abbastanza per aggiudicarsi quel lavoro. Doveva, ancora una volta, dimostrare quanto valesse. Doveva affrontare un' altra sfida: Londra. Dove avrebbe trovato quei soldi? Non sarebbe bastato stirare tutta la biancheria dei vicini per guadagnare quella cifra. Decise di chiedere quella somma alle ragazze con le quali viveva ma anche loro andavano avanti a stento. Non avevano quella disponibilità immediata. Sua madre? Figurati, ormai vivevano della pensione di suo padre e poi non l' avrebbe mai aiutata. Suo padre avrebbe fatto carte false per aiutarla, aveva enorme fiducia in sua figlia. Avrebbe perfino chiesto un prestito ad un amico per accontentarla. Ma lui non c'era più, doveva cavarsela da sola. Ma come? I giorni trascorrevano, Lisa era stanca. Risentiva improvvisamente tutta la stanchezza, lo sfinimento dei mesi passati. Ricordava ancora quando era arrivata a Milano piena di buoni propositi e quanto aveva dovuto lottare per ottenere quel pezzo di carta che ora possedeva. Aveva ottenuto il diploma. Ma quello era solo il primo passo. Adesso avrebbe dovuto cominciare a mandare curriculum da tutte le parti nella speranza che qualche giornale la chiamasse. Doveva ricominciare! Era stanca! Erano passati due anni davvero estenuanti. Da qualche tempo, poi, aveva cominciato a fare strani sogni, sognava di guidare la macchina dentro una galleria e improvvisamente perdere il controllo dell'auto. Si svegliava terrorizzata. Ogni notte lo stesso terribile sogno. Non si sentiva più al sicuro, non era più forte, non era più la stessa Lisa che sorprese tutti al funerale del padre per la sua forza d'animo, non era più quella che non dormiva la notte per scrivere il suo libro che, a causa di motivi tecnici, non era stato ancora pubblicato. Dov' era finita quella Lisa? Aveva bisogno di essere scrollata, di reagire. Ogni notte la stessa tensione, la stessa paura, la stessa auto che non riusciva a controllare, la sua vita spegnersi in un attimo. Ma una notte il sogno continuò; dopo il solito schianto dell'auto nella parete della galleria, una luce uscì dalla macchina, era lei che andava in fondo alla galleria, rivide suo padre. Era morta? Si presero per mano, lui la condusse in un fabbricato vecchio e pericolante in aperta campagna, circondato da vitigni tipici siciliani, sentì il profumo dell'uva matura. Il sogno era sfocato, Lisa si sentiva a cavallo tra il delirio e la realtà. Ecco dal nulla un'inquietante scala di pietre e tufi, alla fine della quale un baule. Suo padre le indicava proprio quella vecchia cassapanca. La invitava ad aprirla ma Lisa ne ebbe paura. Rivide sua madre, sua sorella Sandra. Erano tutti insieme ma c'era una strana atmosfera. Si svegliò bruscamente un
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