Rosa d'Irlanda

Lisa stava aiutando la mamma, come ogni giorno dopo la scuola, a rigovernare
la cucina quando dalla finestra vide altre cucine, con donne che lavavano
o
asciugavano i piatti.
Ogni giorno la colazione, il pranzo, ogni giorno lavare i piatti e
riassettare la casa; ore che tornavano indefinitamente e che non conducevano
a nulla. Per un attimo, nella sua mente si fermò un'immagine deprimente,
sconfortante. Una fila di quadratini grigi che si estendevano a vista d'
occhio, rimpicciolendo secondo le leggi della prospettiva, ma tutti
identici, piatti; erano i giorni, i mesi, gli anni. Da quando era nata,
ogni
sera si era addormentata un pò più ricca della sera prima, giorno dopo
giorno saliva un gradino, ma se in cima non avesse trovato nient'altro che
un triste e modesto futuro senz'alcuna meta verso cui puntare, a che sarebbe
servito?
"No!" disse quasi gridando, come se si fosse svegliata da un incubo
angosciante.
"Che ti è preso?" le domando sua madre guardandola esterrefatta.
"Niente, niente."rispose lei.
Andò in camera, pensierosa. Aveva paura, paura di non riuscire a realizzare
i suoi sogni nella vita e la città nella quale viveva cominciava a starle
stretta. Aveva solo diciassette anni, eppure aveva le idee chiare sul suo
futuro: voleva scrivere! Nient'altro importava, solo gridare il proprio
stato d'animo attraverso le parole sui suoi diari, un giorno magari sui
giornali, e poi chissà, sui libri.
Ricordò le parole che il padre le scrisse nel biglietto di auguri, per il
suo compleanno e che le diede insieme al maglione di lana dai motivi
floreali. "Non dimenticare mai tutto ciò che ti ho insegnato durante questi
anni. E soprattutto non rinunciare mai ai tuoi sogni. Hai cervello, audacia,
coraggio. Non mi deludere! Auguri mia piccola grande bambina!"
Suo padre aveva fiducia in lei e forse quella era una lama a doppio taglio.
Rappresentava sicuramente un grande stimolo ma anche tanta responsabilità.
Cosa gli avrebbe raccontato, se non fosse riuscita a realizzarsi come
voleva?
Tentò di riprendere quel grazioso biglietto di auguri ma stranamente non
lo
trovò. Eppure era nel cofanetto dei gioielli!
Intanto suonavano alla porta. Lisa andò ad aprire. Il dottor Alagna?
Cercava suo padre.
"No, mio padre è uscito in anticipo, aveva un appuntamento con un amico".
"Chi è?" sopraggiunse la madre mentre si asciugava le mani nel grembiule.
"Oh, buongiorno, mio marito non c'è, può dire a me?" Se ne andarono in
cucina e Lisa fu spedita in cameretta a studiare.
"Signora, sarebbe inutile sottoporre suo marito ad un'operazione. Ormai
la
malattia si è estesa. Mi sono permesso di venire a casa per convincere suo
marito, che è un mio grandissimo amico, oltre che un paziente, a cominciare
questa dannata cura. Servirebbe comunque ad allungargli la vita. Lui è a
conoscenza di tutto quanto, troppo intelligente per non capire, ma non vuole
saperne di sottoporsi a delle terapie. Lo convinca lei, per favore! Una
malattia come il cancro ai polmoni non va sottovalutata!".