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attimo dopo e sentì che doveva tornare in Sicilia.<br />
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Aveva le ultime centinaia di mila lire e decise di impiegarle prendendo<br />
il<br />
primo volo per Palermo. Da lì avrebbe preso l'autobus e sarebbe tornata<br />
nel<br />
suo paese. Aveva bisogno di tornare per qualche giorno alle vecchie radici,<br />
di rivedere la sua famiglia. Magari avrebbe chiesto i due milioni a qualche<br />
parente; chissà, glieli avrebbero dati e inventato altre malignità sul suo<br />
conto. Sorrise all'idea. L'importante era ritornare in Sicilia.<br />
L'accoglienza non fu certo quella che si aspettava. Solo sua sorella la<br />
andò<br />
a riabbracciare appena la vide sull'uscio di casa. Sua madre la salutò<br />
freddamente. I vicini rientrarono in casa e chiusero la porta. Che aveva<br />
fatto per meritarsi questo? Sua sorella si era fidanzata. Uno di buona<br />
famiglia mormoravano in paese. Era contenta per lei. Era innamorata. E anche<br />
lui lo era. Sarebbero stati felici, lo sentiva. Cenarono e subito dopo Lisa<br />
andò a dormire nella sua camera. Tutto come aveva lasciato. Era così stanca<br />
per il viaggio che non vedeva l'ora di sprofondare nel letto. Si tolse il<br />
giubbotto e dalle tasche scivolò il biglietto da visita di Franco Ritondi.<br />
Già, Londra! Il suo sogno. Sapeva che, se ne avesse avuto la possibilità,<br />
avrebbe fatto un ottimo lavoro. Ma non ce l'aveva. Abbandonò l'idea di<br />
chiedere un prestito ai parenti, né tantomeno ai vicini. Quanto aveva<br />
lottato e adesso, a un passo dalla felicità, avrebbe dovuto rinunciare.<br />
Le<br />
due settimane di tempo erano quasi passate e Lisa non aveva richiamato il<br />
direttore. Si addormentò piangendo, sentiva di aver perso. Avrebbe dovuto<br />
ricominciare.<br />
Per quei dannati due milioni! Non erano una gran cifra ma abbastanza per<br />
farle perdere quella grandiosa opportunità.<br />
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Erano appena le nove quando Lisa si svegliò e decise di fare una lunga<br />
passeggiata per la campagna. Cercò un cappello per proteggersi dal sole,<br />
sapeva che nel comò della mamma ne avrebbe trovati una gran quantità. Aprì<br />
uno dei cassetti e oltre al cappello che indossò immediatamente, trovò anche<br />
delle chiavi che non ricordava di aver mai visto. Decise di prenderle e<br />
chiedere a sua madre a chi appartenessero. Ma la madre era già uscita di<br />
casa.<br />
Camminò per tutta la mattinata e si inebriò dei dolci profumi campagnoli.<br />
Intravide poi una casa disabitata. Che strano, non ricordava di averla mai<br />
vista. Eppure da piccola, in sella alla bicicletta, aveva esplorato quei<br />
giardini, quelle costruzioni. Con la curiosità che da sempre l'animava<br />
decise di entrare. Quel vecchio fabbricato era sfuggito alla sua attenzione.<br />
La stanza era attraversata da un solo fascio di luce che tagliava la stanza<br />
partendo da una finestrina accanto un armadio.<br />
Sentì il cuore in gola. Il baule era lì, padrone di tanta vecchiezza.<br />
Quello stesso baule che aveva sognato due notti precedenti a Milano. Aprirlo<br />
fu facile. Era il più vecchio baule che avesse mai visto. Da un lato, sotto<br />
delle tovaglie c'era dell'argenteria e dei ninnoli senza valore, dall'altro