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Rosa d'Irlanda

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il<br />

suo peccato. Suo marito, miracolosamente, riuscì a convincerla. E adesso<br />

erano lì, a Venezia, nella casa della futura sposa.<br />

Lisa era elettrizzata. Appena arrivata, conobbe i suoi zii e la cugina<br />

Milena. La zia Sofia l'accompagnò in quella che, per quei tre giorni,<br />

sarebbe stata la sua camera. Un letto, un comodino col piano di marmo, una<br />

sedia. Un piccolo armadio a due ante, delle mensole. E soprattutto una<br />

finestra, dalla quale poteva affacciarsi e godere dello splendido panorama.<br />

Venezia era un posto unico, "una città capovolta, che si fa beffe dei<br />

presupposti tradizionali dell'urbanistica, le strade sono invase dall'<br />

acqua.". Così scriveva nel suo diario.<br />

Si tolse i jeans, buttandoli con disinvoltura in un angolo. Accese la<br />

radiolina portatile e si avvicinò alla finestra, aprì la tenda e accostò<br />

il<br />

suo tiepido viso al vetro gelido, desiderosa di esplorare quella nuova<br />

città. Un dedalo di vicoli e marciapiedi, collegato da un puzzle di ponti.<br />

I<br />

soli rumori della città erano i passi e le chiacchiere dei pedoni, il ronzio<br />

dei traghetti, le grida dei gondolieri.<br />

"Lisa!". La voce tagliente di sua madre risuonò fuori dalla porta mentre<br />

la<br />

ragazza continuava a rimanere ferma, in piedi, di fronte la finestra. Pochi<br />

secondi dopo, eccola spalancare la porta.<br />

"Si può sapere perché stai lì in quel modo? Sbrigati! Datti una ripulita<br />

e<br />

indossa qualcosa di decente!"<br />

"Oh, mamma...". Sorrise, alzando le spalle, ma la madre continuò a<br />

rimproverarla.<br />

"Non sai che abbiamo ancora tanto da fare? Possibile che non pensi mai a<br />

renderti utile, Lisa?"<br />

Nonostante i rimproveri della madre, Lisa rimase inerte, immobile,<br />

indifferente. Non si era mai adattata ad ubbidire a regole e divieti imposti<br />

dagli altri. Stavolta, però, sua madre aveva ragione. Era tardi. Quella<br />

sera<br />

avrebbe cenato con la cugina. L'indomani avrebbero festeggiato il matrimonio<br />

e il giorno dopo ancora sarebbero tornati in Sicilia. Che tristezza, voleva<br />

conoscere meglio quella città, voleva assaporarne i panorami, gli odori<br />

e i<br />

profumi. Erano troppo pochi tre giorni. Dal corridoio ecco nuovamente i<br />

passi della madre, pronta a un'ulteriore sfuriata. Decise di mettersi in<br />

ordine e indossare il nuovo maglione che le aveva regalato il padre per<br />

il<br />

suo diciassettesimo compleanno. Era semplice, di lana bianca, caratterizzato<br />

da motivi floreali, anch'essi di colore bianco. Aveva buon gusto suo padre.<br />

Lisa prese tra le mani il maglione e, prima di indossarlo, con aria<br />

compiaciuta, se lo strinse a sé. "È proprio bello! Grazie mille, paparino!"<br />

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In casa regnava un'atmosfera irrequieta. Dopotutto era comprensibile, tra

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