LA CITTADINANZA COME FORMA DI TOLLERANZA - Exclusion.net
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Un servizio di salute mentale di alta qualità è un sistema di spazi fisici e di risorse<br />
umane capace di interagire con il livello di base della assistenza sanitaria, con altri<br />
settori del sistema sanitario, con altre agenzie sociali e con la comunità circostante. Il<br />
servizio deve essere costantemente attraversato e abitato dagli utenti e dai<br />
professionisti di salute mentale. Il servizio non deve essere erogatore di un’offerta<br />
chiusa, cioè definita una volta per tutte. Non si tratta di un ristorante che ha i suoi<br />
piatti fissi ed i clienti devono adattarsi all’offerta, questa logica funziona nei ristoranti<br />
perché i clienti possono scegliere tra vari ristoranti, fino a quando non trovano il cibo<br />
che più li soddisfa. Il servizio di salute mentale serve una popolazione che vive in un<br />
area definita del territorio e gli utenti hanno il diritto a trovare ciò di cui loro hanno<br />
bisogno e non ciò che il padrone del ristorante ha deciso. Vi sono servizi di salute<br />
mentale che offrono terapia farmacologica e nient’altro, altri che offrono psicoterapia<br />
familiare perché ciò piace al padrone, ecc. ma così non può essere.<br />
Gli utenti hanno il diritto di trovare chi li ascolta, sostegno psicologico,<br />
programmi riabilitativi, terapie farmacologiche adeguate, opportunità di<br />
socializzazione, possibilità di essere ricoverati per periodi brevi in ambienti adeguati<br />
(ed i manicomi non sono ambienti adeguati a nulla), ecc. perché questi sono gli<br />
strumenti che hanno mostrato di essere efficaci per aiutare quelli che soffrono di<br />
malattia mentale. Punto.<br />
Non c’è molto da discutere.<br />
Gli utenti hanno diritto ad utilizzare il servizio quando ne hanno bisogno e non<br />
quando il servizio sta funzionando (forse un’ora al giorno). Il servizio di salute<br />
mentale è comunitario non perché situato (cioè ha un indirizzo postale) in un certo<br />
posto di una città o di una zona rurale, l’essere comunitario implica una strategia di<br />
azioni ed interazioni con la comunità. Tutto ciò che noi qui stiamo sostenendo non è<br />
qualcosa di strano, rivoluzionario, impossibile. Non è strano perché è descritto nella<br />
letteratura scientifica internazionale; non è rivoluzionario perché è stato realizzato in<br />
molti paesi, o regioni o province del mondo in cui non vi è nessun tipo di rivoluzione,<br />
ma più semplicemente una politica di salute mentale ed un’organizzazione dei servizi<br />
di buona qualità; non è impossibile perché esiste tanto nei paesi industrializzati<br />
quanto nei paesi con risorse molto minori. Non è qualcosa che appartiene al Nord del<br />
mondo né al Sud perché esiste tanto al Nord come al Sud.<br />
Ci sono esempi straordinari in Europa (Italia, Spagna, Inghilterra) così come nei<br />
paesi asiatici (in India per esempio) e anche in America.<br />
Una critica a questo modello di servizio si basa talvolta sull’argomento della<br />
mancanza di risorse.<br />
È sicuramente un’argomentazione seria che deve essere tenuta in considerazione,<br />
ma allo stesso tempo dissimula la mancanza di capacità di cambiamento ed<br />
innovazione degli operatori sanitari.<br />
È necessario riflettere attentamente sulla nozione di «risorsa» in salute mentale.<br />
Voi tutti ricorderete il racconto di Robinson Crusoe che, dopo il naufragio, si ritrova<br />
solo in un’isola deserta. Robinson è disperato perché non vede via d’uscita alla sua<br />
situazione: non c’è da mangiare, né acqua da bere. Non vi è nulla di nulla.<br />
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