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LA CITTADINANZA COME FORMA DI TOLLERANZA - Exclusion.net

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La sua unica possibilità di sopravvivenza si trova nel relitto della sua<br />

imbarcazione semisommersa: con molto lavoro può trarre in salvo alcune gallette,<br />

vino, alimenti vari e molte altre cose che potranno servirgli nella sua vita solitaria di<br />

naufrago. Con il trascorrere del tempo tuttavia, queste risorse si esauriscono e<br />

Robinson inizia a vedere con altri occhi l’ambiente che lo circonda. Inizia ad<br />

esplorare sistematicamente l’isola e trova un fiume, alcune piante, legumi, animali<br />

…. E poco a poco l’isola deserta si trasforma in un luogo di vita possibile, piena di<br />

risorse … c’è di tutto …. Persino un altro essere umano.<br />

Il fiume, le piante, gli animali e l’uomo che risiedono in quest’isola sono lì da<br />

sempre. Semplicemente Robinson non li aveva visti, ciò che si modifica non è l’isola<br />

ma lo sguardo di Robinson.<br />

Non ci sono risorse nelle nostre isole deserte dei servizi pubblici. È vero, è però<br />

vero anche che il nostro sguardo è molto stereotipato, limitato cosicché consideriamo<br />

risorsa solo ciò che ci vien dato. Tuttavia è una risorsa anche ciò che esiste e che non<br />

sappiamo vedere.<br />

La comunità in sé è una risorsa, gli organismi pubblici (gli altri servizi sanitari, le<br />

scuole, gli enti assistenziali) e quelli privati (le parrocchie, i partiti politici, i<br />

sindacati, le associazioni sportive, ecc.) sono tutte risorse. Gli utenti e le loro famiglie<br />

sono anch’essi risorse.<br />

Bisogna finirla con l’idea che gli utenti di un servizio siano semplicemente un<br />

costo: sono nello stesso tempo un costo ed un investimento. In realtà la miseria dei<br />

servizi dipende soprattutto dalla loro stessa miseria concettuale e organizzativa; è<br />

l’isolamento della psichiatria che isola gli utenti della psichiatria così come è la sua<br />

miseria intrinseca che fa miserabili i suoi luoghi d’azione.<br />

Per provare ciò che sto affermando è sufficiente comparare i servizi di cardiologia<br />

o di qualsiasi altra specializzazione medica nei paesi ricchi con gli equivalenti servizi<br />

in paesi poveri: la differenza è evidente e dipende dalle maggiori o minori risorse<br />

disponibili.<br />

Se si paragonano i manicomi dei paesi con notevoli differenze di sviluppo<br />

economico si conferma il fatto che la miseria è trasversale, è cioè una variabile molto<br />

poco dipendente dalla ricchezza del paese e molto più dipendente dall’approccio alla<br />

malattia mentale.<br />

Vi sono servizi psichiatrici miserabili in paesi ricchi e servizi eccellenti in paesi<br />

poveri. Ai professionisti di salute mentale che vivono nel Sud del mondo e che<br />

chiedono «dove» potrebbero, con una borsa di studio, andare ad imparare la «buona<br />

psichiatria» non è necessario rispondere proponendo una lista di città nordamericane,<br />

inglesi, tedesche, ecc. Si può invece risponder loro: «Visitate i servizi di salute<br />

mentale della Provincia di Rio Negro in Patagonia, imparate la riabilitazione<br />

psicosociale nei centri di salute mentale di Santos o in alcuni CAPS di San Paolo,<br />

oppure a Madras, in India, o nei centri di salute di base dell’Iran. In questi luoghi<br />

potrete trovare una ricchezza dei servizi di salute mentale realmente straordinaria che<br />

mostra come la psichiatria povera del Sud può a volte insegnare molto alla povera<br />

psichiatria del Nord.»<br />

Ho iniziato parlando di utopie e concludo parlando di organizzazione di servizi.<br />

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