15.06.2013 Views

LA CITTADINANZA COME FORMA DI TOLLERANZA - Exclusion.net

LA CITTADINANZA COME FORMA DI TOLLERANZA - Exclusion.net

LA CITTADINANZA COME FORMA DI TOLLERANZA - Exclusion.net

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

stessa. L’inclusione, contrapposta all’esclusione, non è l’apprendimento da parte dei<br />

poveri delle regole dei ricchi, bensì è il cambiamento delle regole del gioco.<br />

Non vogliamo città senza i diversi bensì i diversi nelle città.<br />

L’utopia che vogliamo è quella delle comunità umane dove le diversità hanno<br />

diritti di cittadinanza ma non come identità separate.<br />

Lo psichiatra italiano Franco Rotelli scrive che non esiste un centro di salute<br />

mentale più bello del bazar arabo. Mi pare un’immagine molto bella e molto<br />

intelligente. La piazza del mercato di Firenze del Rinascimento, il mercato di<br />

Chichicastenago in Guatemala, il porto di Marsiglia, la spiaggia di Rio de Janeiro<br />

sono centri di salute mentale in quanto luoghi di incontro, di scambio, di «negozio»<br />

in cui le identità non esistono però sì esistono le diversità, cioè i soggetti ed il senso<br />

che essi producono.<br />

Voi sapete che la parola «negozio» viene dal latino e significa negazione<br />

dell’ozio. Ozio come solitudine, come isolamento, come esclusione all’interno di<br />

identità piccole, povere, ridotte. Negozio come processo di scambio tra persone,<br />

affettivo e materiale.<br />

Molti anni fa visitai un laboratorio riabilitativo per pazienti in un ospedale<br />

psichiatrico. I pazienti producevano oggetti di terracotta e li mandavano in un<br />

negozio della città. La città in cui si trovava questo ospedale psichiatrico era<br />

costantemente visitata da turisti che compravano gli oggetti di terracotta, artigianato<br />

tipico locale molto conosciuto.<br />

Domandai ad uno dei pazienti come andavano gli affari : «Si vendono molti dei<br />

suoi oggetti di terracotta?» La risposta fu semplice e chiara: «Nemmeno uno».<br />

«E perché?», chiesi «perché i turisti non sono scemi e comprano artigianato di<br />

buona qualità ed i nostri oggetti sono di cattiva qualità».<br />

Due anni dopo sono ritornato e mi spiegarono che ora i pazienti non<br />

lavoravano più all’interno dell’ospedale perché avevano un negozio nel centro della<br />

città. Andai a visitarlo con molto entusiasmo. E nuovamente feci la stessa domanda:<br />

se vendessero molto o poco. Lo stesso signore di due anni prima mi rispose «Non<br />

vendiamo niente. I turisti guardano e proseguono verso altri negozi che vendono<br />

artigianato di qualità migliore della nostra». Mi mostrai dispiaciuto, il signore se ne<br />

rese conto e mi disse: «Adesso sì che siamo contenti, ora è molto diverso di prima».<br />

Non notavo molta differenza. Il signore mi disse con voce chiara ed allegra: «Guarda,<br />

due anni fa ero uno psicotico che faceva brutta terracotta. Oggi sono il padrone di un<br />

negozio di artigianato di questa città, ancora psicotico ed il business (così disse) va<br />

molto male, come per molti altri in questo paese. Siamo commercianti in difficoltà.»<br />

Questo signore aveva molto chiara la differenza tra l’essere uno psicotico escluso<br />

o l’essere incluso, cioè godere del diritto di essere un cittadino. Ciò che aveva<br />

guadagnato era la possibilità di star seduto nel «bazar arabo», psicotico, povero però<br />

cittadino. Aveva guadagnato identità addizionali e non era più padrone-schiavo di<br />

una sola identità.<br />

9

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!