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tutti i nostri batteri<br />
Siamo uomini oppure una grande comunità batterica? La domanda sorge spontanea, se si considera che, nel nostro<br />
organismo, il rapporto tra cellule umane e cellule batteriche è di uno a dieci e quello tra geni umani e geni microbici addirittura<br />
di uno a cento. Da qualche anno, i microbi del corpo umano sono oggetto di studio del Progetto microbioma umano, un ampio<br />
progetto di ricerca coordinato dal National Human Genome Research Institute di Bethesda, negli Stati Uniti. L’ultimo risultato<br />
ottenuto riguarda la varietà e la distribuzione delle comunità microbiche della pelle: si è scoperto che il nostro tessuto di<br />
rivestimento esterno ospita circa 1000 specie differenti di batteri e che ciascun individuo possiede la propria “combinazione”<br />
microbica. Conclusioni analoghe si erano ottenute qualche anno fa con lo studio del microbioma intestinale: anche in quel caso<br />
si erano trovate circa 1000 specie (per un totale di 100 000 miliardi di organismi), con una combinazione e una distribuzione<br />
parzialmente differenti da individuo a individuo. Nel complesso, il nostro microbioma è decisamente benefico, perché ci<br />
conferisce capacità che altrimenti non avremmo, come quella di digerire certe molecole. In alcuni casi, però, la differente<br />
modulazione delle comunità batteriche sembra associata ad alcune patologie.<br />
Prendiamo per esempio l’obesità: un paio di anni fa, il gruppo di ricerca di<br />
Jeffrey Gordon, della Washington University School of Medicine, ha scoperto<br />
che nell’intestino delle persone obese ci sono meno batteri del genere<br />
Bacteroidetes e più batteri del genere Firmicutes rispetto a quanto accade<br />
nell’intestino delle persone magre. Se però chi è in sovrappeso dimagrisce, la<br />
composizione della flora batterica cambia: i Bacteroidetes aumentano e i<br />
Firmicutes diminuiscono. In uno studio condotto sui topi, inoltre, i ricercatori<br />
hanno scoperto che il microbioma di animali obesi ha una maggior capacità di<br />
quello di animali magri di digerire zuccheri complessi e, <strong>qui</strong>ndi, di ricavare<br />
energia dal cibo.<br />
n colonia mutante di<br />
Pseudomonas aeruginosa.<br />
questo batterio sopravvive<br />
a basse concentrazioni di<br />
ossigeno grazie a sostanze<br />
colorate chiamate fenazine.<br />
i mutanti nella foto sono<br />
privi di fenazine: per questo,<br />
danno vita a una colonia<br />
dall’architettura molto<br />
particolare, che consente<br />
anche ai batteri localizzati<br />
più in profondità di avere<br />
accesso al poco ossigeno<br />
disponibile.<br />
10 ottobre 2009<br />
lars Dietrich / neWMan lab