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all’apporto di ciascuno. così, dopo i primi<br />
anni di follow up in cui alcuni studenti<br />
proponevano propri elaborati a seguito<br />
del dibattito (presentazioni multimediali,<br />
video, interventi), a conclusione dell’ultima<br />
esperienza per alcune classi si è<br />
sperimentata una pratica partecipativa<br />
più consolidata, sebbene introdotta per<br />
la prima volta nel contesto scolastico:<br />
il metodo open space technology. si<br />
tratta di una metodologia ad assemblea<br />
aperta che punta sulla capacità di autoorganizzazione<br />
dei partecipanti, il cui unico<br />
vincolo è l’assunzione di responsabilità<br />
in tempi brevi e certi. in pratica, i ragazzi<br />
e le ragazze, suddivisi in piccoli gruppi,<br />
propongono e discutono e, con l’aiuto<br />
dei tutor, approfondiscono i temi ritenuti<br />
prioritari, costruendo in breve tempo<br />
un’agenda partecipata che verrà messa a<br />
disposizione dell’intera assemblea.<br />
una nuova relazione tra scienziati<br />
e studenti<br />
Fin dalla sua origine, il progetto pas ha<br />
avuto il carattere di “pratica sperimentale”,<br />
introducendo una versione originale<br />
del concetto di comunicazione, che in<br />
questo contesto assume l’accezione di<br />
partecipazione al processo di produzione<br />
della conoscenza.<br />
se è vero, come diceva anche bruno<br />
bettelheim, che un interesse profondo<br />
e duraturo si può nutrire solo verso<br />
qualcosa che si sia contribuito a costruire,<br />
allora per gli stessi ricercatori diventa<br />
fondamentale, più che correre a svelare<br />
l’ultima verità della scienza, contribuire a<br />
costruire dei luoghi della comunicazione,<br />
in cui i ricercatori stessi, insieme a docenti,<br />
tutor, studenti ed esperti, siano tutti parte<br />
del processo di cambiamento. Questo<br />
il vero senso dei seminari partecipativi,<br />
il cui obiettivo è costruire delle “arene”,<br />
per dirla con bonneuil, Joly e Marris, cioè<br />
«luoghi in cui attori individuali e collettivi<br />
interagiscono per definire la dimensione<br />
normativa e cognitiva di una questione»<br />
[8]. in questo modo, il progetto pas non<br />
si limita a rappresentare un’occasione in<br />
più per il mondo della scuola, ma punta<br />
decisamente a “fare scuola” [9]. -<br />
Q per proporre esperienze, progetti, attività:<br />
linxedizioni.it/contatti<br />
risorse<br />
cortesia charlie paton<br />
1. a. l’ astorina, Ricercare e comunicare:<br />
indagine conoscitiva sulle attività di<br />
comunicazione negli istituti di ricerca del<br />
Consiglio Nazionale delle Ricerche, “Working<br />
paper irea-cnr”, 1, 2009 (pubblicazione in<br />
corso di stampa presso l’Ufficio divulgazione<br />
e attività istituzionali del cnr).<br />
2. a. Valente (a cura di), Immagini di scienza e<br />
pratiche di partecipazione, biblink editori,<br />
roma 2009.<br />
3. e. Falchetti, Quale scienza, quale museo<br />
scientifico? Intervista ad Adriana Valente, in e.<br />
Falchetti, Costruire il pensiero scientifico in<br />
museo, “Museologia scientifica Memorie<br />
anMs”, i, 2007.<br />
4. b. trench, Internet, turning science<br />
communication inside-out?, handbook of<br />
public communication of science and<br />
technology, bucchi & trench eds, routledge<br />
2008.<br />
5. b. latour, La scienza in azione, edizioni di<br />
comunità, torino 1998, p. 376.<br />
6. l. libutti, a. Valente, Science<br />
communication and information<br />
dissemination: the role of the information<br />
professional in the “Perception and<br />
Awareness of Science” project, “Journal of<br />
information science”, 2006, 32, pp. 191-197.<br />
7. c.M. condit, r. parrott, t.M. harris, Lay<br />
understanding of the relationship between<br />
race and genetics: development of a<br />
collectivized knowledge through shared<br />
discorse, “public Understanding of science”,<br />
2002, 11, pp. 373-387.<br />
8. c. bonneuil, p.b. Joly, c. Marris,<br />
Disentrenching Experiment: the construction of<br />
GM crop field trials as a social problem,<br />
“science, technology and human Values”,<br />
2008, 33, p. 201.<br />
9. l. libutti, a. Valente, a. l’astorina, M.<br />
Mayer, The Perception and Awareness of<br />
Science (PAS) Project, bridging the Gap<br />
between research and science education,<br />
international conference, Vienna, 2008.<br />
ottobre 2009 49<br />
m una possibile<br />
soluzione al problema<br />
della crisi idrica: la<br />
seawater greenhouse,<br />
prima serra irrigata con<br />
acqua marina<br />
desalinizzata con il<br />
contributo di pannelli<br />
solari fotovoltaici.