Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Dentro al fenomeno<br />
Ciò che accade nell’impressione di una pellicola è un fenomeno di<br />
ionizzazione. L’argento, presente in forma di sale in molte pellicole<br />
fotografiche, è infatti molto sensibile a questo processo ove, per la sua<br />
natura elettronica, è soggetto alla perdita di un elettrone e, portando a un<br />
annerimento della pellicola. Come può avvenire questa sorta di<br />
trasformazione? Il ragionamento si basa sulla forza di Lorentz che agisce<br />
su quell’elettrone, in modulo: F L = eE + evB , ricordando B E = E/c. La<br />
forza elettrica è F E = eE, quella magnetica F M=evB=evE/c. Il rapporto<br />
risulta: F M/F E = v/c. La forza dovuta al campo magnetico è debole per<br />
velocità non comparabili a quella della luce. In effetti gli elettroni di<br />
valenza coinvolti non hanno velocità vicine a quelle della luce, <strong>qui</strong>ndi<br />
possiamo essere persuasi che solo il campo elettrico possa di fatto agire<br />
in processi fotochimici. Si potrebbe poi aggiungere l’impossibilità del<br />
campo magnetico di compiere lavoro.<br />
fenomeno luce. e lo stesso accadrebbe<br />
se essi influissero allo stesso modo<br />
sull’ambiente circostante.<br />
le loro interazioni con la materia, però,<br />
sono in genere diverse. ecco dunque<br />
che quando l’onda di luce incide sullo<br />
specchio, i due campi si comportano in<br />
modo diverso nella riflessione. tanto più<br />
un riflettore è perfetto, tanto più sarà<br />
anche un conduttore perfetto. Da questo<br />
fatto si stabilisce che il campo elettrico<br />
sia nullo sulla superficie dello specchio,<br />
dove avrà un nodo. al contrario, lì il<br />
campo magnetico avrà un antinodo.<br />
in un’onda stazionaria, perciò, i due campi<br />
risultano sfasati: il massimo di uno non<br />
corrisponde più al massimo dell’altro.<br />
p schema dell'apparato<br />
realizzato da wiener, con il<br />
quale egli dimostrò l'esistenza<br />
delle onde di luce stazionaria.<br />
b<br />
e<br />
<br />
superficie perfettamente riflettente<br />
anzi, grazie al particolare cambio di<br />
fase si ha che a un massimo del campo<br />
elettrico corrisponde un minimo del<br />
campo magnetico.<br />
per vedere ci vuole campo... elettrico<br />
con queste nuove informazioni, ritorniamo<br />
alle righe impresse sulla pellicola. adesso<br />
abbiamo dei punti di riferimento per<br />
orientarci, per leggere in modo corretto<br />
quelle righe.<br />
Vedremmo che vicino allo specchio non<br />
abbiamo alcuna riga, mentre subito dopo<br />
sì (a distanze non certo casuali). allora,<br />
ciò che prima abbiamo identificato come<br />
segni lasciati dagli antinodi della luce sono<br />
da attribuire all’azione del campo elettrico,<br />
fascio di luce<br />
collimato<br />
onda piana<br />
monocromatica<br />
emulsione<br />
fotografica<br />
(pellicola)<br />
vetro negativo<br />
o meglio dei suoi antinodi.<br />
Quando, nel 1890, Wiener ottenne risultati<br />
di questo tipo, li interpretò a sostegno<br />
degli esperimenti di hertz sulle onde radio.<br />
egli era comunque conscio del fatto che<br />
la spiegazione di questi fenomeni fosse<br />
ancora lacunosa (l’equazione della forza<br />
di lorentz, per esempio, è del 1892).<br />
Dall’analisi della disposizione delle righe<br />
sulla pellicola scaturisce dunque una<br />
conclusione molto importante: gli effetti<br />
fotochimici, anche senza una situazione<br />
di onde stazionarie, che serve solo per<br />
non “mischiare” gli effetti dei due campi,<br />
sono prodotti dal campo elettrico. in<br />
altre parole: quando la luce innesca un<br />
processo chimico, esso è attribuibile al<br />
campo elettrico. accade per esempio con<br />
la fotosintesi o anche con la nostra vista:<br />
l’uomo, all’interno dello spettro visibile,<br />
vede il campo elettrico.<br />
Un’impostazione come quella mostrata<br />
<strong>qui</strong> permette di collegare onde, luce e<br />
teoria elettromagnetica, evitando una<br />
frammentarietà spesso presente in<br />
questi argomenti di fisica. il contesto<br />
storico avvalora il percorso, anche<br />
concettuale, che ha permesso lo studio e<br />
la comprensione dei fenomeni esposti da<br />
parte di grandi scienziati del passato. -<br />
Q per proporre esperienze, progetti, attività:<br />
linxedizioni.it/contatti<br />
<br />
2 sin <br />
<br />
4 sin <br />
ottobre 2009 37<br />
enrico pergheM<br />
dopo aver conseguito la<br />
maturità classica, si è<br />
laureato in fisica presso<br />
l’Università cattolica del<br />
sacro cuore di brescia,<br />
con una tesi in storia<br />
della fisica.